Esonet

    Capitolo I

    dell’opera: La Vita è l’Arte dell’Incontro

    di Monica Bregola


     

    Il Maestro a Zigong:
    “Tutti, senza dubbio, pensate
    che ho letto molto e molto imparato?”
    “Senza dubbio.
    Non è forse così?”
    “Figli miei, come vi sbagliate.
    Ciò che ho cercato con ostinazione
    È il filo
    Tenue, sottile
    Che tutto lega insieme.”
    Confucio

     

    Noi parliamo, sentiamo, pensiamo,
    ma non sappiamo qual è l’energia
    che ci fa parlare, sentire, pensare.
    Questa è l’apoteosi dell’ignoranza.

    Einstein

     

    Ogni essere umano è fondamentalmente interconnesso con tutto ciò che lo circonda. Ogni elemento è influenzato dalla sua presenza e dal suo essere in un modo e nell’altro. Nel II secolo Nagarjuna, filosofo buddhista asseriva: “Le cose derivano il loro essere e la loro natura dalla mutua dipendenza e in sé e per sé nonsono nulla”. E ancora H.P. Stapp,f isico: “Una particella elementare non è un’entità non ulteriormente analizzabile, che esiste in maniera indipendente. Essa è, in sostanza, un insieme di relazioni che si protendono verso le altre cose”.

    Ciò che l’uomo prova lo trasmette e con ciò influenza il contesto in cui vive ed opera. Egli può trasmettere vitalità, energia, ottimismo, speranza o depressione, tristezza, scoramento, infelicità.

    Wicks nel suo libro “Il mondo psichico dell’infanzia”, analizza con acuta chiarezza e intuizione l’influenza che i genitori hanno sui loro figli e di quanto i bambini abbiano ‘facoltà’ di andar oltre le parole per ‘sentire’ il non detto ma realmente vissuto e quindi trasmesso. Entrano, cioè, in contatto con il  vero mondo degli educatori, sono immersi nell’inconscio dei genitori e da quello realmente si nutrono.

    Ma dunque, quale è il mistero che lega il bambino al genitore in quell’onda che fluisce da mente a mente, o meglio da anima ad anima e che nulla separa, quell’onda che si beffa delle separazioni indotte dalla consapevolezza del limite corporeo, dalla nostra propria ‘buccia di contenimento’?

    “La scienza ci rivela tra i fenomeni tenui legami, fili tanto slegati che per lungo tempo sono rimasti inosservati ma che, una volta notati, riconosciuti è impossibili non vedere. Rendendo impossibile agire condursi come se non fossero mai esistiti”. Henri Poincaré

     

     

    La reale realtà

    L’indagine scientifica, che si avvale di diverse discipline, giunge sostanzialmente ad una comune visione della realtà che è la medesima esposta nelle tradizioni millenarie racchiuse nei testi sapienziali. La visione si riferisce qui ad un tipo di percezione che trascende l’esperienza sensoriale.

    La nostra mente divide e separa, distingue e giudica frammentando l’insieme e rendendolo ‘molteplicità’. Esiste così la ‘mia’ verità e la ‘tua’ verità a causa delle quali entriamo in conflitto, esiste il proprio personale convincimento, i dettami dell’ego che non lasciano spazio al vissuto altrui e lo separano dal proprio relegandolo nello spazio dell’errore e della falsità.

    Esistono stati di coscienza in cui tutto ciò non avviene. Stati in cui ogni evento e ogni essere umano non sono percepiti come elementi distinti senza una legge che li guida, bensì come parti di un’unità, come cellule del corpo che operano e cooperano per il buon funzionamento dell’organismo in un tutto armonico, con un fine organizzato. Lo stesso accade negli stati di coscienza in cui viene esperita la profonda unione fra tutti gli esseri, parti di un unico organismo, o corpo dell’umanità.

    La psicologia transpersonale

    La Psicologia Transpersonale (trans – oltre, al di là e persona – maschera) è orientata a trascendere i confini della coscienza ‘normale’ intendendo questa come uno stato di parziale consapevolezza della realtà. Transpersonale è ciò che è al di là della maschera, trascende la personalità per incontrare il piano superiore di coscienza sede dell’amore, della creatività, dell’armonia ecc. Il concetto di salute si amplia, includendo l’attualizzazione delle potenzialità presenti nelle vette più alte della psiche dell’uomo.

     

    La percezione risanante dell’unità

    Valentina durante una meditazione esclama: “Al centro della rosa c’è un’isola che è come il Mont-St.-Michel. Si trova come su un’altura circondata dall’acqua, ma sotto l’acqua c’è la terra che la unisce al mondo, l’isola non è più sola!”

    Piero Ferrucci, nel suolibro “Esperienze delle Vette” cital’esperienza di Giovanni Pascoli che si conclude con la frase:

    “E sentii la mia vita confusa col gran Tutto.” E così Goethe che testimonia “Ogni creatura non è che una nota, una sfumatura di una grande armonia, che è necessario studiare nel suo insieme, ché altrimenti ogni particolare diventa lettera morta”.

    La percezione dell’unità risana, dona leggerezza e soprattutto mette in discussione e trasforma profondamente la nostra capacità di amare. Chi mai potrà nuocere o distruggere ciò che prima era ‘altro da sé’ed ora è ‘parte di sé’?

    Possiamo dare a questo stato di coscienza il nome di ‘amore’.

    La percezione profonda dell’unità è percepita da Einstein come continuum di vita “Ecco il mio costante pensiero di ogni giorno: la vita esteriore ed interiore dipende dal lavoro dei contemporanei e da quello dei predecessori; io devo sforzarmi di dar loro, in eguale misura, ciò che ho ritenuto e ciò che ancora ricevo”.

    David Bohm, fisico conosciuto a livello mondiale, ha speso cinquant’anni a investigare la affascinante teoria che “tutte le parti dell’universo sono fondamentalmente interconnesse e formano un tutto ininterrotto, un flusso continuo. tutte le relazioni devono essere viste olisticamente perché fondamentalmente nel cosmo non ci sono divisioni”. Si potrebbe attuare un profondo cambiamento della società se anche solo pochi individui fossero capaci di realizzare questo spostamento di ottica perché, secondo la sua teoria, “la coscienza è già interconnessa con tutte le altre coscienze”.

    Stanislav Grof, psichiatra e riconosciuto studioso delle esperienze definite transpersonali afferma che: “caratteristiche essenziali delle esperienze transpersonali sono la sensazione che tutti i confini sono illusori, la mancanza di distinzione fra parte e intero e l’interconnessione di tutte le cose”.

     

    Udire il silenzio, vedere il nulla

    La nostra osservazione multidisciplinare ci conduce in un punto di sospensione ove gli elementi caratteristici di ogni disciplina non contano più quali oggetti separati diversificati dall’uso delle parole che li identifica (atomi, cellule, organi, elettroni, DNA, psiche ecc.). L’incontro avviene in un luogo comune: nel silenzio del nulla. Non più divisione, frammentazione, né autopsie quindi. La visione è oltre la materia morta, ovvero separata. Il  “nulla” libera la bellezza di ciò che è, il nulla è quiete che ci permette di tenere grande e ampia la visione e di cogliere ogni cosa là nel grande panorama dell’universale. Il nulla del ritorno all’unità , ovvero alla realtà.

    Il paradosso della fisica quantistica ci apre allo sguardo d’insieme: vedere non è guardare, per vedere non occorre mettere a fuoco, bensì lasciare che lo sguardo abbracci il conosciuto e contemporaneamente l’immanifesto (l’elettrone si rivela sia come particella che come onda).

    Quale è l’elemento che ci conduce all’esperienza transpersonale della percezione dell’unità?

    Il CUORE.

    Ovvero la capacità di accogliere in sé, includere, nulla rifiutare, giudicare (cioè separare). Abbracciare l’origine. Accettare di stare nel nulla che è il livello di realtà che Bohm definisce ordine implicito. “La realtà tangibile della nostra vita quotidiana è in effetti una sorta di illusione, come un’immagine olografica. Sotto di essa vi è un ordine di esistenza più profondo, un livello di realtà vasto e più fondamentale che dà origine a tutti gli oggetti e le apparenze del nostro mondo fisico.”

    E’ dignità di sostanza che si rivela a noi dimentichi di tutto il conosciuto, lo schematizzato, l’irrigidito modo di vedere il mondo, la vita, noi stessi. Significa  varcare la soglia di ogni rappresentazione della realtà lasciando la presa del già conosciuto e del già visto.. La via d’accesso è dunque “sapere di non sapere nulla“. Oblio e beatitudine. Nessun riferimento come gioia del conoscere in ogni momento.

     

    La psicosintesi

    La psicosintesi di gruppo e planetaria sono realtà che testimoniano questa unità di fondo,  esperienze, in coscienza, di inclusività ove ogni elemento della creazione è abbracciato senza giudizio. Afferma l’unità nella diversità e il riconoscimento e la valorizzazione di questa come doni, attitudini, capacità, originalità, creatività di ciascuno. Il fine è cooperare per il bene comune. E’ capacità di anteporre il bene dell’umanità al proprio attraverso l’integrazione degli elementi egoistici e separativi della personalità. Nasce da un processo di decentramento, dal passare dall’individualismo al collettivo, l’uscita dal ‘me’ per accogliere l’altro, l’umanità intera.  E’ compassione profonda,  compartecipazione alla vita, una capacità di azione efficace nel mondo, spogliati dai tanti ‘io voglio’ e dai tanti ‘devi’, pronomi e verbi a svelare l’egocentrismo vissuto quando la risposta che diamo all’umanità è priva di vita, è risposta a ‘ciò che è giusto per me, non a ciò che è oggettivamente sensato’.

    “Gruppo. che cosa significa ‘gruppo?’ il gruppo non dipende dalle persone che sono qui, la sua coscienza fa in modo che siamo un gruppo, siamo tutte essenza, sopra c’è energia che è più della somma delle parti, siamo fatti della stessa cosa. io, il gruppo, l’umanità, il pianeta. siamo fatti tutti della stessa cosa energia, vuoto, pieno, colore, grandissima CONNESSIONE”.

    Questa testimonianza così significativa è stata raccolta durante un corso di formazione per educatori di asili nido ed è la medesima l’esperienza che spinge David Bohm, fisico, ad affermare:

    In profondità, la coscienza del genere umano è una sola”.

     

    I retti rapporti

    Tutto ciò implica il riorientamento della mente verso la realtà, la trasformazione di sé e l’attuazione di retti rapporti che significa che il rapporto fra gli individui è ‘verticale’ e non orizzontale, è un vincolo di anima, non di personalità. Quando il vincolo interiore è tenuto nell’amore, l’individuo abbandona il senso di autorità, di responsabilità per l’operato altrui, è la concretizzazione del rispetto della diversità nell’unità. Ognuno si assuma le proprie responsabilità abbandonando anche l’antica tendenza al criticismo, agente di separatività, lasciando l’orgoglio mentale che vede giusti e veri i propri metodi e la propria interpretazione e falsi ed errati quelli altrui. E’ distacco da ogni forma di desiderio. Il gruppo compie un lavoro d’insieme per un insieme. L’innocuità è deliberata ed è astensione dalle azioni e dalle parole che potrebbero creare separatività e tensione, è disposizione a lasciare gli altri liberi. La saggezza come astensione da ambizioni personali, pregiudizi, rivendicazioni.

    Nel ‘Noi Umanità’ siamo ‘costruttori di ponti’ in nome di un bene comune, un bene più ampio. L’azione è permeata dall’amore per il bene.

    Il gruppo come realizzazione di qualcosa di più alto che esprime le qualità della serietà e dell’impegno e amore come fonte di cui i membri sono canali d’espressione.

    La via della pace è la via della comprensione spirituale.

    “L’energia sanatrice della buona volontà è il principio attivo della pace.”

    Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi del’io”. Einstein

    Colui che ha realizzato la coscienza dell’unità ha realizzato l’atto donativo dell’Amore così come ha affermato Einstein: “Siamo qui per gli altri uomini”.

     

    La separazione non esiste.

     

    Un po’ di pratica.

     

    1.    Visualizza

    Visualizza un sasso lanciato al centro di un lago. dal centro verso la  periferia inizia un movimento di espansione delle onde. i cerchi d’acqua si espandono via via. continua fino a quando senti l’espansione dentro di te.

     

    2.    Rifletti e visualizza

    • ·       Ogni elemento nella creazione coopera per il bene del tutto
    • ·       Esercizio: porta l’attenzione al tuo corpo. Percepisci ogni organo distintamente e visualizzalo ‘al lavoro’ (il cuore che pompa, i polmoni che si riempiono d’aria). Percepisci ora il loro contemporaneo operare. Rifletti: il loro ‘lavoro’ avviene non per il loro proprio vantaggio bensì per la buona salute dell’organismo INTERO.

     

    3.    “La casa di tutti”

     

    Svolgimento: gruppi di sei persone

    Materiali: fogli grandi minimo 100 per 70, tempere, pennelli o mani o piedi;

    Esercizio:

    1.    Iniziare a colorare tutti insieme sul grande foglio;

    2.    Al termine del lavoro trovare insieme un titolo da dare all’opera;

    3.    Condivisione:

    • Come è stata vissuta la divisione degli spazi?
    • Sono stata invasa? Ho invaso lo spazio altrui?

    • Ho sentito separazione, solitudine, isolamento oppure unione?

    • Come ho vissuto l’ingresso nel mio spazio?

    • Come ho vissuto l’ingresso nello spazio altrui?

     

    Effetti:

    • Consapevolezza

    • Unione

    • Fratellanza

    • Spirito digruppo

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