[1642 -1727]

Newton Isaac, matematico, fisico e astronomo inglese, tra i maggiori d’ogni tempo, fu un continuatore dell’opera di Galileo.
Nato a Woolsthorpe, Grantham, Lincolnshire, nel 1642, si laureò presso il Trinity College di Cambridge nel1665.
Dal 1665 al 1667 studiò il calcolo infinitesimale, facendo a tale proposito importanti scoperte, ed elaborò la teoria sulla natura della luce e quella della gravitazione universale.
Nel 1669, durante le sue lezioni di matematica al Trinity College di Cambridge, dove egli stesso aveva studiato, espose la sua teoria sulla scomposizione della luce bianca, dando un compimento alla spiegazione che Cartesio aveva dato dell’arcobaleno.
Nello stesso anno fu nominato membro della Royal Society, alla quale, tre anni dopo, comunicò la teoria sul colore dei corpi.
Scrisse “Principi matematici della filosofia naturale”, pubblicato nel 1687, nella quale sviluppò la teoria sulla gravitazione universale, elaborata anni prima. In quest’opera sono inoltre analizzati lo studio del moto dei fluidi, le leggi d’urto, la teoria delle maree, il calcolo della precessione degli equinozi, e altri studi, fondamenti della scienza moderna.
Nel 1687 l’Università di Cambridge lo elesse proprio rappresentante al parlamento.
Nel 1695 il cancelliere dello scacchiere, il suo ex alunno lord Halifax, lo nominò ispettore della zecca di Londra, della quale diventò poi direttore nel 1699.
In questo stesso anno l’Accademia delle scienze di Parigi lo nominò membro straniero.
Nel 1703 diventò presidente della Royal Society, carica che mantenne fino alla sua morte.
Morì a Kensington, Londra, nel 1727 e fu sepolto nella abbazia di Westminster, con la famosa iscrizione tombale “Sibi gratulentur mortales, tale tantumque extitisse humani generis decu” (“Si rallegrino i mortali che sia sorto un tale e tanto grande vanto del genere umano”).
Scrisse numerosi opuscoli tra cui “Analysis per aequationes numero terminorum infinitas” e “Methodus fluxionum et serierum infinitarum”, riguardo ai suoi studi sul calcolo infinitesimale. Importante il suo carteggio nel quale si trovano lettere da considerarsi vere e proprie memorie scientifiche. In “Tractatus de quadratura curvarum”, composto tra il 1665 e il 1666, vi sono le regole del metodo delle flussioni esposte in contemporanea con la scoperta del calcolo infinitesimale da parte di Leibniz. Si accese in seguito a ciò una polemica tra i sostenitori dei due scienziati riguardo la priorità di tale scoperta.
Rimangono due scritti riguardanti le sue lezioni: “Ottica” e “Arithmetica universalis”.
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò a studi teologici.
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