L’Arte di ascoltare di Plutarco: una metodologia per preparare i ragazzi allo studio della Filosofia.

L’arte di ascoltare è un trattato morale e pedagogico scritto da Plutarco nel I-II secolo d.C., che fa parte delle sue Moralia, una raccolta di saggi su vari temi filosofici e culturali. In questo testo, Plutarco si rivolge a un giovane Nicandro, che sta per iniziare il suo apprendimento della filosofia, e gli offre dei consigli preziosi su come ascoltare con attenzione e discernimento le parole dei maestri. Plutarco sostiene che l’ascolto è la base per raggiungere la conoscenza di sé e la saggezza, e che bisogna evitare le distrazioni, le pretese e le opinioni infondate che possono ostacolare la comprensione del vero.

L’arte di ascoltare può essere considerata come una metodologia di approccio per i fanciulli allo studio della filosofia, perché insegna loro a sviluppare alcune abilità fondamentali per il pensiero critico e la riflessione personale. Tra queste abilità ci sono:

  • La capacità di formulare domande pertinenti e stimolanti, che portino a esplorare i problemi filosofici in modo approfondito e originale.
  • La capacità di ascoltare con curiosità e apertura le diverse prospettive dei filosofi, senza giudicare o imporre la propria visione.
  • La capacità di confrontarsi con gli altri studenti o con i maestri, scambiando idee e opinioni in modo costruttivo e rispettoso.
  • La capacità di valutare il proprio ragionamento, verificando se è coerente, logico ed efficace.

Per applicare l’arte di ascoltare allo studio della filosofia, si possono seguire alcuni suggerimenti pratici:

  • Prima di leggere o ascoltare un testo o una conferenza filosofica, prepararsi informandosi sul contesto storico-sociale in cui è stato scritto o pronunciato il pensiero.
  • Durante la lettura o l’ascolto attento del testo o della conferenza filosofica, prendere appunti su i concetti chiave, le argomentazioni principali e le fonti citate.
  • Dopo la lettura o l’ascolto del testo o della conferenza filosofica, riassumere con parole proprie il contenuto principale, evidenziando i punti salienti e le domande rimaste irrisolte.
  • Infine, confrontarsi con gli altri studenti o con i maestri sul testo o sulla conferenza filosofica appreso, esprimendo le proprie opinioni critiche ma anche aperte al dialogo.

Per approfondire è possibile consultare i seguenti siti web:

Alessandro Baricco: Mantova Lectures – Sulla Verità

Le Lectures non sono lezioni, e nemmeno uno spettacolo teatrale. Sono l’esposizione di un prolungato movimento della mente. Sono il Sapere come apparirebbe se ne facessimo un’installazione artistica. Di e con Alessandro Baricco.

Una lezione magistrale di un grandissimo comunicatore, capace di indurre con grande semplicità ma con altrettanta profondità, l’apertura mentale e la comprensione in chi ha la fortuna di ascoltarlo.

In questa puntata illustra il tema della Verità, partendo dallo spiegare la genialità insita nella mappa della metropolitana di Londra per arrivare a Dante, Kant, Beethoven.

Semplicemente meraviglioso. Regalatevi quest’ora e mezza di pura illuminazione!

La magia dei numeri: perché il 137 regola l’universo

Affascinante conferenza dello scienziato e matematico Mario Bruschi, che spiega in maniera semplice e comprensiva il significato occulto dei numeri e le basi scientifiche che sottostanno a molti numeri cosiddetti “sacri”, spaziando, nella digressione, dalla Kabbalah alle costanti universali e alla spiegazione del perché, tra gli infiniti universi esistenti, noi siamo proprio in questo.

Vale veramente la pena di ascoltarlo fino in fondo!

Mario Bruschi

Il prof. Mario Bruschi lavora al Dipartimento di Fisica dell’Università “La Sapienza” di Roma.

La costruzione logico-geometrica della tavola degli elementi

Se ipotizziamo che tutto segue un’unica logica, in cui gli errori generano complicazioni e confusioni e la persistenza negli errori genera incomprensioni e divisioni; allora la MATERIA, base su cui tutto si svolge e con cui si comunica e si ragiona, si forma seguendo la logica più semplice; da apparire persino banale, una volta partiti dall’inizio, e “memore” dei suoi sviluppi precedenti, nella ricerca delle successive forme di evoluzione.

   Ogni cosa, per esistere, ha bisogno di spazio e di tempo insieme, ed ha un inizio ed una fine. Ecco perché lo spazio-tempo è una cosa sola e, in qualsiasi ordine di grandezza, è finito, “discreto”. Ma bisogna considerare che il tempo è la prima dimensione (la numero zero), non la quarta, perché è uguale per tutto e tutti; altrimenti non ci sarebbe possibilità di comunicazione, ed è per questo che non può tornare indietro: non si riconoscerebbe la forma spaziale che si è potuto quantificare prima perché non se ne avrebbe memoria (che è lo stesso) e non si potrebbe progredire.

   Del resto, è ben più logico pensare che Albert EINSTEIN avesse inteso dire NON che “tutto è relativo”; bensì che “TUTTO E’ RELAZIONABILE!”. La struttura dello spazio-tempo fornisce quindi la coscienza della prima razionalizzazione: la Geometria (per cui il motto di Platone), ed ha la sua forma più semplice: il TETRAEDRO.

Leggi tutto “La costruzione logico-geometrica della tavola degli elementi”

L’enigma delle pietre di Ica

Tra il mondo contemporaneo e l’antichità sudamericana è calata una cortina impenetrabile. Tutte le tribù indie hanno ereditato le loro tradizioni da una grande civiltà remota, da un popolo misterioso che ha lasciato resti giganteschi. Con l’aiuto di molti dati che ho già raccolto, intendo far luce nel buio che circonda la storia di quel continente, perché sono convinto che laggiù giacciano, tuttora nascosti, i più grandi segreti del passato“.

   Così aveva dichiarato l’esploratore e topografo inglese Percy H. Fawcett nel 1925, alla vigilia della partenza per la sua quarta spedizione nell’America del sud, sponsorizzata dalla Royal Geographical Society. Ma quando credeva di essere sul punto di raggiungere il primo obiettivo, come aveva scritto nella sua ultima lettera alla moglie, era scomparso misteriosamente nelle foreste del Mato Grosso, in Brasile, con i suoi compagni di avventura, il figlio maggiore Jack e Raleigh Rimmel.

   Furono organizzate molte spedizioni, che purtroppo non ebbero esito positivo, per scoprire la causa della fine tragica e inspiegabile dei tre sfortunati esploratori, ma nessuno più tentò di portare a termine la loro ricerca.

   Eppure una scoperta che potrebbe aprire uno spiraglio nella cortina impenetrabile di cui parlava Fawcett, e confermare l’esattezza della sua ipotesi, c’è stata.

   Dove? Naturalmente nel paese più magico e misterioso dell’America del sud: il Perù. E proprio in Perù, negli ultimi anni molti ritrovamenti hanno riportato alla luce altre splendide testimonianze delle antiche civiltà precolombiane, anche con l’aiuto di missioni archeologiche italiane, però di quella scoperta non si parla, perché troppo scomoda e inspiegabile per essere accettata da un buon numero di studiosi, ancora tenacemente aggrappati alle teorie dominanti sull’evoluzione dell’uomo.

Leggi tutto “L’enigma delle pietre di Ica”

Luciana Petruccelli

Luciana Petruccelli è nata a Castellammare di Stabia, nel 1924. Dopo gli studi in scuole d’arte a Milano – Brera e Umanitaria – inizia l’attività nel campo della grafica e della moda. Lavora per quattro stagioni nel reparto di scenografia del Teatro alla Scala. Successivamente svolge la sua professione in Brasile, impegnata come costumista e scenografa in teatri d’opera e di prosa (San Paolo, Rio de Janeiro). Insegna alla Scuola di Teatro dell’Università di Bahia. Rientrata in Italia, si dedica alla realizzazione di lungometraggi cinematografici, compiendo numerosi viaggi in Medio ed Estremo Oriente. Attualmente vive a Sori, vicino a Genova. E’ venuta a conoscenza delle pietre di Ica nel 1983, quando si trovava in Brasile assieme al marito regista teatrale. Ha potuto conoscere personalmente il Dott. Javier Cabrera, di cui è diventata amica, e grazie a questo contatto diretto è in possesso di un ricco archivio fotografico, che ha messo cortesemente a disposizione di Episteme.

Relazione fra il calendario perpetuo basato sul ciclo di 128 anni e i calendari centroamericani

La durata dell’anno solare, secondo le più moderne misurazioni, è di 365,2422 giorni.

   L’anno giuliano ha una durata media di 365,25 giorni, ottenuta alternando un anno bisestile di 366 giorni a tre di 365. Esso quindi risulta leggermente più lungo dell’anno solare, il che provoca uno sfasamento fra di essi di un giorno e 86 secondi ogni 128 anni.

   Sarebbe sufficiente saltare un anno bisestile ogni 128 anni per ottenere un calendario perpetuo avente uno scarto medio annuo rispetto all’anno solare dell’ordine di 1 secondo. (Ciò significa che dovrebbero trascorrere più di 80.000 anni prima che si accumulasse uno sfasamento pari ad 1 giorno. Il calendario civile attuale, invece, è basato sul ciclo Liliano, che prevede dì saltare 3 anni bisestili ogni 400 anni. Lo scarto rispetto all’anno solare risulta di 2 ore e 53 primi ogni 400 anni, 25 volte superiore che nel primo caso, tanto che sono sufficienti 3.300 anni per accumulare una differenza di 1 giorno).

Leggi tutto “Relazione fra il calendario perpetuo basato sul ciclo di 128 anni e i calendari centroamericani”

Flavio Barbiero

Flavio Barbiero è nato a Pola nel 1942. Laureato in ingegneria a Pisa, ha trascorso gran parte della sua vita professionale in centri di ricerca della Marina Militare e della NATO. Da trent’anni svolge attività di esploratore, ricercatore, scrittore in campo climatologico, geofisico e archeologico. Nel ’75 e ’78 ha organizzato e guidato due spedizioni esplorative in Antartide, contribuendo in maniera determinante all’impegno italiano in quel continente. Dal 1984 partecipa ai programmi di ricerca archeologica del Centro Camuno di Studi Preistorici in Israele. Collabora con l’Università di Bergamo in programmi di ricerca scientifica. Ha pubblicato vari libri, fra cui Una Civiltà sotto Ghiaccio (Ed. Nord), Alla ricerca dell’arca dell’alleanza (Sugarco), La Bibbia senza segreti (Rusconi) [recensito in questo stesso numero di Episteme], e numerosi articoli e saggi di carattere scientifico su riviste italiane ed estere.

La nuova alba di Göbekli Tepe

La nuova alba di Göbekli Tepe

Un mondo perduto di 12˙000 anni fa sepolto dai suoi costruttori

gobekli_tepe02_02Quando Klaus Schmidt raggiunse la base di quella singolare “collina con la pancia” nella cui arida cima cresceva uno Ziyaret, un albero dei desideri venerato dalle genti locali, divenne subito evidente al suo team di archeologi che quel luogo, che si ergeva sul paesaggio circostante «come un masso erratico», poteva solo essere opera dell’uomo. Quella collina artificiale che si innalzava in una piana di terra calcarea doveva nascondere la mano dell’uomo, ma mai nessuno poteva immaginare che nel suo ventre si celassero i più antichi templi costruiti dalla razza umana. Monumenti maestosi e imponenti che hanno iniziato ad essere eretti intorno al 10˙000 a.C. e destinati a frantumare le fondamenta della storia.

Leggi tutto “La nuova alba di Göbekli Tepe”

Il futuro “si può sentire”. Uno studio divide gli psicologi

Una delle più importanti riviste americane di psicologia pubblicherà il lavoro di un professore che sostiene di aver dimostrato che gli eventi non ancora accaduti possono influenzare quelli presenti. La comunità scientifica è scettica

di GIULIA BELARDELLI


NON c’entrano i tarocchi, né la palla di cristallo e nemmeno i fondi di caffè. Il futuro si può “sentire”. A dirlo non è un manipolo di chiaroveggenti e fattucchiere ma un gruppo di scienziati della Cornell University 1 di Ithaca, nello Stato di New York. Il loro articolo, intitolato appunto “Feeling The Future”, è il primo studio su fenomeni tipicamente considerati paranormali a essere stato ammesso su una rivista di psicologia “seria”, in questo caso il Journal of Personality and Social Psychology 2.

Finora, frasi del tipo “me lo sentivo” o “sapevo che sarebbe successo” sono sempre state bollate dalla scienza come pure suggestioni. Daryl Bem e colleghi, tuttavia, sono convinti che non sia così. Per dimostrarlo hanno aspettato otto anni, nel corso dei quali hanno raccolto una “massa critica di dati” sufficiente a contrastare le obiezioni dei revisori che avrebbero passato al setaccio il loro lavoro. E ci sono riusciti: l’articolo uscirà entro fine anno ma ha già suscitato un dibattito destinato a fare parecchio rumore.

Indagando il fattore “psi”.

Il termine chiave con cui psicologi e altri studiosi si riferiscono a fenomeni inspiegabili è il fattore “psi”: con questa lettera greca, spiega Bem nel suo articolo, “vengono indicati tutti quei processi anomali di trasferimento di energie e informazioni che non hanno una spiegazione fisica o biologica”. Tra questi, la telepatia, la chiaroveggenza, la psicocinesi (ovvero l’influenza apparente di pensieri e intenzioni su processi reali indipendenti), la precognizione e la premonizione di eventi futuri. La grande maggioranza del mondo accademico, soprattutto in psicologia, non crede in questi fenomeni, eppure il rigore scientifico degli esperimenti presentati da questo professore della Cornell University 3 – che per inciso è sì un appassionato di fenomeni paranormali, ma anche uno psicologo stimato a livello internazionale per i suoi lavori sulla percezione del sé – ha lasciato attoniti anche i più ferventi oppositori dell’esistenza di psi.

Prevedere il futuro.

Per riuscire a dimostrare l’esistenza di una “specie di relazione” tra eventi che devono ancora accadere e le decisioni che prendiamo nella vita quotidiana, lo psicologo ha esaminato oltre mille studenti volontari, sottoponendoli a nove esperimenti. La novità dell’approccio sta nell’aver preso in considerazione fenomeni ben noti, invertendone però l’ordine logico-temporale. In sintesi, ciò che di solito viene interpretato come la causa di un comportamento, negli esperimenti è stato mostrato o raccontato solo dopo il verificarsi dell’evento stesso. I risultati – considerati statisticamente rilevanti in otto casi su nove – hanno mostrato che i processi analizzati funzionano anche se la causa arriva dopo la scelta, come se le nostre azioni fossero il frutto di qualcosa che deve ancora avvenire.

Sperimentare la premonizione

In uno di questi esperimenti, ad esempio, Bem ha testato un fenomeno psicologico studiato a lungo: il priming affettivo. Nello scenario classico una persona, dopo aver osservato un parola su uno schermo, deve giudicare nel più breve tempo possibile se un’immagine è piacevole o meno. Da tempo è stato notato che se la parola che precede l’immagine ha un significato inverso rispetto alla figura (ad esempio, l’aggettivo “brutto” e un disegno piacevole) le persone impiegano più tempo a rispondere. Il ricercatore americano ha dunque rigirato l’esperimento: i partecipanti vedevano l’immagine e dovevano esprimere un giudizio prima di leggere. Stranamente, anche in questo caso quando la parola (scelta casualmente dal computer solo dopo la risposta) aveva un significato opposto, i soggetti impiegavano più tempo a esprimere un giudizio. Allo stesso modo, Bem ha testato altri effetti psicologici come l’attrazione verso cose piacevoli, l’istinto ad allontanarsi dai pericoli, la facilità con cui si richiamano parole e oggetti già visti: in tutti i casi, ha invertito l’ordine temporale, ottenendo sempre come risultato la conferma della retroattività della causa.

Fisica o evoluzione?

Riguardo le origini di questa capacità, lo psicologo non ha dubbi: una volta apparsa, psi è stata selezionata positivamente per gli indiscussi vantaggi che porta con sé. La possibilità di predire la presenza di pericoli così come di prevedere dove c’è qualcosa di attraente avrebbe conferito e continuerebbe a conferire benefici notevoli a chi la possiede. Ma come giustificare tali fenomeni? Su questo Bem mette le mani avanti, scrivendo che spesso nella scienza i dati empirici arrivano quando le spiegazioni non sono state ancora neanche immaginate e che varie altre teorie ritenute impossibili si sono poi rivelate vere. A metafora delle sue scoperte, prende l’esempio della meccanica quantistica: all’inizio – ricorda lo psicologo – anch’essa fu oggetto di numerosissime critiche, eppure oggi è la teoria su cui poggia gran parte della fisica moderna.

Le reazioni.

Com’era prevedibile, lo studio ha suscitato un certo clamore nel mondo accademico. A passarlo al vaglio è stato un team di quattro revisori, che pur avendo suggerito delle modifiche non hanno riscontrato alcuna incongruenza di fondo. “Personalmente, credo che tutto ciò sia ridicolo e non possa essere vero – scrive su Psychology Today 4 Joachim Krueger, psicologo della Brown University (Providence) che ha fatto di tutto per trovare un tallone d’Achille al lavoro di Bem – tuttavia dal punto di vista della metodologia e di come è sono stati disegnati gli esperimenti, lo studio è inattaccabile”. Charles Judd, responsabile editoriale della pubblicazione sul Journal, ha fatto sapere che l’articolo sarà accompagnato da un editoriale che solleverà dei dubbi. “La speranza – ha precisato – è che altri studiosi colgano la sfida e provino a replicare questi risultati”. Finora si è cimentato solo un gruppo dell’Università di Pittsburgh, ma senza successo (forse per aver utilizzato un questionario via internet). Daryl Bem, intanto, ha affermato di essere già stato contattato da decine di ricercatori con la richiesta di maggiori dettagli.

 

Credere l’impossibile

Prevedendo lo scetticismo che avrebbe incontrato (anche se per questo non ci voleva una gran psi), Bem conclude il suo articolo con una citazione da Alice nel paese delle meraviglie, il capolavoro con cui Lewis Carroll ha fatto sognare intere generazioni di bambini. Al termine del suo incontro con la Regina di Cuori, Alice esclama: “Non si può credere a una cosa impossibile!”. “Oserei dire che non ti sei allenata molto”, risponde la Regina. “Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione”.

Siete più convinti ora?

 

INDUISMO, GNOSTICISMO E SCIENZA MODERNA

Come è noto, il nostro universo è nato circa 14 miliardi di anni fa da una immane esplosione di un punto singolare. In quel preciso momento nacque lo Spazio-Tempo ed iniziò la sua espansione. Le immense nubi di gas e polveri, per effetto della gravità, iniziarono a dar luogo alla nascita delle stelle che si formavano raggruppate in galassie. Attualmente esistono miliardi di galassie, composte, ciascuna, da centinaia di milioni di stelle, molte delle quali corredate da pianeti. Queste galassie sono separate da immense distanze di spazio vuoto e si stanno allontanando l’una dall’altra per effetto dell’espansione dell’universo, dovuta all’esplosione iniziale.

Non sappiamo ancora se questa espansione durerà all’infinito o se, ad un certo punto, si fermerà ed inizierà la contrazione dell’universo fino al collasso nel punto iniziale. In tal caso si avrebbe una nuova esplosione con la formazione di un nuovo universo. Si continuerebbe così all’infinito.

Se sia vera la prima o la seconda ipotesi dipende solo dalla quantità totale di materia presente nell’universo. Questo dato è ancora sconosciuto perchè dipende anche dalla quantità di materia oscura presente nel cosmo.

Se fosse vera la seconda ipotesi, sarebbe in pieno accordo con la dottrina tradizionale induista portata in India circa 4.000 anni fa dalle misteriose popolazioni ariane provenienti dal nord.
Cosa dice questa dottrina?

Leggi tutto “INDUISMO, GNOSTICISMO E SCIENZA MODERNA”

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi