La Croce Ansata Ankh e il connubio misterico

Foto 1 - Croce Ansata AnkhIl noto simbolo egizio della Croce Ansata Ankh rivela nelle associazioni iconografiche il suo significato relato all’unione misterica dell’Osiride con l’energia del Cosmo, mediante rituali esoterici di seguito esposti. Un’immagine del papiro di Ani  mostra il Djed, simbolo in forma di albero sfrondato con  all’interno delle sezioni interne l’immagine del Duplice Occhio di Horo [1].

Il Djed è sormontato dalla Croce Ansata Ankh, mentre ai lati, Iside a sinistra, Neftis a destra, con le mani alzate polarizzano l’energia ascensionale che ha il suo esito nelle braccia alzate del Ka[2] che sostengono il Sole tra  sei cinocefali.

 

Djed - Papiro di Ani - 1420 a.C. Londra: British Museum
Djed – Papiro di Ani – 1420 a.C. Londra: British Museum

Sarcofago di Padiamenemope, fondo, XXII-XXII dinastia. Museo Egizio. TorinoSi confronti questa immagine con il fondo del sarcofago interno di Padiamenemope, museo di Torino.

Qui appare l’immagine di un Djed, le cui sezioni ascensionali interne, corrispondenti alla colonna vertebrale del defunto, ne convogliano l’energia sino a un Sole centrale che sorge tra due corna  del dio Ariete Khnum e due urei. Ai lati del Djed sotto due gomiti sporgenti, sono raffigurate a destra  e a sinistra due stoffe sacre, accenno alla polarizzazione delle fasi lunari resa da Iside e Neftis nei riti mensili e interpretati dagli adepti.

Anche nel protocollo ufficiale del faraone, come nel suo culto giornaliero, due dee, Nekhbeth e Uadjet, recavano rispettivamente una stoffa bianca e una rossa, segno della unione bilanciata dei cicli generativi posti sotto la loro tutela

Quindi gli adepti, fasciati con simili stoffe, nei cortei rituali celebravano al solstizio d’estate  la congiunzione del Sole con la costellazione del Leone e la ierogamia degli dei, apportatrice di fecondità nei campi durante le piene del Nilo.

Foto 5 - Corteo rituale. Sarcofago di Matui. XXI Dinasta. S. Pietroburgo Museo Hermitage.
Foto 5 – Corteo rituale. Sarcofago di Matui. XXI Dinasta. S. Pietroburgo Museo Hermitage.

I partecipanti all’iniziazione, durante i misteri mutuavano le congiunzioni del sole e della luna celebrate alle scadenze mensili, con accoppiamenti sacri, quale potenza elargita da Sothis al periplo annuale. Questo assunto è dichiarato nel Libro dei Morti egizio, dall’Osiride, alla Formula 17: < Mi sono date le Due Sorelle per il piacere…Il Leone dalla bocca scintillante, dalla testa che corre è il phallus di Osiride.>

A questo proposito, le immagini pervenuteci, la prima da un sarcofago al museo Szepmuveszeti di Budapest la seconda da un altro sarcofago, al museo Hermitage di S. Pietroburgo, mostrano i cortei iniziatici.

Nella prima immagine i personaggi addobbati con  cappellino, sono tre dei quattro figli di Horo; nella seconda immagine, tra i quattro personaggi, si riconoscono due dei figli di Horo, con presenza alternata dopo l’aprifila. Si noti in tutti i partecipanti ai cortei l’ostentazione processionale di una stola, annodata alla vita con fasce allusive, una bianca o verde e una rossa, simbolo delle due  correnti animiche  maschili e femminili che l’iniziando deve equilibrare nella sacra unione, pervenendo in tal modo a uno status simile a quello del faraone. Quest’ultimo difatti offriva alla statua di Osiride – sposo di Iside – una stoffa bianca per Nekhbeth e una rossa per Uadjet[3], nel rituale giornaliero officiato in accordo con il circuito del Cosmo. Stoffe che vengono mostrate ai lati del Djed lungo l’asse, in corrispondenza delle sezioni interne del percorso ascensionale, posto in relazione all’integrità raggiunta da colui che cambia stato.

Tornando alla Croce Ansata Ankh, posta sul Djed nel papiro di Ani, essa è quindi espressione di una polarizzazione avvenuta lungo la colonna vertebrale dell’Osiride  e riferita al circuito del Cosmo, infatti possiamo coordinare l’asse verticale della Croce al solstizio e l’asse orizzontale all’equinozio di un tempo primevo, meta di rinascita mutuata dall’energia animica del defunto.

Questa interpretazione della simbologia esoterica della Croce Ansata Ankh è supportata dall’immagine di un sarcofago al museo del Louvre nel quale  Iside nelle sembianze di un gheppio tiene tra le zampe il segno protettivo Shenu unito alla Croce Ansata Ankh che rivolge verso  il phallus dell’Osiride mentre cambia stato nel mondo sotteraneo; nel registro superiore l’Osiride in piedi è trainato insieme a un falco appollaiato sulla Barca Henu a testa di Orice, all’alaggio del suo viaggio di rinascita.

Quando l’energia animica della zona dei fianchi sarà ascesa  lungo l’asse della colonna vertebrale, la Croce Ansata Ankh potrà essere posta all’altezza delle labbra dell’Osiride: un invito  a pronunciare con voce pura le Formule di giustificazione dei passi magici del circuito dei cieli, cui il nodo magico Ankh allude.

Infatti la Croce Ansata Ankh  secondo alcuni studiosi, visualizza il legaccio di sandalo che, ai piedi degli dèi, consente loro di compiere il giusto cammino nel moto retrogrado verso un primo tempo, il cui tracciato si mostra nell’ansa  emergente dall’incrocio degli assi solstiziali – equinoziali, il cui anello, sotteso nell’immagine al sole che splende, è ora fissato sul nodo magico ai punti cardinali che corrispondono ai bracci della croce. Da un sarcofago del museo di Torino ci giunge il nucleo originario del mito cui si riconducono le osservazioni sin ora date: l’accoppiamento di Geb, dio della Terra e Nut, dea del Cielo, assistito da  Iside e Neftis, mentre in alto lo scarabeo Khepri è in volo tra Due Occhi di Horo; notiamo sullo sfondo il dio Ariete Khnum[4]

Figura 8 – Sarcofago del Museo di Torino

L’intera simbologia è relata al sorgere della costellazione dell’Ariete a zero gradi, all’antico equinozio di primavera del 5.500 a.C. Questo mitologema  si rinnova nei  riti e nei simboli presentati.

Umberto Capotummino


[1] Horo Merty, immagine di Sole e Luna, emblema delle funzioni cicliche dell’anno

[2] Indica la partecipazione del principio vitale alla dinamica del Cosmo

[3] Due dee che gestiscono l’occultamento di Horo nel delta del Nilo, in attesa della sua manifestazione in cielo

[4] Associato al sole primevo dai  sacerdoti di Eliopoli. Vasaio che modella sulla ruota un Uovo ad  immagine del Cosmo

– Tratto dal libro “L’occhio della Fenice” di Umberto Capotummino – Sekhem Editore

Umberto Capotummino

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi