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    Prosa sul Libero Arbitrio

    L’Aquilone

     

    È un oggetto colorato che vola in cielo, sorretto da un filo e guidato da una mano.

    È la felicità dei bambini che, gioiosi, lo guardano e sognano la voglia di volare.

    In realtà l’aquilone è un oggetto inerte, a libertà condizionata.

    Non può decidere nulla della sua sorte. È la mano che lo guida che decide se volerà o terminerà, anche rovinosamente, il suo volo.

    L’uomo cos’è?

    È anche lui un essere a libertà condizionata?

    La società impone all’uomo scelte forzatamente condizionate.

    Vestirsi, lavarsi, radersi, non uccidere.

    L’uomo è condizionato da quando nasce a quando vola al Grande Architetto dell’Universo, spesso, anzi quasi sempre senza aver vissuto la propria vita in totale libertà.

    Nascere, vivere, morire senza avere vissuto.
    È una libera scelta.

    Il massone può vivere una vita senza averla vissuta?
    La risposta è no!

    Dal giorno dell’iniziazione, il massone conosce la libertà. Conosce il libero arbitrio tra essere o esistere.

    Essere od esistere.

    Una scelta difficile è presentarsi all’Oriente Eterno, al giudizio del Grande Architetto dell’Universo consapevole della vita vissuta.

    È l’uomo capace di scegliere il libero arbitrio?

    Quasi sempre NO!

    Il profano è troppo condizionato dalle regole exoteriche per essere libero.

    Boudelaire diceva: “.uomo libero sceglierai sempre il mare.”, in realtà quando l’uomo è libero di scegliere la libertà?

    L’iniziazione uccide il profano, ma quanti iniziati hanno ucciso le catene che li vincolano all’irreale?

    Quanti iniziati sono quell’aquilone che citavamo sopra?

    In realtà, l’iniziazione dovrebbe privare l’uomo dalle catene del fatuo, del giornaliero,

    ma quando muore il profano e nasce il massone?

    Nasce quando la via iniziatica lo porta a scoprire il proprio IO, l’essenza di se stesso,la propria ANIMA. 

    Solo quando l’uomo iniziato comprenderla triplicità del proprio essere, FISICO, ETEREO ED ASTRALE, comprenderà il suo vero percorso.

    Fino ad allora sarà privo del libero arbitrio.

    Fino ad allora vivrà nel terrore della sua fine terrena, della MORTE.

    La paura della morte è uguale alla paura di vivere.

    Chi, come me, per professione profana, vive la morte combattendola, cercando di dare la vita agli altri, la può chiamare Sorella.

    Io odio la Sorella Morte.È la mia grande rivale.

    Lei, con la sua falce sulle spalle, gioca con me, medico, cavaliere dell’apocalisse, una partita a scacchi.

    Io non so giocare a scacchi, ma combatto.

    È il mio libero arbitrio.

    So che posso essere perdente, ma combatto.

    Sono un rozzo guerriero armato d’ascia contro una rivale vecchia come l’uomo, ma quotidianamente la combatto.

    Sono un massone, quindi membro di un ordine cavalleresco, ancor più a ragione la combatto.

    La partita a scacchi continua.

    Sono libero di decidere di lasciare il campo.

    No! Il mio libero arbitrio mi obbliga di continuare.

    Vincerà l’uomo libero, il Massone, o colui che ha scelto di esistere?

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