Professor Ferrini, rispetto alla tradizione medico- psicologica occidentale, in cosa si distingue il pensiero classico indiano applicato allo studio e alla conoscenza della psiche?
Il pensiero classico indiano, in particolar modo la millenaria tradizione dello Yoga, descrive la natura e il funzionamento della psiche in una visione olistica dell’individuo, tenendo conto delle sue componenti biopsico- spirituali, con tale scientificità di linguaggio da risultare di grande utilità anche per la psicologia moderna.
Rispetto alla maggior parte delle scuole della tradizione medico-psicologica occidentale, la psicologia indovedica identifica l’esistenza di una realtà ulteriore rispetto al corpo fisico e alla struttura psichica. Tale realtà è descritta essere la sorgente della forza vitale ed energetica che si manifesta tramite il corpo e la mente e rappresenta il vero soggetto cosciente e baricentro della personalità, il sé spirituale definito atman, l’osservatore, l’attore che compie esperienze tramite gli strumenti psicofisici.
Quali sono i poteri e le funzioni della mente secondo questa particolare prospettiva?
La Psicologia dell’antica India spiega le enormi potenzialità di autorinnovamento e autoguarigione attribuibili al pensiero umano, determinante anche sul piano della realtà fisica, e che si possono sviluppare al massimo grado prendendo coscienza dei rapporti interagenti tra il sé, la mente e il corpo. La loro interconnessione dinamica è una delle ragioni fondamentali che spiega come la visualizzazione, la meditazione e la pratica dello Yoga dell’Amore [Bhakti], riattivando le facoltà superiori del soggetto, siano in grado di alleviare anche le afflizioni psicosomatiche, come dimostrato anche da recenti studi scientifici.
Qual è, secondo lei, il contributo principale che la psicologia indovedica può offrire per migliorare la qualità della vita dell’uomo di oggi?
Essa può insegnare alle persone a reinterpretare la propria immagine, a riconnettersi alla propria origine, alla natura profonda spirituale dell’essere, riattivando prima di tutto in sé stesse il principio della guarigione attraverso una più ampia concezione dell’uomo e del cosmo, della salute e della malattia, stimolando ad aprirsi all’amore e alla conoscenza interiore. A questo proposito è importante prendere atto che molti studiosi della Psicologia occidentale [Jung, PER SAPERNE DI PIÙ Assagioli, Maslow e altri] hanno constatato che le pratiche delle discipline Yoga possono ridurre progressivamente persino gravi condizionamenti e sofferenze emotive e vari tipi di afflizioni.
La scienza psicologica indovedica offre infatti conoscenze e metodi che favoriscono concretamente ed efficacemente la reintegrazione e lo sviluppo della personalità, l’armonizzazione degli elementi inconsci con l’io ed il sé, la costituzione di un rapporto equilibrato e proficuo, in quanto profondamente appagante, tra sentimento e pensiero, intuizione e ragione, profonde istanze inconsce e razionalità operativa; fino all’esperienza concreta e totalizzante del benessere interiore
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