Una lettera di Vittorio Vanni a Gastone Ventura – Marzo 1979

La lettera che segue è stata pubblicata da tale FuManchu nella pagina Facebook dell’OMAT, con la seguente descrizione:

RITENGO IMPORTANTE TRASMETTERE QUESTO MATERIALE, ESENTE DA VELLEITARISMI, LEGGENDE E QUESTIONI PERSONALI, PER UNA STORIA NON SCRITTA DEL MARTINISMO.

FU MANCHU
MAESTRO D’ORIENTE“

Lettera di Vanni a Gastone Ventura - Marzo 1979

Ad essa Vittorio Vanni ha risposto, sempre sullo stesso sito, con il messaggio che segue:

“In qusto sito vi sono alcuni post di un figlio del celeste impero, Fu Manchù, che ha messo in linea alcuni miei antichi documenti martinisti provenienti dall’archivio del defunto Gran Maestro dell’OM Sebastiano Caracciolo, con protocollo firmato di sua mano. Tale archivio fu surrettivamente copiato poco prima o poco dopo la morte di Sebastiano ed è ben chiara la provenienza dei documenti e anche le motivazione della diffusione. Devo rilevare la gravissima scorrettezza di chi ha copiato l’achivio e che diffonde i documenti, per una sorta di avvertimento mafioso a unn testimonio scomodo perchè troppo informato. Di tutto ciò niente mi cale non avendo armadi riservati ad eventuali scheletri. Considero onorevole e lusinghiero qualsiasi documento da me inviato all’OM o ad altri ambiti, e ringrazio comunque dell’attenzione non meritata. Dichiaro inoltre che il mio archivio è aperto a tutti i ricercatori che dimostrino conoscenza e buona fede, ma diffido a provarci fattucchiere, ciarlatani, manitengoli, ciurmadori, facitori a pagamento di talismani, allocchi e pusilli, e ad altri di simil genia, che l’attuale incremento massmediatico permette una visibilità apprezzata solo ai fessi e agli ingenui, e spesso per fini ignobili.

N.B.: Il presente documento viene pubblicato con il consenso dell’Autore.

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Sulla lettera di Vittorio Vanni a Gerosa: precisazioni e ricordi dell’Autore

Ringrazio Fu Manchu[1], la cui “timidezza” impedisce di qualificarsi con nome, cognome e fotografia, per aver pubblicato una mia lettera a Gerosa[2], che ritengo più preziosa del mio originale in quanto protocollata a Gastone Ventura, anche insudiciata dall’asportazione surrettizia ed indebita dell’archivio di Sebastiano Caracciolo. La mia personale vicenda è di scarsissimo rilievo, ma l’occasione mi permette di ricordare due personaggi che hanno invece una valenza storica nel Martinismo e nei Riti uniti di MM.

Negli ultimi anni settanta Gastone Ventura veniva con una certa frequenza a Firenze, ed ebbi a volte l’onore di condividere con lui la mia tavola. Lo scopo di Ventura era la visita al Marchese Malveggi Campeggi, precettore di un gruppo neotemplare al quale lo stesso Ventura apparteneva per diritto familiare.

Questo gruppo, molto vicino alla curia fiorentina, sfilava con i suoi mantelli all’annuale festa del Corpus Domini, ma la particolare appartenenza di Ventura a gruppi massonici ne impediva il suo riconoscimento ufficiale. Inoltre Malvezzi Campeggi deteneva alcuni documenti sulla filiazione Fabre Palaprat del gruppo neotemplare citato.

Ventura, a quanto sappia, non ha mai avuto accesso a questi documenti, a meno che non siano quelli, di cui ho copia, a suo tempo diffusi. La leggenda vorrebbe che gli originali di questi documenti siano stati poi depositati all’Archivio dell’Opera del Duomo, dove sarebbero stati secretati.

Ventura aveva una particolare amicizia e ammirazione per Ambrogio Gerosa (Ambros S.I.); gli faceva spesso visita e mi chiese di prender contatto con lui.

Gerosa, novantenne, poteva aver necessità del supporto di un giovane forte ed attivo come ero allora e, inoltre, Ventura riteneva che Ambrogio fosse in possesso degli Arcana originali, che Ventura non aveva e che, a mio avviso, non possedette mai.

Ma questa è un’altra storia, che mi permetterò di narrare un’altra volta.

La mia lettera pubblicata era una scusa forse valida, e il contatto avvenne. La mia conoscenza, puramente letteraria, di Gerosa si basava su alcuni brevi interventi (che mi propongo copiare quanto prima) su “Conoscenza”, la prima rivista esoterica (1964) italiana, di cui sono stato segretario di redazione e redattore per tanti anni.

Gerosa non ha mai scritto altro e tantomeno sugli Arcana. Nell’ambiente dell’esoterismo Gerosa è conosciuto solo per le affettuose note su di lui da parte di Ventura, nel suo libro Tutti gli uomini del Martinismo.

Gerosa, massone e martinista, per quanto fosse stato introdotto nell’ambito kremmerziano da Alfonso Del Guercio, preside dell’accademia myriamica fiorentina, non superò mai i primi gradi e non appartenne al GOOE.

Dopo la morte di Mallinger (Sar Elgim), gli successe come Gran Jerofante Mondiale del Rito di Memphis, ma non esercitò mai effettivamente tale funzione. In Italia l’Ordine ebbe un solo membro, il figlio di Del Guercio.

Su mandato della Fudosi belga fu eletto inoltre a capo dell’Ordo Hermetico Tetramegisto, una ricostruzione anni trenta dei “Nicotiniani”.

Gerosa era ancora lucido, ma le mie conversazioni con lui erano per lo più fondate su interminabili racconti della sua vita militare e barzellette anteguerra, anche se talvolta qualche frase interessante veniva fuori. Mi disse con bonomia e pacatezza che a causa della sua età non “poteva essermi maestro”. Poi la sua dipartita. Anche allora vi erano personaggi ignobili, e la sua vecchia casa in via Guelfa fu profanata, in quanto due figuri, poi ben noti, sfondarono la porta e asportarono i documenti di Ambrogio. Ma non sono i “foglietti” che fanno l’iniziato, anzi a volte distolgono dalla via. Ma siccome anche la storia può darci indicazioni interiori sulla via, mi propongo di pubblicare su questo sito alcuni documenti e ricordi se, naturalmente, Claudio Carli potrà ancora ospitarmi.


[1] https://www.facebook.com/profile.php?id=100007374287198

[2] Vedi i documenti pubblicati nella pagina facebook: https://www.facebook.com/OrdineMartinistaAnticoeTradizionale

Lettera di Vittorio Vanni a Gerosa – febbraio 1979

La lettera che segue è stata pubblicata da tale FuManchu nella pagina Facebook dell’OMAT, con la seguente descrizione:

ANCORA UNA VOLTA RITENGO IMPORTANTE TRASMETTERE AI RICERCATORI DELLA VERITA’ QUESTO MATERIALE, ESENTE DA VELLEITARISMI, LEGGENDE E QUESTIONI PERSONALI, PER UNA STORIA NON SCRITTA DELLA MASSONERIA E DEL MARTINISMO.
FU MANCHU
MAESTRO D’ORIENTE

Ad essa Vittorio Vanni ha risposto nel mese di ottobre 2014 con l’interessante lettera che pubblichiamo su queste stesse pagine.

Lettera di Vanni a Gerosa

N.B.: Questa lettera viene pubblicata con il consenso dell’Autore.

Storia del Martinismo in Brasile

STORIA DEL MARTINISMO IN BRASILE

Breve appunto storico sopra il Martinismo in Brasile

(tradotta dal portoghese dall’originale di Fr. Celsius membro della Sociedade das Ciencias Antiguas)

Ancora oggi, molto poco, o quasi nulla, è stato scritto sulla storia dello sviluppo del Martinismo in Brasile. Appena qualche frammento, qui e là, in un vecchia biblioteca particolare di un raro iniziato o raccontata da bocca ad orecchio. Ricostruire questa storia è una cosa difficile nella quale noi ci impegnamo, sapendo già che una grande nube copre il passato delle Società Segrete.

Subito dopo la grande espansione del Marinismo nel mondo, fatta da Gerard Encausse- PAPUS- incontriamo i registri di una prima Delegazione Nazionale per il Brasile, attraverso una Carta Patente n°141, data proprio da Papus nel 1904, a uno dei suoi iniziati: Dario Velozo.

Il poeta, filosofo e professore Dario Velozo, con nome simbolico di APOLONIO, nato il 26 novembre del 1869, svolse nella città di Curitiba un lavoro pioniere di divulgazione del Martinismo, dedicandosi principalmente al suo “istituto Neopitagorico”, istituzione iniziatica ancora esistente che si dedica agli studi filosofici sui modelli degli antichi greci.

Dei precursori del movimento Martinista, un nome si fa necessario per renderne omaggio: Antonio Olivio Rodrigues, AOR, nato in Portogallo nel 1879 che arrivò in Brasile nel 1890. A vent’anni d’età già si interessava agli studi iniziatici e come ricercatore della verità, arrivò a incontrare la sua iniziazione nel 1907 in una Loggia Martinista che lavorava silenziosamente in San Paolo (São Paulo), sotto la direzione del non meno importante e venerabile Dr.Horacio de Carvalho, che era, a sua volta, stato iniziato da Papus.

AOR diede un contributo incommensurabile all’iniziazione con il suo lavoro di divulgazione, attraverso la creazione del “Circolo Esoterico della Comunione del Pensiero” (Cìrculo Esoterico da Comunhão do Pensamento). Il Circolo Esoterico si costituì, senza dubbio, nel maggior divulgatore, non del Martinismo, ma dell’Occultismo, che era a questa altezza, incipiente nel paese. Da questo la grande difficoltà dello sviluppo del Martinismo.

Il Circolo Esoterico fu un associazione che congregò nella prima metà del secolo, più di centomila membri attivi, con palestre, corsi, riunioni, e pubblicazioni di libri. La Editrice “ O Pensamento” fu quella che introdusse nel paese le opere di Eliphas Levi, Papus, e tanti altri. AOR venì a mancare nel 1943.

Ancora come collaboratore del Circolo Esoterico avevamo una importante figura in Francisco Waldomiro Lorenz, alias SEVAKA, S.I.I., Dottore in Kabala, nato in Boemia, regione della (-ex-n.d.t.) Cecoslovachia, il 24 dicembre 1872. Fece, ancora in Boemia a 18 anni d’età, pubblicare il suo primo libro. Grande illuminato, di cultura riconosciuta, parlava 72 lingue, tra vive, morte, e dialetti. Pubblicò in Brasile vari libri come “Nozioni elementari di Cabala”, “Lezioni pratiche di Occultismo Utile”, “ raggi di Luce Spirituale”, e dopo molte altre opere, redasse per almeno 20 anni, l’”Almanacco del Pensiero” (Almanaque do Pensamento), edito ancora oggi dalla Editrice Pensamento. Lo spirito del Martinismo però, pervenì dopo tramite un altro Iniziato, Albert Raymond Costet-Conte di Mascheville, alias CEDAIOR, come verrà ad essere conosciuto nell’ambiente iniziatico. Nacque a Valence, in Francia, il 1 settembre 1872. A tredici anni lasciò la sua terra natia per continuare gli studi di violino al Conservatorio di Parigi. In questa partenza per Parigi permanne qualche giorno a Lione dove tenne la felicità di conoscere l’Iniziato Philippe Nizier.

Fu iniziato nel 1892 da Ivon Leloup- SEDIR. Divenne, poco dopo, Maestro di cerimonia della “Loggia Hermanubis” che era presidiata da Sedir e nella quale si studiava specialmente la tradizione Orientale. nel 1893 era già S.I. e Sacerdote Gnostico. Nel 1894 fu consacrato Vescovo dal proprio patriarca della Chiesa Gnostica: Jules Doinel – VALENTINUS

In unione col suo iniziatore, CEDAIOR, realizzò una quantità di esperienze di psicometria e si dedicò, negli anni dal 1889 al 1909 alla Massoneria, Martinismo e all’Orientalismo. Fece a Parigi e nei dintorni, con Oswald Wirth, una campagna di conferenze sopra il simbolismo, in logge di differenti Riti senza risultati plausibili.

Ispirato dalla profezia del suo Maestro spirituale Valentinus che disse: “tutto ciò che fai in Francia è appena preparatorio per te. La tua missione personale è dall’altro lato del mare. Nulla è più per il vecchio mondo!”

Cedaior con la sua sposa e suo figlio decide di dar una nuova rotta al suo cammino iniziatico. Sbarcano il 26 Febbraio 1910 a Buenos Aires, Argentina, portandosi dietro appena il suo “bagaglio” intellettuale. È importante dire che in questa epoca Cedaior era già Dottore in Kabala, dell’ l’Ordine Kabalistico della Rosa Croce (O.K.R.C.-n.d.t.), di Stanislas de Guaita. Il lavoro di divulgazione del Martinismo è ora, molto difficile e rende pochi frutti, nonostante il contatto trovato da Cedaior con i massoni del sud del continente. In Argentina fonda la Iglesia Expectante, il 17 Agosto 1919.

È senza dubbio alla grande amicizia svolta con una brasiliana, la signora Ida Hoffman, che Cedaior decide di investire il suo lavoro in Brasile. Nel 1923, arriva finalmente in Brasile, andando inizialmente a dimorare in un luogo di proprietà della signora Ida Hoffman, alias PEREGRINA, nella città di Joinville, stato di Santa Catarina. Ida Hoffman era stata iniziata da Theodor Reuss, il tedesco che era Gran Maestro del Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraim e capo dell’O.T.O.- Ordo Templi Orientis.

Il 30 Novembre del 1924, ritorna in Brasile e suo figlio più vecchio, Leo Alvarez Costet de Mascheville, stette due anni in Francia prestando servizio militare aprofittando così per mantenere il contatto con gli ambienti Martinisti. Leo de Mascheville, fu iniziato da suo padre nel 1920, adottando il nome simbolico di JEHEL.

L’arrivo di Jehel dava un nuovo alito (alito vitale – n.d.t.) a quelli che stavano e con il suo entusiasmo incitò il padre a intraprendere uniti un nuovo investimento nel senso di accendere definitivamente la chiamata del Martinismo nel Brasile. Così, la famiglia fece nuovamente le valige e si mosse per Curutiba, città dove finalmente conoscono Dario Velozo col quale già erano in corrispondenza per carta da molti anni.

Jehel e Cedaior proposero a Dario Velozo di fare un movimento di riorganizzazione del Martinismo nel continente. Ma questi, causa la sua età avanzata e al precario stato di salute, preferisce trasferire la funzione di incarico di Sovrano Delegato Generale per il Brasile a Cedaior, rimanendogli però un amico votato.

Il 22 agosto 1925 è fondata a Curitiba la loggia “Hermanubis”, in omaggio alla prima loggia che Cedaior frequentò a Parigi, essendo Jahel il suo Phil…Inc…., situata discretamente in Rua 15 Novembro congiuta con le Officine del giornale “ Diario de la Tarde” che era di proprietà del Dott. Generoso Borges de Macedo- GEMINI

Fondano l’anno seguente la Loggia Papus a Goias. Negli anni che seguirono, padre e figlio diffusero il Martinismo per il Brasile, quando infine, nel 1931, si radicheranno a Porto Alegre, a sud del Brasile.

È a aPorto Alegre che si riuniscono una congiunzione di fattori propizi alla causa, come la prosperità finanziaria e all’icontro di “suolo fertile”, cioè, di uomini realmente atti alla via iniziatica. Finalmente comincia l’impulso più forte dato al Martinismo nel paese dopo allora.

Nel 1936 Cedaior si muove nuovamente. Va a risiedre a San Paolo, giungendosi ai Martinisti di questa città. Tuttavia, per la sua età, trasferisce la direzione dell’Ordine a suo figlio Leo di Mascheville (Jehel). È necessario che si faccia qui un fermata. Pesare tutto quello che apprendiamo tradizionalmente da bocca a orecchio, è precisamente riconoscere che la grande espansione del Martinismo in America del Sud si deve al lavoro di Leo di Mascheville, come vedremo poi.

Fino al 1936, il Martinismo in Brasile si espanse in maniera timida, da uomo a uomo, con poche logge stabilite, senza un organo centrale.

Il 28 febbraio 1937 mancò Dario Velozo. È appena il 23 dicembre del 1939 che è fondata, a Porto Alegre, Brasile, conforma alla sua Costituzione Generale, l’ “Ordine Martinista dell’America del Sud” ( Ordem Martinista da America do Sul ) che congregò praticamente tutti i Martinisti in attività nel Brasile, Argentina e Uruguay.

 L’Ordine è fondato, conforme alle parole proprie di Jehel : “come uma miniatura da Ordem establecida por Papus” [1]. Così la sua struttura interna era somigliante a quella elaborata da Papus, tentando di mantenere una maggior fedeltà alla tradizione del Martinismo. Conforme alla sua Costituzione Generale, promulgata il 14 marzo 1940, sovrana e indipendente di qualsiasi organo centrale Francese.

Il rito era composto da tre gradi ai quali si ascendeva mediante esame: Associato, Iniziato, Superiore Incognito, sommandosi ancora la dignità di Iniziatore. La sua ritualistica, paramenti, decorazioni di loggia, etc… erano nitidamente ispirati nel famoso diruale “Rituel dressè par TEDER” [2]. Conforme alle parole di Johel il funzionamento delle Logge si dava nella maniera seguente “ogni iniziatore ha l’obbligazione di aiutare i suoi Discepoli a studiare i “Programmi di ogni grado…” che consistono nello studio del simbolismo massonico, alfabeto ebraico, Cabala, astrologia, magnetismo, magia, teurgia, vangeli, opere di Saint-Martin e altri maestri…etc…” Nelle cerimonie collettive, settimanali, le riunioni avevano carattere multiplo; oltre la parte ritualistico-misitica, che alimenta l’anima psichica e l’Eggregora, si facevano esperienze magnetiche, oltre che percezioni metafisiche, etc.., e senza dubbio, la parte più essenziale e utile, è la catena di unione, per una preghiera magico-misitica.”

Sono creatori G.I.D.E.E., Gruppo Indipendente di Studi Esoterici (Grupos Indipendentes de Estudos Esotericòs) a Montevideo, Buenos Aires e La Plata. Nell’Aprile 1942, l’organo ufficiale dell’Ordine, a rivista “Iniciaciòn”, a modello della rivista francese, fu pubblicata verso ottobre 1947.

Furono anche pubblicati le traduzioni di vari libri classici in due collezioni “La Biblioteca de la Orden Martinista” e “La Biblioteca de la Orden Kabalisitca de la Rosa+Cruz”.

Come ordine “interiore” funzionano come lavori quelli dell’ Ordine Cabalistico della Rosa Croce con i suoi gradi di: “Bacharel em Kabala”, “Licenciado em Kabala” e “Doutor em Kabala”. Essendo considerati rispettivamente come il 5°, 6° e 7° grado dell’Ordine Martinista.

L’Ordine Martinista dell’America del Sud ricevette anche l’influenza del Martinismo del Cile attraverso Leon Tournier (gruppo Bethel), che era stato iniziato da Papus, ma aveva la Carta Costitutiva emanata dal Martinismo Lionese.

Parallelamente funzionavano ancora la Chiesa Gnostica e il Suddha Dharma Mandalam che era una scuola filosofica Hindu, che arrivò nel Brasile via Cile e che propagava le pratiche delle diverse linee yoga. Il 22 gennaio 1943 a Porto Alegre, mancò CEDAIOR. Questo lavoro di espansione può essere confermato dal buon numero di “gruppi di Studio” in funzione, anche come un grande numero di Iniziati. Il 29 ottobre 1944 (in piena guerra mondiale) è concessa la carta Costitutiva n° 23 al “Gruppo di Studio Mahasaya”, e appena due iniziatori attinsero a una cifra di 155 iniziati. Totalizzavano 23 gruppi, 5 Logge, e 422 Iniziati.

Alla metà del 1945 occorse uno scisma tra alcuni membri, facendo dividere l’Ordine in queste parti: “Ordine Martinsita dell’America del Sud “ che è assunta per Pedro Pinto Soares Freire, col nome simbolico ATHAUALPA o anche MAUA’, attuando nel Brasile l’Ordine Martinista ramo continuato per Jehel, con la sua sede in Montevideo, Uruguay; e un’Ordine Martinista Universale con sede in Rio de Janeiro.

Pedro Freire, o Athaualpa, era S.I.I., e ricevette il diploma di Dottore in Kabala da Francisco Waldomiro Lorenz, SEVAKA, e poi fu nominato patriarca della Chiesa Gnostica da Robert Ambelain, AURIFER. Tale investitura fu molto contestata nell’epoca, essendo oggi uno dei differenti rami della Chiesa Gnostica nel mondo.

Da questa generazione di Iniziatori, crebbe la figura del Dott. Ernesto Braga, definito dai suoi discepoli come un iniziato di ordine superiore. Ci raccontò uno dei suoi ultimi discepoli, un episodio pittoresco che può illustrare la figura che era del Dott. Braga e l’aura di misticismo che lo circondava: un ragazzo, di cui non è conveniente rivelare il nome, fece un viaggio da Porto Alegre a Rio de Janeiro. Durante il volo, l’aereo passa per una grande turbolenza. Volando per la prima volta, fu preso da una forte nausea seguita da vomito. Disperato, si chiuse nella toilette e supplicò mentalmente “Braga, per favore, mi aiuti!” Atterrando l’aereo a Rio de Janeiro e ristabilendosi dal suo stato, il ragazzo vuol comprare un presente da portare al suo Maestro. Passando qualche giorno, ritornando a Porto Alegre, vi fu la riunione settimanale Martinista che era presieduta dal Dott. Braga, approffitò dell’opportunità per presentarglielo. All’incontro col suo maestro, essendo vari fratelli nello stesso luogo, in un ambiente di molta amicizia e cameratismo, sfidò il Dott. Braga nell’indovinare che cosa conteneva il pacchetto.

Il dott. Braga rispose: “non vado ad indovinare, perché so cosa c’è dentro questo pacchetto. Nel momento che tu avevi la buona idea di presentarmi, faceste una connessione mentale con me, e io ti vidi. D’altronde tu già mi avevi chiamato nell’aereo quando stavate male. E, grato per l’assistenza che supposi ti prestai, decideste di comprarmi un presente. Fosti in un grande piazza nel centro di Rio, e nel bazar del terzo andante incontraste un oggetto che giudicaste adeguato da presentarmi: una statuetta di Budda.”

Aprii il pacchetto e c’era una statuetta di Budda !

All’inizio degli anni ’70 qualche membro decise di ritornare in contatto con il vecchio mondo. Tale movimento è abbracciato da Ary Ilha Xavier. Ary Ilha Xavier-SEDIR- nacque a Santa Maria, il 9 giugno 1932. Arrivò all’iniziazione tramite la Massoneria, facendo parte della Loggia Eureka n° 27 ancora esistente nella stessa città. La detta loggia Massonica fu, per molto tempo, un locale dove erano selezionati gli elementi che sarebbero stati iniziati al Martinismo. Fu la’ che venne a conoscere i Martinisti come Pedro Freire – ATHAUALPA- e Otto Germano Beust- KUNRATH- Quest’ultimo nacque nella stessa città il 18 gennaio 1911, militando per più di trent’anni negli ordini Iniziatici dell’Occidente.

Fu nel 1973 che Ary Ilha Xavier fece il suo primo viaggio a Parigi per un primo contatto con Robert Ambelain. Con una lunga conversazione, Ambelain lo consiglia di parlare con Philippe Encausse, ora Presidente della Camera di Direzione dell’Ordine Martinista e figlio di Papus.

Dopo vari contatti con Philippe Encausse, Ary Ilha Xavier è riconosciuto come S.I.I. Martinista ed è nominato Sovrano Delegato Nazionale dell’Ordine Martinista in Brasile.

Dei vari contatti stabiliti in Europa da Ary Ilha Xavier possiamo sottolineare quello con il Rito Rettificato in Francia, con Ivan Mosca – HERMETE – in Italia, e con Josè de Via – PERSIVAL- in Spagna.

La pubblicazione del libro “ Temi di Occultismo Tradizionale “ di Persival, fu proibita in Spagna. Come l’ ultimo periodo di un vecchio iniziato, Persival chiede a Ary Ilha Xavier di pubblicare il suo libro in Brasile. Prima di partire per l’Oriente Eterno, Persival potè ancora vedere la sua opera stampata.

Nel 1976 ci fu la visita dell’ allora Delegato dell’Ordine per le Americhe: Emilio Lorenzo, con la sua sposa Maria Lorenzo. Tale delegazione fece visita ai gruppi Martinisti in Argentina, Uruguay e rimasero per 40 giorni in Brasile. Concepirono, qui un “ordre Martiniste”, sotto la giurisdizione dell’allora delegato Nazionale, circa di trenta membri, distribuiti in tre “Gruppi Martinisti”. Essendo il Gruppo Louis Claude de Saint-Martin n° 85, sede della delegazione dell’Ordine per il Brasile, in funzione nella città di Cachoeira do Sul, diretto per Ary Ilha Xavier.

L’Ordine Martinista vide una accelerata espansione quando fu scossa da due avvenimenti rilevanti: la morte il 12 aprile 1978 di Ary Ilha Xavier, di cancro e di Otto Germano Meust, causa una trombosi celebrale nella notte del 23 settembre del 1978, rimanendo in uno stato di coma profondo per 3 anni e 40 giorni. Mancò il 1 novembre 1981 in Santa Maria. Questi, dotato di chiaroudienza, previde la sua degenza e la data di morte un anno prima.

Come già diceva Eliphas Levi “non si può uccidere un Padre. Ammazzando un padre si crea un martirio. Un padre martire è la pietra fondamentale di un seminario; e un seminario crea centinaia di padri…” Così, spiegandosi nell’esempio di questi iniziatori che ebbero come unico scopo nella loro vita la ricerca dell’iniziazione reale, una piena di iniziati si formò (e va formandosi) con una sede simile a quella dei suoi maestri.

In tutti i fine secolo, vi è nella sua ultima decade, una grande onda di rimpianto e nostalgia. Come non poter desiderare di essere, e il secolo ventesimo vide con stupefazione, un grande onda di entusiasmo nella rivitalizzazione degli ordini iniziatici in tutto il mondo.

Sono questi cicli meravigliosi, che contano come complicità la Provvidenza Divina e dei Maestri dell’ Invisibile, che si stabiliscono nella terra, da tempi e tempi.

Noi teniamo ancora, la felicità di presenziare, e la opportunità di vivere (e non saremo vividi) questi momenti che faranno la storia dell’umanità.

Jetro

[1] “come una miniatura dell’Ordine stabilito da Papus”

[2] “Rituale lasciato da TEDER”

La Via interiore secondo L.C. de Saint-Martin

del Fr::: Claude

“Colui per il quale il tempo è eguale all’eternità,

e l’eternità identica al tempo,

è libero da ogni dilemma”

(Jacob Böhme)

Saggissimo, Fratelli tutti,

molte volte si accusa il Martinismo di non essere un ordine operativo, ma semplicemente una specie di “università della Massoneria”1, dove si approfondiscono i temi esoterici rispetto ai quali i Massoni, usualmente, balbettano. L’Ordine Martinista, si osserva non a torto, nasce con funzione ancillare rispetto all’Ordine Kabbalistico della R+C (1890), poi rispetto alla Chiesa Gnostica (1892) ed infine rispetto agli Eletti Cohen (1968); né si può dire che Saint Martin, che si definiva “lo spazzino del Tempio”, ambisse ad essere ricordato come il fondatore di una scuola2.

Leggi tutto “La Via interiore secondo L.C. de Saint-Martin”

Sono praticabili oggi la dottrina e gli insegnamenti di Louis-Claude de Saint-Martin?

SONO PRATICABILI, OGGI,

LA DOTTRINA E GLI INSEGNAMENTI

DI

LOUIS-CLAUDE DE SAINT-MARTIN ?

 

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            Più volte, dei fratelli, non solo fra gli Associati, li ho sentiti porsi la domanda se il pensiero, ovvero la dottrina con i relativi insegnamenti del Filosofo d’Amboise, e conseguentemente la via da lui tracciata, siano sempre attuali. Questa domanda, che anch’io mi sono posto tanti anni or sono, è da ritenersi più che appropriata, specialmente se si considera l’epoca in cui stiamo vivendo: un’epoca in cui il tempo non ha più tempo, un’epoca in cui tutti rincorrono gli attimi, senza accorgersi che con essi se ne va il proprio esistere.

            C’è tanta voglia di tempo, e nel continuo desiderio di dare un senso alla nostra esistenza, la nostra vita sembra essersi trasformata in una corsa affannosa verso un traguardo che si rivela sempre impossibile da raggiungere e che ci riporta alla mente le parole di Quelet, figlio di Davide, re di Gerusalemme (Quelet 1:14): «Ho meditato su tutto quel che gli uomini fanno per arrivare alla conclusione che tutto il loro affannarsi è inutile. È come se andassero a caccia di vento».

            In questo mondo in cui ha preso il sopravvento la scienza e la tecnologia a seguito del grande sviluppo del pensiero razionale, non siamo più in grado di prendere i giusti provvedimenti che ci riguardano e di riflettere sul passato, sul presente e sul futuro; e via via che i ritmi della vita moderna continuano ad aumentare ci sentiamo sempre più scollegati dai ritmi biologici del pianeta e sempre meno in grado di vivere un rapporto diretto con l’ambiente naturale. Il ritmo del nostro tempo non è più in armonia con il sorgere ed il tramontare del sole, con il flusso e riflusso delle maree, con l’avvicendarsi degli equinozi e dei solstizi, col calendario lunare e con quello solare, insomma è venuto meno il rapporto tra microcosmo e macrocosmo. Tutt’al più il nostro rapporto con la natura e con il mondo che ci circonda si limita all’osservazione del cielo da una finestra prima di uscire di casa, per stabilire se è il caso o meno, di portare con noi un ombrello.

            Oggi, l’impotenza dell’uomo, così come dice il filosofo rumeno, Emile Cioran, è giunta al punto «di dover affrontare una sventura inusitata, e cioè quella di non avere diritto al tempo».

            Leggi tutto “Sono praticabili oggi la dottrina e gli insegnamenti di Louis-Claude de Saint-Martin?”

Ovidio La Pera

Ovidio La Pera è nato ad Agira (En) il 22 febbraio 1933. Vive e lavora a Firenze dove a suo tempo ha compiuto i suoi studi nel campo delle Belle Arti, ed ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte nelle Scuole Medie Superiori. Contemporaneamente ha svolto la propria attività artistica in qualità di pittore, grafico e scultore con mostre personali e collettive in varie città italiane e statunitensi. Nel corso della sua esistenza si è interessato alle problematiche d’ordine spirituale ed in particolare agli insegnamenti del filosofo francese del Settecento Louis-Claude de Saint-Martin, di cui ha tradotto tutti gli scritti che nel corso degli anni sono stati pubblicati da vari editori. Attualmente è impegnato nella traduzione di alcune opere del filosofo teutonico Jacob Böhme, il quale, con i suoi scritti, suscitò un grande interesse in Saint-Martin, al punto di indurlo in età avanzata a studiare la lingua tedesca al fine di comprendere e di tradurre, per uso proprio, in francese, le opere di questo grande illuminato, che gli rivelarono ciò che nei documenti del suo primo maestro, Martines de Pasqually, aveva soltanto intravisto; e da quel momento, come egli stesso ci dice, lo guardò sempre come la più grande luce umana che fosse mai apparsa. Oltre alle traduzioni, al suo attivo, vi sono anche dei saggi in cui Ovidio La Pera esamina aspetti particolari e fondamentali delle tematiche che Louis-Claude de Saint-Martin ha affrontato nell’arco della sua attività filosofico-letteraria e che costituiscono l’elemento centrale di tutto il suo pensiero e della sua dottrina; e ciò, senza però volere con questo dare ad essi una spiegazione definitiva, data la loro natura specificatamente esoterica e perciò esclusivamente legata ad una loro personale interiorizzazione di tipo meditativo; pertanto queste riflessioni andranno accolte semplicemente come un ulteriore contributo alla conoscenza della via tracciata da Saint-Martin e da lui proposta a tutti gli uomini di desiderio.

L’Ammirazione

 

L’Ammirazione

 

di Ovidio La Pera

 

     Oltre alle tante opere scritte dal nostro filosofo e giunte a noi, ve ne sono altre che erano in progetto, ma che poi non furono portate a termine, e tra queste, ve n’era una, intitolata: “Trattato sull’ammirazione”. Di questo “Trattato” ci sono però giunti alcuni frammenti di notevolissimo interesse e su cui ci intratterremo in quanto ci aiutano a capire più compiutamente le considerazioni di Louis-Claude de Saint-Martin sull’uomo, oltre quelle già prese in esame nei precedenti capitoli.

Questi frammenti sono stati pubblicati nel 1807, dal cugino Nicola Tournyer, assieme ad altri frammenti di scritti del nostro autore, in una raccolta intitolata “Opere postume”, in due volumi.[1]

Nell’introduzione di questo frammento, l’Autore ci fa sapere che ha creduto di rendere un servizio ai suoi simili scrivendo questo “Trattato”, poiché essi, fissando la loro attenzione sul concetto d’ammirazione e quindi su di un vero tesoro che è a portata di mano per chiunque, potevano procurare delle luci alla loro intelligenza e dei godimenti al loro essere essenziale.

Le osservazioni da lui fatte sull’ammirazione lo hanno portato, inoltre, ad esprimere il suo pensiero sul problema dell’ateismo; del quale ci occuperemo dopo aver esaminato questo vero tesoro di cui egli parla, tesoro che, secondo quanto egli afferma, è tanto vicino a noi e dal quale vedremo provenire potenti meraviglie, consistenti in una verità semplice e comune in apparenza, ma di cui finora, non si è abbastanza considerato il valore.

Questa verità, ad un tempo vasta e semplice, sublime e comune di cui egli parla nel suo “Trattato”, eccola esposta nella seguente opera che ne contiene i frammenti:

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Ovidio La Pera

Ovidio La Pera è nato ad Agira (En) il 22 febbraio 1933. Vive e lavora a Firenze dove a suo tempo ha compiuto i suoi studi nel campo delle Belle Arti, ed ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte nelle Scuole Medie Superiori. Contemporaneamente ha svolto la propria attività artistica in qualità di pittore, grafico e scultore con mostre personali e collettive in varie città italiane e statunitensi. Nel corso della sua esistenza si è interessato alle problematiche d’ordine spirituale ed in particolare agli insegnamenti del filosofo francese del Settecento Louis-Claude de Saint-Martin, di cui ha tradotto tutti gli scritti che nel corso degli anni sono stati pubblicati da vari editori. Attualmente è impegnato nella traduzione di alcune opere del filosofo teutonico Jacob Böhme, il quale, con i suoi scritti, suscitò un grande interesse in Saint-Martin, al punto di indurlo in età avanzata a studiare la lingua tedesca al fine di comprendere e di tradurre, per uso proprio, in francese, le opere di questo grande illuminato, che gli rivelarono ciò che nei documenti del suo primo maestro, Martines de Pasqually, aveva soltanto intravisto; e da quel momento, come egli stesso ci dice, lo guardò sempre come la più grande luce umana che fosse mai apparsa. Oltre alle traduzioni, al suo attivo, vi sono anche dei saggi in cui Ovidio La Pera esamina aspetti particolari e fondamentali delle tematiche che Louis-Claude de Saint-Martin ha affrontato nell’arco della sua attività filosofico-letteraria e che costituiscono l’elemento centrale di tutto il suo pensiero e della sua dottrina; e ciò, senza però volere con questo dare ad essi una spiegazione definitiva, data la loro natura specificatamente esoterica e perciò esclusivamente legata ad una loro personale interiorizzazione di tipo meditativo; pertanto queste riflessioni andranno accolte semplicemente come un ulteriore contributo alla conoscenza della via tracciata da Saint-Martin e da lui proposta a tutti gli uomini di desiderio.

Il Martinismo

 

Il Martinismo

 

Il Martinismo è un sistema iniziatico che si richiama agli insegnamenti ed alle dottrine di Martinès de Pasqually (1727-1774), Jean-Baptiste Willlermoz (1730-1824) e Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), tutti e tre operanti in Francia, in ambito massonico. In effetti il vero fondatore fu Martinès de Pasqually, uno tra i personaggi che maggiormente hanno incuriosito l’Europa alla fine del XVIII° secolo, ma allo stesso tempo dei meno conosciuti e dei più misteriosi.

Coinvolto nei diversi sistemi degli “alti gradi” della Massoneria settecentesca, egli, in possesso di una bolla o patente massonica ereditaria che suo padre aveva avuto da Carlo Eduardo Stuart, nel 1738, che gli consentiva di iniziare “a vista” massoni e fondare Logge e Capitoli, e in seguito riconosciuta valida anche in Francia, creò nel 1754 circa, l’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen (dal vocabolo ebraico cohanim che significa “sacerdoti”) dell’Universo; cioè un sistema in cui dopo i tre classici gradi di Apprendista, Compagno e Maestro, si inseriscono  una classe del “Portico”, una del “Tempio” ed una “Segreta”, corrispondente al grado di Rosa-Croce. Ma già fin dalla classe del Portico vengono introdotti i primi fondamenti della dottrina di Martinès, e cioè della Reintegrazione di ogni essere in senso universale.

Questa dottrina è derivante forse dalla religiosità mariana, da cui egli probabilmente discende, o da quella degli ebrei sefarditi, nonché da reminiscenze di certi gruppi gnostici o da lontani echi della tradizione esoterica islamica; ma anche, da insegnamenti di impronta cabalistica.

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