…………( la battaglia dura da tempo)………….. Ma il divino castigatore di paka ( il demone Vrtra, l’asura brahmano), raccogliendo in se le proprie facoltà mentali, si impegnò in grandiose pratiche di yoga e dissipò quell’illusione.
Quando Brhaspati, il benedetto figlio di Angiras, e i grandi saggi videro il grande valore di Vrtra, andarono a parlare al Grande Signore Siva, perché desideravano la prosperità delle genti e la distruzione di Vrtra. Allora l’energia del Signore, dominatore dell’universo, si mutò in una febbre devastante che penetrò in Vrtra, il migliore tra gli asura. E il Signore dio Vishnu, da tutti riverito, che si rallegra nel proteggere le genti, penetrò nella folgore di Indra… Vi narrerò ora i sintomi che comparvero nel corpo di Vrtra quando la febbre l’ebbe pervaso. La sue fauci spaventose cominciarono ad ardere come infuocate, ed egli si fece mortalmente pallido. Le sue membra tremavano violentemente e il suo respiro si fece grave e veloce. I suoi capelli si rizzavano e scoppiava in acuti singhiozzi. Un terribile sciacallo d’aspetto nefasto uscì dalla sua bocca: era la sua memoria. Fiammeggianti, luminose meteore cadevano intorno a lui; avvoltoi roteavano in cerchio sopra il suo capo, rabbrividendo di piacere. Allora Sakra (Indra ) salì sul carro che gli dei avevano rinforzato per la battaglia, impugnò la folgore e squadrò attentamente l’asura. Il grande antidio emise un ruggito inumano e, mentre l’acuta febbre lo pervadeva, sbadigliò. Sakra scagliò la folgore contro di lui mentre sbadigliava e quella folgore dall’enorme energia, pari al fuoco della Dissoluzione Finale, rapidamente stroncò Vrtrasura, il cui corpo era così vasto. Allora un altro ruggito si levò per ogni dove dagli dei, quando videro che Vrtra era stato ucciso. E quando il nemico degli antidei, il Signore Indra la cui fama è grande, ebbe ucciso Vrtra con la folgore permeata da Vishnu, ritornò in cielo. Indra non ignorava che Vrtra pur essendo un asura era comunque un bramino. E non bastasse tutta la sua potenza gli era pervenuta dalle sue pratiche ascetiche e dai suoi studi vedici. Vrtra però data la sua natura asurica una volta in piena potenza non aveva fatto a meno di generare gli effetti tipici degli asura. Il dolore negli altri. La tendenza a impedire la loro evoluzione spirituale, indipendenza, soddisfazione e beatitudine. Così nel lungo termine i deva si erano visti costretti a muovere guerra per liberare l’universo e costretti a convocare Vishnu e Siva perchè Indra da solo ne risultava perdente. Indra tentò per mille anni di fare a meno del ricordo di avere ucciso un brahmana ma tale energia rimasta nell’etere alla lunga si manifestò. Dal corpo di Vrtra scaturì la Furia del Brahmanicidio; era terrificante e orrenda, tale da suscitare paura nelle genti perché spaventosamente deforme e dotata di enormi aguzzi denti.
Era scura e fulva, i capelli erano scarmigliati e gli occhi raccapriccianti. Indossava una ghirlanda di teschi e appariva emaciata, macchiata di sangue, vestita di indumenti a brandelli. Appena scaturì in quella forma tremenda cominciò a dare la caccia a Colui che brandisce la folgore, Indra. L ‘Uccisore di Vrtra si era oramai avviato verso il cielo da tempo, a governare a causa del suo desiderio di prosperità per le genti, ma il Brahmanicidio lo trovò, Indra, il Re degli dei, Sakra dal grande vigore.
Lo afferrò per il collo e lo tenne stretto mentre usciva da una fibra di loto, poichè spaventato si era nascosto nello stelo di un fiore per non fronteggiare gli effetti della vergogna di aver commesso il Brahmanicidio ed era penetrato in una fibra di loto blu e vi era rimasto per lunghi anni. Ma il Brahmanicidio l’aveva seguito con circospezione e quando lo afferrò egli fu paralizzato. Sakra ( Indra) cercava di cacciarlo con tutte le sue forze, ma il Signore degli dei non riusciva a liberarsi del Brahmanicidio. Stretto dalla sua morsa il Signore degli dei si recò dal Grande Avo e gli rese onore, piegando il capo, e quando Brahma comprese che Sakra era stato afferrato dalla Furia dell’uccisione di un brahmano superiore, cominciò a riflettere. Allora il Grande Avo disse al Brahmanicidio, cercando di propiziarselo con parole dolci: «O donna irata, libera Indra, il Signore dei Trentatre dei, fammi questo favore. Dimmi cosa posso fare per te oggi, quale desiderio desideri sia soddisfatto ». «Se il Dio riverito nel trimundio, il Costruttore del Trimundio, è compiaciuto» disse il Brahmanicidio «io considero i miei voti già compiuti. Ma assegnami un luogo ove risiedere. Tu hai fatto la legge morale, perchè desideravi proteggere le genti, e così hai stabilito questa grande legge e l’hai promulgata.
Ora, Signore dio, dominatore di tutte le genti, conoscitore del dharma, io lascerò Sakra se tu te ne compiaci; ma assegnami un luogo ove risiedere». Il Grande Avo acconsentì a questa richiesta, e con questo espediente scacciò il Brahmanicidio da Sakra. Ma mentre il nobile Autogeno Brahma stava meditando, Agni si accostò a lui e disse: «Son giunto a te, Signore dio che mi hai chiamato; dimmi cosa devo fare».
Io dividerò questo Brahmanicidio in molte parti», disse Brahma, «accettane un quarto da me al fine di lasciar libero Sakra, ora.» Agni rispose: «Stabilisci un limite di tempo allo scadere del quale io sarò liberato. Questo è quanto desidero sapere in verità, o Signore riverito da tutte le genti». Brahma rispose: «Se vi sarà un uomo così avviluppato dalle tenebre da trascurare costantemente l’esecuzione di un sacrificio di semi, erbe o succhi nel Fuoco splendente, cioè in te, o Agni, ecco che il Brahmanicidio entrerà rapidamente in lui e vi risiederà. Che la febbre nella tua mente svanisca, o Portatore dell’offerta ». Agni, che consuma le oblazioni offerte agli dei e agli antenati, accettò quanto ordinato dal Grande Avo, e così accadde. Allora il Grande Avo convocò gli alberi, le piante e le erbe, e parlò loro allo stesso scopo. Quando gli alberi, le piante e le erbe furono interpellate al pari di Agni, presero anch’esse ad agitarsi e chiesero a Brahma: «O Grande Avo di tutte le genti, che limite vi sarà per il nostro Brahmanicidio?
Il grande dio sa che la natura ci ha abbastanza oltraggiate: dobbiamo costantemente sopportare il caldo bruciante e il gelo e le piogge portate dal vento, e poi il taglio della legna e la rottura dei rami, o Dio. Per tuo ordine oggi prenderemo il Brahmanicidio, ma tu dovresti escogitare un mezzo di liberazione, o Signore del trimundio».
Brahma disse: «Qualunque uomo che, spinto da disattenzione, obnubilamento o da ignoranza, tagli o spezzi chiunque di voi nel giorno di luna nuova o luna piena prenderà su di se questa parte». Quando gli alberi, le piante e le erbe ebbero udito queste parole del nobile Brahma gli resero onore e rapidamente tornarono donde erano venuti.
Quindi il dio che è il Grande Avo di tutte le genti convocò le ninfe celesti e parlò loro con dolci parole per conciliarsele: «O donne bellissime, questo Brahmanicidio è stato preso da Indra; accettatene un quarto, poiché io ve lo comando.”
Le ninfe celesti risposero: «O Signore degli dei, noi abbiamo deciso di prenderlo come tu ordini; ma trova un modo per liberarci da ciò che abbiamo accettato per il tuo comando, o Grande Avo».
Brahma disse: «Questo quarto del Bramanicidio penetrerà rapidamente in qualunque uomo abbia un rapporto sessuale con donne che non lo vogliono o durante il loro periodo mestruale.
Che questa febbre abbandoni le vostre menti».
Le schiere delle ninfe celesti gioirono e consentirono felicemente e tornarono alla loro dimora e ai loro piaceri.
Quindi il dio dal grande potere ascetico, il Costruttore del trimundio, pensò alle acque, e appena le ebbe pensate quelle vennero. Radunatesi tutte insieme si inchinarono a Brahma il Grande Avo, la cui vitalità era incommensurabile e dissero:
«Siamo venute a te, Soggiogatore dei nemici. Comanda e ammaestraci, Signore dio degli dei, Gran Signore».
Brahma disse: «Questo terrificante Brahmanicidio, proveniente da Vrtra, è piombato su Indra, l’Invocato da molti. Accettate un quarto». «Sia come dici tu, Signore di tutte le genti» dissero le acque. «Ma tu dovresti trovare un mezzo per liberarci da ciò che abbiamo accettato per il tuo comando. Tu il supremo guru dell’intero universo, Signore degli dei; qualcosa di altro che potrebbe esser fonte di grazia e misericordia sì da sollevarci dal nostro disagio.»
Brahma rispose: «In qualunque uomo che, obnubilato nelle sue facoltà mentali, osi pensare che le acque non vanno rispettate e vi getti flemma, urina o escrementi questa parte del Brahmanicidio penetrerà immediatamente e vi risiederà.
Questa sarà la vostra salvezza; io vi dico il vero». Allora il Brahmanicidio abbandonò Indra, il Signore degli dei e andò in ognuno dei luoghi stabiliti dal comando di Brahma.
In tal modo il Brahmanicidio afflisse Sakra, che aveva compiuto il sacrificio del cavallo su richiesta del Grande Avo, perché abbiamo udito che quando Vasava era afflitto dal Brahmanicidio ottenne la purificazione da esso grazie al sacrificio del cavallo. Una volta riconquistata la prosperità e uccisi a migliaia i suoi nemici, il dio Vasava provò una gioia senza eguali. Dal sangue di Vrtra nacquero i galli così che essi non sono mangiati dai brahmani,due volte nati, e dagli asceti iniziati… Così il grande antidio Vrtra fu ucciso da Sakra la cui energia è incommensurabile, ucciso grazie a sottile intelligenza e ad astuta premeditazione.
[ dal Mahabharata ]
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