Maieutica


 

MAIEUTICA: dal greco maya (madre, levatrice) e téchne (tecnica, arte); arte della levatrice.

Maieutica parte da due distinte e logicamente dipendenti impulsi di analisi.

Il primo è legato al concetto di metalavoro: ogni aspetto della rappresentazione è in realtà una chiave che riconduce ad un preciso momento creativo.

Il secondo è teso all’archetipo del percorso conoscitivo. La scelta esegetica è quella di attualizzare il “Mito della Caverna” (Platone, Timeo).

La scenografia – ex manifattura tabacchi “la Colletta”, Torino – è l’incarnato della situazione creativa di partenza, è la caverna contemporanea dove l’ oscurità prevarica la luce, l’ombra è visione distorta che inganna il percepire. In essa la vastità decadente del vuoto produttivo, lascia spazio alla catarsi di un divenire razionale e creazionale.

E’ in sintesi il movimento che si confronta con l’immobilità e tenta di colmare gli spazi.

Quello dell’attore è un muoversi visivamente performativo, come in una danza rituale, vacillante, dà forma ai tempi creativi. Questo, come lo schiavo nel mito, è un simulacro, immagine che contiene in sè, per proiezione, l’artista. Così mentre l’orizzonte tecnico e concettuale, limitandosi e ampliandosi, prende forma di fronte all’evidenza dei fatti, egli compie un percorso di scoperta e apprendimento. La scelta di una fotografia surreale, esprime la volontà di ricercare visivamente l’irrealtà dell’immagine mitica.

E’ compito dell’ombra, il motore di ricerca attivo, non della luce, preludere agli elementi successivi alienando visivamente gli spazi rendendoli inaccessibili. In un parallelismo concettuale con le immagini artificiali che si proiettano nella caverna platonica è però la luce il segnale del passaggio da una dimensione conoscitiva ad un’altra, sempre più compiuta.

Così il fiammifero segna l’inizio di una gradualità luminosa che trova le sue tappe successive nella candela e nella torcia, che permette all’attore di accorgersi che al di là della finestra c’è altro.

Sono gli ultimi istanti che lo conducono verso la conclusione della sua ascesa. Infine, nel nero, termina Maieutica. Ma non è un’oscurità conclusiva, statica: è il ritorno nella caverna dello schiavo mitico, intenzionato a raccontare il percorso compiuto ai compagni di prigionia, rimettendosi così al loro giudizio così come il lavoro si rimette al giudizio critica. E’ una fine che concettualmente e tecnicamente (il video è infatti stato pensato per una riptoduzione in loop) prelude all’ inizio.

titolo: MAIEUTICA

autori: ANDREA FOSSATI, ALESSANDRO RIZZO, LUCA ROGGERO

attori: ELENA MARTINO

durata: 9′ CIRCA

anno: 2007

Platone, figlio di Aristone del demo di Collito, è stato un antico filosofo greco. Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.
Vedi su: https://it.wikipedia.org/wiki/Platone

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