Negli Usa si è riaperto il dibattito sui principi formulati dal celebre scienziato grazie ai lavori di un fisico olandese: “La sua teoria è un’illusione”. Si tratta di Erik Verlinde che lega le sue critiche all’ipotesi delle stringhe e a quella dell’universo olografico
NEW YORK – La teoria degli universi paralleli funziona anche come una metafora letteraria e ci sono tre modi per raccontare questa storia. Nella prima versione un ladro nel Sud della Francia fa sparire computer, passaporto e carta di credito di un celebre scienziato. La seconda versione racconta la vita di due gemelli monozigoti la cui vita procede perfettamente identica, fino a un divorzio che spezza l’armonia. La terza storia ci rivela che la teoria della gravità di Isaac Newton è un’illusione. Quest’ultima ci porta alla scoperta dell’universo “olografico”, della “teoria delle stringhe” e altri termini esoterici, misteriosi e affascinanti. Nonostante le apparenze è più facile partire dalla fine.
La teoria della gravità è forse la più formidabile legge della fisica, il principio più evidente e universale perché corrisponde a un’esperienza empirica irresistibile. Il bambino ancora non sa parlare e uno dei primi giochi in cui si trastulla dal seggiolone, consiste nel far cadere il cucchiaio della pappa. Lo spettacolo è affascinante nella sua ripetitività. Afferra il cucchiaio, lo solleva, lo lascia cadere, e ogni volta il miracolo si ripete: quell’oggetto viene attratto irresistibilmente a terra, costringendo il paziente genitore a raccoglierlo. Ognuno di noi all’età di 18 mesi è stato Newton senza saperlo. Ebbene, ricrediamoci: la forza di gravità è un’illusione, una beffa cosmica, o un “effetto collaterale” di qualcos’altro che avviene a un livello molto più profondo della realtà.