Il Fenghuang e Il Rapporto Di Coppia

Durante la dinastia Han (2200 anni fa), il Fenghuang era usato come simbolo del Sud, rappresentato da maschio, Feng, e femmina, Huang, uno di fronte all’altra. Era anche simbolo dell’imperatrice nella coppia imperiale, mentre il drago rappresentava l’imperatore. Per questo motivo i due animali erano raffigurati nelle celebrazioni di nozze come buon auspicio per la relazione coniugale, una metafora di yang e yin manifesti nella della polarità del simbolo, in riferimento alla dualità cosmica. Infatti in questo uccello è insito il riferimento alla manifestazione della coppia lunisolare che presiede l’illuminazione del giorno e della notte, sia alle due coppie simmetriche date dai due aspetti del sole ai solstizi (d’ Estate e d’Inverno) e dai due aspetti del sole agli equinozi (di Primavera e d’Autunno).

Nel primo libro dello Shang jing, sono descritti i segni del Fenghuang:

«I segni che reca sul capo esprimono virtù; quelli sulle ali esprimono (yi) giustizia; quelli sul dorso esprimono (li) ritualità; quelli sul petto esprimono (ren) umanità; quelli sul ventre esprimono (xin) sincerità. »

Il piumaggio viene quindi associato ai cinque colori: il blu all’amicizia, il giallo all’onestà, il rosso alla saggezza, il bianco alla fedeltà, il nero alla carità. Inoltre esiste un’associazione del Fenghuang con gli strumenti musicali a fiato: il flauto a dodici toni (tong) suona in base al canto della fenice: sei toni derivano dal canto della fenice maschio (feng) e sei toni dalla fenice femmina (huang). Il suono di dodici tubi di bambù, che figuravano le ali di una coppia di fenici in volo, accompagnava le danze sessuali dei giovani che nelle feste equinoziali si offrivano vicendevolmente delle oche rituali come pegno di matrimonio.

Le disposizioni delle sei canne, rappresentanti le ali degli uccelli, si relaziona ai sei mesi in cui lo yang:

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embricato tra due linee yin:

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ascende dall’abisso dell’Acqua (figurato qui dal corrispondente trigramma), associato alle sorgenti Gialle poste a Nord, a partire dal solstizio d’inverno; come è registrato nella Sequenza Secondaria dell’I Ching.

Anche la rete nella quale si impiglia l’oca regale, cui accenna nel Libro delle Canzoni “Che King”:

 “L’oca regale è rimasta impigliata nella rete

  si relaziona ai sei mesi in cui lo yin

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embricato tra due linee yang:

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discende dal culmine del Fuoco, (figurato dal qui dal corrispondente trigramma), associato al sole splendente al Sud a partire dal solstizio d’estate; come registrato nella Sequenza Secondaria dell’I Ching.

Nell’I Ching, esagramma 53 -sesta linea- si raffigura l’oca, dopo la graduale volata dai cespugli acquatici e poi di ramo in ramo, in volo sulle alture del paesaggio:

L’oca regale si avvicina gradatamente alle alte nubi. Le sue penne si possono usare per le sacre danze. Salute.”

Nel mondo dello spirito, quando l’anima composita si alza in volo, secondo la sua radice etimologica, corrispondendo il carattere pittografico (feng del Fenghuang) allo spirito del vento, la fenice è sempre accompagnata da un seguito di uccelli, figuranti 24 potenze di cui essa è a capo, corrispondenti a 24 mansioni magiche per gli antichi taoisti. Quando si manifesta sulla terra si posa unicamente sull’albero Dryandra cordifolia (Wutong), che produce un fiore in forma di campana bianco all’esterno e marrone all’interno, i cui semi entrano nella composizione dei dolci a forma di luna che i cinesi mangiano ancora oggi nella festa d’autunno, a conferma delle ascendenze simboliche del Fenghuang. La fenice cinese è uno dei quattro esseri soprannaturali detti sishen, insieme alla tartaruga, al drago e alla tigre, corrispondenti alle quattro classificazioni date agli animali in epoca Han (206 a.C. – 220 d.C).

I quattro animali suddetti sono associati ai quattro elementi (rispettivamente fuoco, acqua, legno e metallo), alle quattro direzioni e alle quattro stagioni. Specificando: il drago verde è l’emblema dell’Est, della primavera, del legno; la tigre bianca, dell’Ovest, dell’autunno e del metallo; la tartaruga e il serpente intrecciati, del Nord, dell’inverno, dell’acqua; l’uccello rosso o fenice, del Sud, dell’estate, del fuoco. Questa serie variegata di quattro valenze, interagendo con l’elemento inerte dell’alchimia cinese, la terra, determina i cinque stati di mutamento, che descrivono una sequenza di produzione e di distruzione riguardante il governo delle stagioni a sua volta ordinata in due cicli; gli ultimi 18 giorni di ogni stagione sono pertanto attribuiti alla Terra intesa come stato inerte.

Nel primo ciclo detto di produzione, la primavera è governata dal Legno, l’estate dal Fuoco, l’autunno dal Metallo, l’inverno dall’Acqua. La concezione filosofica è la seguente: il Legno brucia e produce il Fuoco, la cui cenere in Terra dà come residuo il Metallo quale essenza minerale, che confluisce nei corsi sotterranei dell’Acqua, che a loro volta nutrono la vegetazione, che si rigenera nel Legno delle piante primaverili.

Nel secondo ciclo detto di distruzione, i cinque stati di mutamento sono ordinati altrimenti. Con il Legno si indica tutta la vegetazione che è alimentata dall’Acqua, la quale ingoia o cinge tutta la Terra. Esso è tagliato dagli strumenti forgiati in Metallo e nell’opera prende Fuoco. Si noti che il numero dei giorni residui di tutte le stagioni, del ciclo di produzione e del ciclo di distruzione (18 x 4) è 72. Tale numero fa riferimento al periodo canonico di 72 hou che governa la successione dei mutamenti in base 5 nell’anno rituale di 360 giorni (72×5= 360) sul quale si innestano i mutamenti. Questa simbologia si riferisce alla simbologia rituale dell’edifico sacro dei cinesi, il Ming Tang o Casa del Calendario, costituita da una base quadrata che rappresenta la terra, base divisa in 9 stanze quadrate che riproducono il quadrato magico con il numero 5 al centro:

4 9 2

3 5 7

8 1 6

Su questa base che rappresenta la Terra è innalzata una copertura circolare, ad immagine del Cielo. Il Capo della Casa del Calendario assicurava la giusta ripartizione delle stanze del piano quadrato della Casa in modo che i numeri che lo determinano fossero correlati all’ordinamento dell’anno. Infatti se consideriamo le coppie 1 – 6, 2 – 7, 3 – 8, 4 – 9 si evince una croce orientata nel tempo e nello spazio correlata ai punti cardinali.

I numeri, cosiddetti forti, delle coppie sopra considerate 1-6, 2-7, 3-8, 4-9, e cioè 6,7,8,9 sommati danno 30 evidenziando un rapporto con la divisione dell’anno rituale (12 x 30= 360). I numeri, cosiddetti deboli, delle suddette coppie cioè 1,2,3,4 sommati danno 10. In questa formulazione si distribuisce l’unità 10 che si evolve in relazione al numero 30 nell’anno rituale; 1+2+3+4 = 10 questa è anche la formulazione della tetraktis di Pitagora.

Inoltre la somma lungo gli assi cartesiani e diagonali del quadrato dà il numero 15. Ogni rotazione del cerchio di 360° diviso 15 dà come risultato 24 che gli antichi cinesi attribuivano alle ventiquattro fasi dell’anno solare chiamate chieh-ch’i. Il ciclo delle 24 fasi del calendario rituale si divide in 8 chieh e 16 ch’i. L’anno cinese è poi suddiviso in 72 hou ovvero 3 per ogni chieh-ch’i. Infatti 24 x 3 = 72. Notiamo quindi che 72 x 3 = 216, mentre 72 x 2 = 144, dandosi il numero 3 associato al Cielo, il numero 2 associato alla Terra, così si potrà comprendere come un ciclo di hou lungo circa 5 giorni determini un numero rituale di 72 x 5 = 360 giorni nella composizione dei calendari astrologici. Ritroviamo questa suddivisione nel testo del Grande Trattato, cap. IX, par.4, relativo alla composizione degli esagrammi dell’I Ching : “I numeri che danno il Creativo sono 216; quelli che danno il Ricettivo sono 144, assieme 360; essi corrispondono ai giorni dell’anno rituale.” Il Creativo, esagramma composto da sei linee yang, intere è anche detto il Cielo, il Padre; il Ricettivo, esagramma composto da sei linee yin, spezzate, è anche detto la Terra , la Madre.

NOTA

Ho riportato in questo articolo alcune note che tempo fa ho postato su Wikipedia, a proposito del Fenghuang, integrandole.  Le note originali sono state da me pubblicate nel libro “L’occhio della Fenice” (http://umbi.blogspot.com/) che tratta di una sinossi tra mondo cinese e mondo egizio, nelle pratiche di alta magia.

Incontrarsi con un’anima corrispondente, yang-yin o viceversa yin-yang, per formare un’anima composita è una pratica di alta magia.

Nelle precedenti note, quindi, è insita qualche indicazione su come ottenere il desiderato incontro.

Umberto Capotummino

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