Intervista ad Andrea Aromatico, Direttore Responsabile della rivista Secreta Magazine, e a Gianmichele Galassi, Direttore Editoriale
Intervista ad Andrea Aromatico (Dir. Resp.)
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Intervista a Gianmichele Galassi (Dir. Edit.)
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Cosa è SECRETA?
Due cose essenzialmente. Innanzitutto -per rimanere nella metafora del viaggio- un grande taccuino d’appunti, sorta di mega MOLESKINE scritto, illustrato e fotografato a più mani, da fratelli e sorelle anch’essi reduci tutti da percorsi i più vari e eterodossi, volti ognuno tuttavia verso lo scopo della CONOSCENZA. E poi una rivista, certamente. E come tale, restando nel solco della grande tradizione letteraria italiana (ma non solo), un faro, un polo culturale. Nata e concepita per fornire a CURIOSI di ogni sorta, quel che difficilmente è rinvenibile in modo serio nel panorama di quella che con spreco di retorica si definisce “cultura ufficiale”.
E cosa non è? Date un occhiata sotto allo scritto di Gianmichele (l’ho avuto in anteprima, essere il direttore darà si o no qualche privilegio?!), alle parole con cui lui, sinteticamente ma in maniera pregnante, risponde a questa stessa domanda. Mi sento di sottoscrivere ogni riga.
Perché questo titolo di testata? Bisogna attingere alla cabala fonetica e alla sua particolarissima sintassi priva di regole per capire: quella lingua degli uccelli dove ciò che conta sono l’allusione e l’assonanza. L’immaginazione. Ecco allora che vediamo emergere la visione di un ché legato al mondo dello spirituale e dell’esoterico, dove l’aggettivo “segreto” tuttavia -da sempre contiguo a questi contesti- si cambia al femminile (evocandone la categoria) nel mentre muta una G in C per chiamare in causa il verbo stesso del secernere, dell’uscire fuori. Ha due anime infatti questa rivista, una sognante, mistica. L’altra più prettamente scientifica. Dell’una ho già detto, per l’altra lascio volentieri la parola a Gianmichele…
Da dove partite e, soprattutto, dove volete arrivare? Io da Urbino e Galassi da Siena, mentre l’editore è di Firenze e gli altri… Scherzi a parte, sul piano strettamente pratico, da una serie di collaboratori selezionatissimi che, ciascuno per sua parte, ci aiuteranno a creare numero per numero, uscita per uscita, il quadro coerente di un discorso culturale assai importante, volto com’è ad abbattere tutti gli steccati spazio temporali eretti a loro volta da una cultura che tale più non è, poiché asservita a dogmatismi d’ogni sorta. Gli stessi che da sempre distorcono segni e informazioni, fatti ed eventi, opere e parole, al fine parziale delle loro “verità” -giocoforza limitate e contingenti- laddove noi si cerca di puntare dritto agli Archetipi, agli Assoluti, vorrei dire alla VERITA’, sempre consci che sarà di per sé stessa inattingibile. D’altra parte quel che conta non è la meta, ma il viaggio. E i compagni d’avventura.
Quali sono i temi, in particolare? Vedi, ora il sottotitolo della testata è “Il Mistero, l’Uomo, l’Infinito”, per lungo tempo tuttavia, avevo avuto invece in mente “La spiritualità senza confini”. A dire il vero ci sarebbero stati bene entrambi, come magari “rivista di studi iniziatici” o “quaderni di sincretismo”, ma così mi sarei mangiato metà delle splendide copertine che i nostri grafici stanno elaborando, dicendo per immagini anche di più di quel che le parole possono solo sperare… …Tornando serio, credo che la triade su esposta, identifichi bene la cifra dei contenuti. Un’occhiata alle rubriche, fugherà ogni dubbio. In verità tutti temi di cui oggi pare ci sia una gran “fame”, per non dire del bisogno.
A chi si rivolge la rivista? Spiriti curiosi, anime sveglie (o in cerca di risveglio), uomini e donne di buona volontà, che non di rado significa volontà buona, retta. Posso dire la mia, poi? Ai giovani! Che oggi come non mai –ho ragione di ritenere- dimostrano di avere voglia saperne di più. A tutti coloro che sono ancora giovani dentro, quindi: perché mai sazi di sapere…
All’opera di chi (studiosi, maestri o cosa) è ispirata la rivista (e vi ispirate)? Rispondendo di getto tre nomi mi salgono alle labbra: Elémire Zolla, Paolo Lucarelli, James Hillman, per dire di quei maestri veri con cui ho avuto modo d’intrecciare i passi ed i pensieri. Riflettendo un po’ più forte tuttavia, mi sovviene dei mille e mille che così lascerei per strada –penso a Grazia Marchianò. penso a Gabriel Ubaldini, penso a Giorgio Albertazzi e altri ancora e a tutti quelli che invece ho conosciuto solo sui libri-. Così ti dico: a tutti i maestri di quel pensiero che LIBERA. E questo vuol dire tante cose…
Quali credete siano i punti di forza della rivista? Il taglio, l’ereticità dei contenuti, la spregiudicatezza con cui vengono affrontati, l’onestà intellettuale di tutti coloro che vi collaborano, la bellezza delle immagini, l’assoluta originalità dei temi trattati, la competenza di chi lo fa, pagina per pagina, rubrica per rubrica. Senza poi dir della passione…
Cosa ha portato alla collaborazione col Rito di York e perché? Chi fa la stessa strada, finisce sempre per incontrarsi in un punto come sia del percorso. E’ successo proprio così, e non credo sia stato per follia del caso…
Che senso pensate possa avere, oggi, una rivista di questo genere? Guarda, personalmente due anni or’ sono ho pubblicato con altro editore un fumetto che tratta in maniera differente praticamente gli temi di questa rivista. Parlo di fumetto, medium per statuto giovanile. Doveva essere una miniserie di 12 numeri. Per il pubblico che ha trovato (davvero trasversale) s’è trasformato ormai in una serie regolare, e tra breve uscirà uno spinn-off, il tutto seguito da migliaia e migliaia di appassionati, ben oltre il 10.000. Ora, per me questo qualche cosa lo vuol dire. Checché se ne creda e blateri alla TV, nascono ancora (quanti!) uomini e donne persuasi che “nati non fummo per viver come bruti…”. Il resto lo sappiamo tutti, vero? |
Cosa è SECRETA? Per rimanere in tema vorrei che fosse un “crogiolo” culturale, un luogo a-dimensionale mosso dallo scambio di idee, con la forma di un vero e proprio dialogo fra culture, costumi e tradizioni diverse tese all’armonizzazione dell’essere umano. Un faro diretto sulla centralità dell’uomo e sulla sua essenza, scevra da qualsiasi sovrastruttura che spesso ne impedisce il volo. Il motto di Secreta potrebbe essere: SCOPRIRE, RIFLETTERE, MEDITARE e PRATICARE.
E cosa non è? Non è una vetrina per chi sa già tutto o crede di saperlo. Non è un mezzo utile a far prevalere una qualche ideologia sulle altre. Non è un’inutile rassegna del sensazionale, di espressioni dogmatiche o verità assolute.
Perché questo titolo di testata? Se la funzione secretoria non è perduta completamente, le ghiandole possono essere stimolate… e possono ricominciare a fare il proprio dovere: il vocabolo «secreta», nell’accezione utilizzata, è il participio passato del verbo secernere, con ciò volevamo simbolicamente rappresentare tutto ciò che l’uomo ha saputo produrre o – per essere precisi – «elaborare ed emettere».
Da dove partite e, soprattutto, dove volete arrivare? Si parte da un’idea, un intento: parlare LIBERAMENTE dell’uomo, dello spirito, dell’infinito. Cercare di approfondire gli argomenti normalmente preclusi alla cultura istituzionale, quei temi, per capirci, che non si dibattono – se non sporadicamente – nelle scuole e nei mass-media. Avremo successo solamente se riusciremo a far riflettere le persone su ciò che è veramente importante per ciascuna di loro: a volte scordiamo di essere parte di un tutto molto più vasto, proviamo allora a risvegliare il nostro io universale, troppo spesso sopito da quello materiale.
Quali sono i temi, in particolare? Ripeto. Tutti quei temi che hanno inerenza con l’uomo, l’esistenza, la vita (e la morte) in generale.
A chi si rivolge la rivista? A tutti, ma soprattutto a coloro che avvertono la necessità di fare un percorso che li conduca più avanti nella comprensione, se non fino alla risposta, alle tre grandi domande: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? A chi è stanco di non aver modo di affrontare tutti quegli argomenti che hanno attanagliato l’uomo sin dal principio e che oggi sembrano abbandonati a favore della frivolezza e dell’apparenza.
All’opera di chi (studiosi, maestri o cosa) è ispirata la rivista (e vi ispirate)? Chiunque si dedichi con passione alla ricerca, allo studio o addirittura alla pratica di qualcosa, può essere un maestro nel proprio campo. Ciascuno di noi, persino le più grandi menti che l’umanità abbia concepito, ha sempre qualcosa da imparare: possiamo trovare un maestro in Platone, ma possiamo trovarlo altrettanto capace nell’uomo incontrato per strada… filosofia, conoscenza, saggezza e virtù si possono ritrovare ovunque, come del resto vizi, debolezze, scelleratezza e stupidità si possono annidare anche nei più grandi.
Quali credete siano i punti di forza della rivista? Il punto di forza credo sia l’assoluta libertà: – libertà dal pregiudizio – libertà di parola e pensiero – libertà di contenuti – libertà di dialogo e confronto. E poi…passione, amore e sentimenti tutti tesi a produrre qualcosa di positivo in noi stessi e nella società che ci circonda. Cosa ha portato alla collaborazione col Rito di York e perché? Forse… caso, opportunità e fortuna ci hanno messo lo zampino, ma certamente il motore è la volontà di far conoscere la pratica iniziatica; tutta quella cultura, più o meno sotterranea, che si è trasmessa attraverso il fiume della tradizione massonico-occidentale e che ha permesso a grandi scoperte umane di giungere sino ai nostri giorni attraverso l’uso del simbolo. Fin dalla sua nascita, nel XVIII sec., il Rito di York ha nel DNA, per volontà dei suoi concepitori, pratica e diffusione dei propri principi ispiratori. In America questo si traduce prevalentemente in una grande opera filantropica; in Europa, per tradizione più esoterica, si manifesta in operazioni culturali, proprio come la presente rivista.
Che senso pensate possa avere, oggi, una rivista di questo genere? Spiritualità, sentimento, desiderio di sapere e comprendere accompagneranno sempre l’uomo pensante e quindi perché trattare questi temi, oggi ed in modo serio, non dovrebbe avere senso? |
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