RICHARD WILHELM RICEVE IL TESTO DELL’ I CHING DAL MAESTRO LAO NAI XUANN UNA TRADUZIONE INIZIATICA

di Umberto Capotummino

Richard Wilhelm nel suo diario “ L’Anima della Cina”da lui pubblicato nel 1926 narra le sue esperienze di viaggio in Cina, paese in cui egli visse venticinque anni.
Questo diario di viaggio è la sua unica opera personale, benchè il suo nome sia associato all’I Ching, il Libro dei Mutamenti cinese da lui tradotto sotto la guida del maestro Lao Nai Xuann.

R. Wilhelm racconta che poco prima dello scoppio della guerra mondiale, il generale Zhou – Fu, con il quale intratteneva rapporti culturali nella colonia tedesca di Quingdao, gli propose di incontrare un anziano insegnante cinese che custodiva gli antichi insegnamenti di saggezza confuciana, era il maestro Lao Nai Xuann, da questo incontro iniziatico nacque la traduzione la spiegazione e la consegna del Libro dei Mutamenti a R. Wilhelm . Poco dopo quest’incontro Lao Nai Xuann morì e R. Wilhelm divenne l’araldo in occidente del Libro dei Mutamenti.

“Prima ancora che la tempesta si abbattesse su di noi, feci uno strano sogno. Veniva a farmi visita un uomo anziano dallo sguardo cortese e con la barba bianca. Si chiamava “montagna Lao” e mi propose di iniziarmi ai segreti delle antiche montagne. Mi inchinai dinnanzi a lui e lo ringraziai. A quel punto lui scomparve e io mi svegliai. Quelli erano i giorni in cui l’anziano governatore generale Zhou Fu, con la famiglia del quale avevo stretto rapporti amichevoli, mi fece una proposta. Disse: “Voi europei lavorate alla cultura cinese sempre e solo dall’esterno. Nessuno di voi ne comprende il significato reale e la vera profondità. Questo perché non avete mai a portata di mano gli studiosi cinesi giusti. Perfino i maestri di scuola in pensione, che avete avuto come insegnanti, comprendono solo l’involucro esterno. Non c’è da meravigliarsi che circolino tante idiozie da voi sulla Cina. Cosa ne direbbe se le procurassi un insegnante ben radicato nello spirito cinese che la introducesse alle sue profondità? Così potrebbe tradurre, ma anche scrivere qualcosa di suo affinché nel mondo la Cina non debba più continuare a vergognarsi.” Ovviamente non c’era persona più felice di me. Si scrisse allo studioso. Io preparai nei nostri palazzi un appartamento adatto a lui. Dopo un paio di settimane arrivò con la famiglia. Si chiamava Lao, i suoi antenati provenivano dalla regione del monte Lao, di cui la famiglia aveva mantenuto il nome; assomigliava come una goccia d’acqua all’antico signore che mi aveva fatto visita in sogno. Ci mettemmo subito al lavoro. Traducemmo parecchio, leggemmo molto e grazie alle nostre conversazioni quotidiane mi introdusse ai meandri più profondi della cultura cinese. Il maestro Lao mi propose di tradurre il Libro dei Mutamenti. Non era certo un testo facile, disse, ma tutto sommato nemmeno così incomprensibile come lo si descriveva solitamente. Ormai era un dato di fatto che negli ultimi tempi la vivace tradizione della Cina era sul punto di estinguersi. Lui stesso aveva avuto un insegnante vissuto interamente nell’antica tradizione. I membri della sua famiglia erano parenti stretti dei discendenti di Confucio. Il maestro possedeva un fascio di gambi sacri di millefoglie provenienti dalla tomba di Confucio e conosceva ancora l’arte, ormai quasi sconosciuta perfino in Cina, di preparare un oracolo con l’aiuto di questi gambi. Fu dunque realizzato anche questo libro. Facemmo un buon lavoro. Mi spiegò il testo in cinese, mentre io prendevo appunti. Poi lo tradussi in tedesco per me, quindi senza l’originale ritradussi in cinese il mio testo tedesco ed egli lo confrontò con l’originale per verificare che avessi colto nel segno tutti i punti. Il testo tedesco fu poi messo a punto e discusso in ogni particolare. Lo volli ancora rivedere tre o quattro volte e vi aggiunsi le spiegazioni più importanti. La traduzione dunque cresceva. Ma prima che fosse conclusa, sopraggiunse la guerra ed il mio stimato maestro Lao ritornò con gli altri studiosi nell’interno della Cina. La traduzione dunque rimase incompiuta. Già temevo che l’opera non sarebbe stata portata a termine, quando ricevetti una lettera a sorpresa proprio da lui nella quale mi chiedeva se avessi un appartamento per ospitarlo; voleva fare ritorno a Qingdao e ultimare insieme a me il Libro dei Mutamenti. Ci si può immaginare la gioia che provai quando arrivò veramente e portammo effettivamente a compimento il lavoro. In seguito partii per una vacanza in Germania. L’anziano maestro morì durante la mia assenza, dopo avermi affidato il suo testamento.”
(Richard Wilhelm, L’anima della Cina, a cura di Anna Ruchat, pg. 212-214 Edizioni IBIS Como-Pavia 2005)

Richard Wilhelm con la cravatta tra i saggi cinesi
Richard Wilhelm con la cravatta tra i saggi cinesi

Umberto Capotummino è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Palermo dove vive e insegna. E’ pubblicista, da oltre vent’anni studia e interpreta gli aspetti filosofici, esoterici, divinatori del Libro dei Morti degli Antichi Egizi e dell’ I King o Libro dei Mutamenti dell’antica Cina. Autore di numerosi articoli e conferenziere, il suo ultimo libro è intitolato “L’Occhio della Fenice, Sapienza e divinazione dall’antica Cina all’antico Egitto”, edito dalla sua Casa Editrice Sekhem nel 2006.

La Carrozza rituale nell’I Ching – Il Libro dei Mutamenti

La Carrozza rituale nell’I Ching – Il Libro dei Mutamenti –

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La Carrozza rituale nell’I Ching ha una connotazione esoterica, non rivelata nel testo esplicitamente quindi, con riferimento strutturale alla Sequenza Primaria e alla Sequenza Secondaria dell’ I Ching (vedi figura).

Assetto della Carrozza rituale:

Nella figura la Sequenza Primaria è all’esterno, la Sequenza Secondaria all’interno.

Considerato che il trigramma ‘Kkienn’ (Cielo) è visualizzato in alto a Sud sull’asse della Sequenza Primaria in qualità di ipostasi (posto sotto) relativamente alla Sequenza secondaria, e che ad esso corrisponde il trigramma ‘Li’ (Fuoco) anch’esso visualizzato in alto a Sud nella Sequenza Secondaria, da queste posizioni strutturali si anima un movimento di traslazione all’interno delle due Sequenze sovrapposte, tale che i principi psichici immanenti attribuiti all’immagine del Cielo (trigramma ‘Kkienn) attivati sull’asse della Sequenza Primaria si manifestino nello Spazio/Tempo manifesto della Sequenza Secondaria come evidenza del Fuoco (trigramma ‘Li’) che traluce sovrapposto sul trigramma ‘KKienn’ e anima il destino.

Il movimento anzidetto fondato su queste due ruote (Sequenza Primaria e Sequenza secondaria) è quello della Carrozza rituale.

Nell’ I Ching se ne accenna nell’esagramma 14 ” Il Possesso (del) Grande ” (R. Wilhelm) i cui trigrammi costituenti sono: ‘kkienn’ (Cielo) sotto, ‘Li’ ( Fuoco) sopra. Esplicitamente alla seconda linea che sta al centro del trigramma ‘Kkienn’ (Cielo): “Un grande carro da caricare. Raccogliere nel mezzo così non viene nessun danno” si parla a un un viaggio simbolico dell’iniziato che utilizzi la propria esperienza come veicolo di trasformazione.”

Della Carrozza rituale si parla nel Capitolo XI del Tao Te Ching [trad. J.J. Duyvendak-Milano 1973-]: “Si ha un bel riunire trenta raggi in un mozzo, l’utilità della vettura dipende da ciò che non c’è.”

Ciò che non c’è è il ruotare del mozzo, fuor di metafora, il divenire dell’iniziato.

Kienn - Cielo Li - Fuoco Kkann - Luna 8
Kienn – Cielo Li – Fuoco Kkann – Luna Kkunn – Terra

La Carrozza rituale è descritta nel Chou-li (Biot,II, pag. 488):

“La forma quadrata del telaio che sostiene la cassa rappresenta la Terra. La forma circolare del baldacchino rappresenta il Cielo. Le ruote con i loro trenta raggi rappresentano il sole e la luna”

così i trigrammi ‘Kienn’ (Cielo) e ‘Li’ (Fuoco/Sole) in rapporto a Kkann = Luna (visualizzati sull’asse della Sequenza Secondaria) descrivono il movimento della Carrozza del destino.

E’ il ‘Possesso (del) Grande’ Veicolo.

Che il Tao Te Ching faccia riferimento alla struttura del libro dei mutamenti è spiegato da J.J. Duyvendak nelle note al Cap. I, VI, LII.

La Carrozza rituale appare nell’I Ching, connessa al significato suddetto, oltre che nell’esagramma 14, linea 2, anche negli esagrammi: 22, linea 1; 38, linea 6; 47,linea 4; con significato leggermente diverso fondato sull’idea della ruota della Carrozza da controllare negli esagrammi 63, linea1; 64,linea 2.

Per gli esagrammi suddetti 14,linea 2; 22,linea 1; 38, linea 6; 47, linea 4 la parola cinese di riferimento è ‘CHE’ = Cocchio, Veicolo a ruote. Per gli esagrammi 63,linea 1; 64, linea 2 la parola cinese di riferimento è ‘LUN’ = Ruota associata al controllo della stessa. Per gli esagrammi 7, linea 3; 9, linea 3; 23, linea 6; 26, linea 2; 34, linea 4; 38, linea 3 il significato è quello di sostenere e trasportare associato al pianale della Carrozza rituale, corrispondente alla parola cinese YU. 
Per l’esagramma 3, lineee 2-4-6; come per l’esagramma 40, linea 3 invece si fa riferimento, non al gioco dei trigrammi e al movimento implicito delle due Sequenze Primaria e Secondaria, ma al viaggiare sul dorso di un animale o un cavallo, secondo la parola cinese CHENG, si possono trovare altri esagrammi correlati a questa parola nelle concordanze del testo I Ching-Eranos.

Infine nell’esagramma 63, linea 2, la Carrozza rituale è in posizione di stasi ed il riferimento è secondario, perchè la parola cinese di riferimento è FU = velo (della Carrozza).

Spiegazione: alla seconda linea dell’esagramma 63 R. Wilhelm, riferendo le parole di Lau Nai Suann, associa il sei al secondo posto con il trigramma intrinseco kkann : -‘Kkann’ (luna) è carrozza, ‘Li’ è cortina- questo perchè nell’esagramma 63 il trigramma ‘Li’ sta in basso, il trigramma ‘Kkann’ sta in alto, tuttavia questi due medesimi trigrammi formano anche i segni intrinseci ‘Kkann’ e ‘ Li’ che sono posti inversamente ai primi, quindi la Carrozza rituale è velata.

E’ anche interessante leggere in Ezechiele 1, 16-17: “Il loro aspetto e la loro struttura era come di una ruota in mezzo a un’altra ruota” (La bibbia di Gerusalemme) riferendosi a quattro ruote chiamate ‘Ofannim’. Secondo la cabala le ruote sono animate dal principe angelico Sandalfon che, stando sotteso al movimento, intreccia vettori per la gloria di Dio nel suo luogo.”

Dal mio libro “L’occhio della Fenice” pag. 145.

Un antico e preciso metodo divinatorio con I Ching

di

Umberto Capotummino

Espongo qui di seguito le mie riflessioni su una consultazione di venticinque secoli fa, riferita dallo Zuozhuan, che riporta una storia del periodo degli Annali della primavera e dell’autunno (722-481 a.C.).

Da questo studio  ho tratto la chiave di un antico e preciso metodo divinatorio.

IL RACCONTO DALLO ZUOZHUAN

-Il feudatario Nan-kuai progetta una ribellione contro il suo re. Consulta l’I -Ching in proposito e ottiene la quinta linea mutante del secondo esagramma, ‘Lo spazio’ [esagramma n°2 ‘Il Ricettivo’] che dice: ‘Giallo soprabito. Sorgente, significativo’ Giallo è il colore imperiale e ‘soprabito’ si riferisce a un indumento cerimoniale. L’espressione ‘Sorgente, significativo’ indica un inizio sotto buoni auspici e Nan-kuai ne è molto incoraggiato. Mostra questa risposta a un amico, senza far parola delle sue intenzioni. L’amico dice: ‘Ho studiato questa linea. Significa che, se l’impresa è nel segno della lealtà e della fedeltà, essa avrà successo. Altrimenti è destinata al fallimento. Se mancano queste virtù, malgrado l’oracolo dica ‘significativo’, il pronostico è infausto.’ Na-kuai, che è ormai deciso a mettere in atto il proprio piano, ignora l’interpretazione dell’amico. La ribellione fallisce ed entro un anno Nan-kuai è morto.-(1)

Leggendo questo racconto mi sono chiesto come si sarebbe potuto predire che Nan-kuai sarebbe morto, a partire dalla quinta linea, (sei al quinto posto) dell’esagramma n°2 ‘Il Ricettivo’, visualizzato:

___   ___   8

___x___    6  al quinto posto

___  ___    8

___  ___    8

___  ___    8

___  ___    8

Questa linea, nel testo dell’I Ching descrive una persona fedele al sovrano (sta sul quinto posto dell’esagramma che è il posto del Cielo) la sottoveste gialla evocata indica dedizione e dolcezza, gentilezza ed eleganza che sono le virtù di una principessa, seconda nel comando. Attenersi a queste virtù avrebbe portato Nan-kuai ad un destino felice. Ma Nan-kuai progetta la ribellione contro il suo re. E morirà nella rivolta.

Questo esito mi ha portato a considerare che gli esagrammi e i trigrammi dell’I-Ching, se si vuol predire con precisione qualcosa, vanno ‘colati nella forma’ che prende il contesto di evoluzione della domanda, e non considerati secondo una prassi meditativa astratta. Quindi Nan-kuai voleva la ribellione, non si ferma all’interno della energia di dedizione, restando secondo nel comando, e procedendo attiva il mutamento. Questo lo si va a leggere nell’esagramma che si genera con il mutamento: n°8 ‘La Solidarietà’. Infatti, quando la quinta linea dell’esagramma n°2 ‘Il Ricettivo’ muta, trasformandosi da linea yin (spezzata):   ___  ___   in linea yang (intera):   ______

nasce l’esagramma n°8 ‘La Solidarietà’, visualizzato

___   ___    8

_______     7 al quinto posto = linea mutata

___  ___     8

___  ___     8

___  ___     8

___  ___     8

Nella corrispondente quinta linea avremo:

‘La salute del palesamento della solidarietà si basa sul fatto che il posto [della linea] è conforme e centrale (quinto posto). Lasciare andare i recalcitranti, accettare i devoti: questo è il senso di ‘rinuncia alla selvaggina che devia prima’.

Come dalla versione Wilhelm seconda parte, traccia b.(2)

Nella versione Eranos c’è anche:

‘Scartare la rivolta, afferrare il cedere’(3).

Quindi Nan-kuai ancora una volta avrebbe dovuto cedere, rinunciare e relazionarsi agli eventi secondo solidarietà reciproca. Invece vuole portare a temine la sua ribellione. Ne consegue che procedendo si attiva il capovolgimento dell’esagramma n°8 ‘La Solidarietà’ in questione e si perviene all’esagramma n°7 ‘L’Esercito’ [Secondo la Serie degli esagrammi del Re Wenn che appaia gli esagrammi a coppie interagenti]. 
Siamo giunti all’esagramma pertinente. 
Dove sta la fine prematura di Nan-kuai? 
Si evince dalla quinta linea corrispondente alla quinta linea di partenza dell’esagramma n°2 ‘Il Ricettivo’.
 Nell’esagramma n°7 ‘L’Esercito’ , dunque, la quinta linea dice:

‘Nel campo vi è della selvaggina. E’ propizio catturarla’ Senza macchia’. Versione Wilhelm, seconda parte, traccia (a).

‘ Il [figlio] più anziano conduca l’esercito, perchè è centrale e conforme. Il [figlio] meno anziano conduce cadaveri. Così non si delega l’uomo adatto’.

Versione Wilhelm, seconda parte, traccia (b).

Tra le parentesi quadre ho aggiunto la parola ‘figlio’ tratta dalla versione Eranos, i due ‘figli’ si riferiscono alla dinamica dei trigrammi. 
Infatti se visualizziamo l’esagramma n°7 ‘L’Esercito’:

___   ___    8

___   ___    8 al quinto posto, linea  corrispondente

___  ___     8

___  ___     8

_______     7

___  ___     8

quando muta la quinta linea da una linea yin (spezzata) nasce una linea yang (intera)  e così avremo la formazione [all’interno dell’esagramma] del trigramma intrinseco superiore Kenn (L’Arresto), visualizzato:

_______

___  ___

___  ___

E’ questo trigramma, il cui significato è ‘tener fermo’ che [all’interno dell’esagramma] ‘cattura la selvaggina’: le tre linee yin (spezzate) che stanno sotto questo trigramma rappresentano la massa (trigramma Kkunn) sulla quale si innesta, la selvaggina in particolare è rappresentata dal trigramma Khann (l’Abissale), visualizzato sotto, che vale anche come ‘porco’(4)

Il ‘figlio meno anziano’ è espresso [all’interno dell’esagramma] dalla terza linea yin (spezzata) superiore del trigramma Kkann (L’Abissale), visualizzato:

___  ___

_______

___  ___

la predizione della della terza linea pertinente questo trigramma, che è il trigramma inferiore dell’esagramma n°7 ‘L’Esercito’, qui è:

‘L’esercito conduce per avventura  con se nella carrozza dei cadaveri. Sciagura!’

Versione Wilhelm, seconda parte, traccia (a).

Questa terza linea quindi, precedendo il comandante, [all’interno dell’esagramma],  rappresentato dalla prima linea yang (intera) del trigramma Cenn (l’Eccitante),  visualizzato:

___  ___

___  ___

_______

crea scompiglio nell’esercito e porta cadaveri nella carrozza.

Cenn (l’Eccitante) è il figlio maggiore, ‘più anziano’. E’ il trigramma intrinseco inferiore nell’esagramma n°7 ‘L’Esercito’. 

Questo trigramma [all’interno dell’esagramma] con il suo moto spinge in avanti anch’egli le tre linee yin (spezzate) che stanno sopra questo trigramma e che rappresentano la massa (trigramma Kkunn) sulla quale s’innesta, all’interno della quale ci sono i cadaveri nei carri, come spiegato sopra.

 Si è giunti a rintracciare la fine in battaglia di Nan-kuai.

Quindi se si vuol predire per la ribellione che prevede l’uso dell’esercito, si deve andare a leggere nell’I-Ching dove conducono mutamento e capovolgimento dell’esagramma, seguendo esagrammi e trigrammi ‘colati nella forma’ della volontà, propria o altrui, preposta alla gestione di eventi, alla realizzazione di questi eventi nel tempo della realtà messa in moto in uno spazio coerente al loro svolgersi.

Ne consegue che l’I -Ching non predice in assoluto questo o quel destino, come in una rigida cornice in cui rispecchiare un desiderio, ma in modo fluido e versatile espone i materiali simbolici in atto che possono prendere vita ‘colando nella forma’ pertinente la domanda posta. Il movimento degli esagrammi e dei trigrammi va seguito come in un gioco delle parti che va relato al contesto del consultante e alla messa in campo della volontà, propria o altrui, con strategie di avanzamento o di ritirata, o altro, questa volontà è parte determinante nell’attivare il mutamento o non attivarlo, a seconda della predizione.

CHIARIMENTI SUI ‘FIGLI’ (maschi)

Essi vengono considerati secondo il tempo, a partire dalla loro formazione, visualizzati dalla linea yang (intera):  ___
___  che ascende nel trigramma.

Il primo figlio è Cenn (L’Eccitante), visualizzato:

___  ___

___  ___

_______

è il primo e quindi sarà il maggiore di età e ‘il più anziano’ rispetto al secondo figlio Kkann (l’Abissale), visualizzato:

___  ___

_______

___  ___

che nasce dopo e quindi sarà il minore di età, ‘il meno anziano’.

Infine si ha il terzo figlio Kenn (L’Arresto), visualizzato:

_______

___  ___

___  ___

che è l’ultimo nella formazione ed il più giovane.

Per tutti vale la regola che la linea yang (intera):  ______ ascende dalla prima posizione all’ultima, all’interno del trigramma.

Bisogna immaginare che da sotto traluca l’immagine del trigramma Kkunn, la Madre, formato da tre linee spezzate, visualizzato:

___   ___

___   ___

___   ___

sul quale s’innesta ascendendo il Padre, rappresentato da una linea yang (intera):  ______  , per tre posizioni, generando in tal modo i tre trigrammi maschili.
 La stessa dinamica, di segno inverso, formula i tre trigrammi femminili, 
’le figlie’.


NOTE

(1) Racconto tratto da da I-Ching Eranos, pag.16, Red Edizioni.

(2) R.Wilhelm – I Ching – Astrolabio – Nella seconda parte è esposta l’interazione dei trigrammi che R.Wilhem ha trascritto dalle parole del suo maestro Lau Nai Suann. Ivi la traccia (b) riporta l’interpretazione oggettiva, considerata da un punto di vista esterno agli avvenimenti.

(3) I Ching Eranos – Red Edizioni.

(4) R.Wilhelm – I Ching – Astrolabio – Seconda parte,  come dal commento alla quinta linea dell’esagramma n°7, ‘L’Esercito’.

I valori delle linee sono noti a chi studia l’I Ching:

  • La linea yang (intera):       _______   vale 7
  • La linea yin (spezzata):      ___  ___   vale 8
  • La linea yang che muta:    ___0___   si segna 9 e diventa 8
  • La linea yin che muta:       ___x___   si segna 6 e diventa 7

Il Fenghuang e Il Rapporto Di Coppia

Durante la dinastia Han (2200 anni fa), il Fenghuang era usato come simbolo del Sud, rappresentato da maschio, Feng, e femmina, Huang, uno di fronte all’altra. Era anche simbolo dell’imperatrice nella coppia imperiale, mentre il drago rappresentava l’imperatore. Per questo motivo i due animali erano raffigurati nelle celebrazioni di nozze come buon auspicio per la relazione coniugale, una metafora di yang e yin manifesti nella della polarità del simbolo, in riferimento alla dualità cosmica. Infatti in questo uccello è insito il riferimento alla manifestazione della coppia lunisolare che presiede l’illuminazione del giorno e della notte, sia alle due coppie simmetriche date dai due aspetti del sole ai solstizi (d’ Estate e d’Inverno) e dai due aspetti del sole agli equinozi (di Primavera e d’Autunno).

Nel primo libro dello Shang jing, sono descritti i segni del Fenghuang:

«I segni che reca sul capo esprimono virtù; quelli sulle ali esprimono (yi) giustizia; quelli sul dorso esprimono (li) ritualità; quelli sul petto esprimono (ren) umanità; quelli sul ventre esprimono (xin) sincerità. »

Il piumaggio viene quindi associato ai cinque colori: il blu all’amicizia, il giallo all’onestà, il rosso alla saggezza, il bianco alla fedeltà, il nero alla carità. Inoltre esiste un’associazione del Fenghuang con gli strumenti musicali a fiato: il flauto a dodici toni (tong) suona in base al canto della fenice: sei toni derivano dal canto della fenice maschio (feng) e sei toni dalla fenice femmina (huang). Il suono di dodici tubi di bambù, che figuravano le ali di una coppia di fenici in volo, accompagnava le danze sessuali dei giovani che nelle feste equinoziali si offrivano vicendevolmente delle oche rituali come pegno di matrimonio.

Le disposizioni delle sei canne, rappresentanti le ali degli uccelli, si relaziona ai sei mesi in cui lo yang:

‘____’

embricato tra due linee yin:

__  __

_____

__  __

ascende dall’abisso dell’Acqua (figurato qui dal corrispondente trigramma), associato alle sorgenti Gialle poste a Nord, a partire dal solstizio d’inverno; come è registrato nella Sequenza Secondaria dell’I Ching.

Anche la rete nella quale si impiglia l’oca regale, cui accenna nel Libro delle Canzoni “Che King”:

 “L’oca regale è rimasta impigliata nella rete

  si relaziona ai sei mesi in cui lo yin

 ‘__ __’

embricato tra due linee yang:

_____

__  __

_____

discende dal culmine del Fuoco, (figurato dal qui dal corrispondente trigramma), associato al sole splendente al Sud a partire dal solstizio d’estate; come registrato nella Sequenza Secondaria dell’I Ching.

Nell’I Ching, esagramma 53 -sesta linea- si raffigura l’oca, dopo la graduale volata dai cespugli acquatici e poi di ramo in ramo, in volo sulle alture del paesaggio:

L’oca regale si avvicina gradatamente alle alte nubi. Le sue penne si possono usare per le sacre danze. Salute.”

Nel mondo dello spirito, quando l’anima composita si alza in volo, secondo la sua radice etimologica, corrispondendo il carattere pittografico (feng del Fenghuang) allo spirito del vento, la fenice è sempre accompagnata da un seguito di uccelli, figuranti 24 potenze di cui essa è a capo, corrispondenti a 24 mansioni magiche per gli antichi taoisti. Quando si manifesta sulla terra si posa unicamente sull’albero Dryandra cordifolia (Wutong), che produce un fiore in forma di campana bianco all’esterno e marrone all’interno, i cui semi entrano nella composizione dei dolci a forma di luna che i cinesi mangiano ancora oggi nella festa d’autunno, a conferma delle ascendenze simboliche del Fenghuang. La fenice cinese è uno dei quattro esseri soprannaturali detti sishen, insieme alla tartaruga, al drago e alla tigre, corrispondenti alle quattro classificazioni date agli animali in epoca Han (206 a.C. – 220 d.C).

I quattro animali suddetti sono associati ai quattro elementi (rispettivamente fuoco, acqua, legno e metallo), alle quattro direzioni e alle quattro stagioni. Specificando: il drago verde è l’emblema dell’Est, della primavera, del legno; la tigre bianca, dell’Ovest, dell’autunno e del metallo; la tartaruga e il serpente intrecciati, del Nord, dell’inverno, dell’acqua; l’uccello rosso o fenice, del Sud, dell’estate, del fuoco. Questa serie variegata di quattro valenze, interagendo con l’elemento inerte dell’alchimia cinese, la terra, determina i cinque stati di mutamento, che descrivono una sequenza di produzione e di distruzione riguardante il governo delle stagioni a sua volta ordinata in due cicli; gli ultimi 18 giorni di ogni stagione sono pertanto attribuiti alla Terra intesa come stato inerte.

Nel primo ciclo detto di produzione, la primavera è governata dal Legno, l’estate dal Fuoco, l’autunno dal Metallo, l’inverno dall’Acqua. La concezione filosofica è la seguente: il Legno brucia e produce il Fuoco, la cui cenere in Terra dà come residuo il Metallo quale essenza minerale, che confluisce nei corsi sotterranei dell’Acqua, che a loro volta nutrono la vegetazione, che si rigenera nel Legno delle piante primaverili.

Nel secondo ciclo detto di distruzione, i cinque stati di mutamento sono ordinati altrimenti. Con il Legno si indica tutta la vegetazione che è alimentata dall’Acqua, la quale ingoia o cinge tutta la Terra. Esso è tagliato dagli strumenti forgiati in Metallo e nell’opera prende Fuoco. Si noti che il numero dei giorni residui di tutte le stagioni, del ciclo di produzione e del ciclo di distruzione (18 x 4) è 72. Tale numero fa riferimento al periodo canonico di 72 hou che governa la successione dei mutamenti in base 5 nell’anno rituale di 360 giorni (72×5= 360) sul quale si innestano i mutamenti. Questa simbologia si riferisce alla simbologia rituale dell’edifico sacro dei cinesi, il Ming Tang o Casa del Calendario, costituita da una base quadrata che rappresenta la terra, base divisa in 9 stanze quadrate che riproducono il quadrato magico con il numero 5 al centro:

4 9 2

3 5 7

8 1 6

Su questa base che rappresenta la Terra è innalzata una copertura circolare, ad immagine del Cielo. Il Capo della Casa del Calendario assicurava la giusta ripartizione delle stanze del piano quadrato della Casa in modo che i numeri che lo determinano fossero correlati all’ordinamento dell’anno. Infatti se consideriamo le coppie 1 – 6, 2 – 7, 3 – 8, 4 – 9 si evince una croce orientata nel tempo e nello spazio correlata ai punti cardinali.

I numeri, cosiddetti forti, delle coppie sopra considerate 1-6, 2-7, 3-8, 4-9, e cioè 6,7,8,9 sommati danno 30 evidenziando un rapporto con la divisione dell’anno rituale (12 x 30= 360). I numeri, cosiddetti deboli, delle suddette coppie cioè 1,2,3,4 sommati danno 10. In questa formulazione si distribuisce l’unità 10 che si evolve in relazione al numero 30 nell’anno rituale; 1+2+3+4 = 10 questa è anche la formulazione della tetraktis di Pitagora.

Inoltre la somma lungo gli assi cartesiani e diagonali del quadrato dà il numero 15. Ogni rotazione del cerchio di 360° diviso 15 dà come risultato 24 che gli antichi cinesi attribuivano alle ventiquattro fasi dell’anno solare chiamate chieh-ch’i. Il ciclo delle 24 fasi del calendario rituale si divide in 8 chieh e 16 ch’i. L’anno cinese è poi suddiviso in 72 hou ovvero 3 per ogni chieh-ch’i. Infatti 24 x 3 = 72. Notiamo quindi che 72 x 3 = 216, mentre 72 x 2 = 144, dandosi il numero 3 associato al Cielo, il numero 2 associato alla Terra, così si potrà comprendere come un ciclo di hou lungo circa 5 giorni determini un numero rituale di 72 x 5 = 360 giorni nella composizione dei calendari astrologici. Ritroviamo questa suddivisione nel testo del Grande Trattato, cap. IX, par.4, relativo alla composizione degli esagrammi dell’I Ching : “I numeri che danno il Creativo sono 216; quelli che danno il Ricettivo sono 144, assieme 360; essi corrispondono ai giorni dell’anno rituale.” Il Creativo, esagramma composto da sei linee yang, intere è anche detto il Cielo, il Padre; il Ricettivo, esagramma composto da sei linee yin, spezzate, è anche detto la Terra , la Madre.

NOTA

Ho riportato in questo articolo alcune note che tempo fa ho postato su Wikipedia, a proposito del Fenghuang, integrandole.  Le note originali sono state da me pubblicate nel libro “L’occhio della Fenice” (http://umbi.blogspot.com/) che tratta di una sinossi tra mondo cinese e mondo egizio, nelle pratiche di alta magia.

Incontrarsi con un’anima corrispondente, yang-yin o viceversa yin-yang, per formare un’anima composita è una pratica di alta magia.

Nelle precedenti note, quindi, è insita qualche indicazione su come ottenere il desiderato incontro.

L’ I Ching (I King) e la numerologia della rete del cielo

Capitolo 9 del libro “L’occhio della Fenice” di Capotummino, Umberto
Per gentile concessione dell’editore Sekhem

Con l’immagine di una rete, ad un tempo volta celeste e matrice simbolica della realtà, che ci giunge da Lao-Tzu, antico maestro taoista, introduciamo la creazione di un modello autobilanciato e complementare in cui si rivelano le dinamiche degli archetipi numerici di tempo e spazio:

La rete del cielo è grande; sebbene le sue maglie siano allentate, nulla sfugge ad essa[1].

La magica inerenza di tempo e spazio, identificata con il centro e la manifestazione del Tao, trova nel testo dell’I Ching la sua espressione in un mandala d’unione dato dalla Sequenza Primaria, che identifica i rapporti di tempo, e dalla Sequenza Secondaria, che identifica i rapporti di spazio.

Il mandala d’unione che consideriamo rappresenta sia il mondo primigenio degli archetipi sia le loro trasformazioni, animate all’interno del mandala da un movimento di traslazione coerente degli elementi, descritti da assi cartesiani e trigrammi numerati.

Rientriamo così nell’enunciato del principio di relatività secondo Einstein:

Le leggi naturali non cambiano forma, quando si passa dal sistema iniziale di coordinate (riconosciuto corretto) a un nuovo sistema concepito come animato da un movimento di traslazione uniforme in rapporto a se stesso[2].

Useremo un etimo greco per indagare il rapporto intercorrente tra Sequenza Primaria e Sequenza Secondaria. Tale termine è upóstasis «ipostasi». Il suo significato etimologico vale: upó «sotto», unito a istemi «porre», quindi: «il porre sotto». L’etimo ben descrive la Sequenza Primaria sottesa alla Sequenza Secondaria mentre quest’ultima ruota intorno all’axis mundi.

  Leggi tutto “L’ I Ching (I King) e la numerologia della rete del cielo”

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