“Fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza“, diceva Dante. Virtute, virtù, “la Forza di fare il Bene“; e canoscenza, conoscenza “la sapienza per raggiungere il Bene“. In ogni tempo la Tradizione rivela le stesse cose, perché la Tradizione non muta, perché la tradizione è ciò che fu, è e sarà.
Al di fuori di questo assoluto non esiste Tradizione, perché essa è “PRIMORDIALE, PERPETUA, ed UNANIME”. Per questo Gastone Ventura ripeteva: “Solo le teorie, i discorsi, le dissertazioni scientifiche e di tanti altri settori dello scibile umano cambiano con l’avvicendarsi dei tempi e delle scoperte, mentre la tradizione non cambia mai altrimenti non Sarebbe Tradizione“.
La Libera Muratoria NON È la Tradizione, ma si aggancia intimamente, si collega strettamente alla Tradizione: quindi essa deve evidenziare questo aspetto della sua natura ed in qualche modo darne comunicazione nelle sue forme.
Vorrei esaminare allora, con attenzione, l’emblema della Gran Loggia d’Italia, del grande ramo della Massoneria che è la nostra Obbedienza: per vedere se, al suo interno, essa ci fa sapere con strumenti esoterici i suoi contenuti iniziatici; e inoltre se essa chiarisce l’orientamento della Libera Muratoria di Piazza del Gesù.
Se, insomma, tende allo “speculativo” oppure all'”operativo”.
Tutta l’allegoria è rinchiusa in un cerchio, quasi una tavola rotonda, che rappresenta il Cielo e l’idea della totalità. Al suo interno, le cose sono state ordinate secondo la loro progressione metafisica.
Concentricamente, la scritta nel primo cerchio (primo livello, prima lettura) è: GRAN LOGGIA D’ITALIA DEGLI ANT∴ LIB∴ ACCETT∴ MURATORI; nel secondo livello, più interno, per chi cerca una più reale comprensione iniziatica, la specifica: QUI QUASI CURSORES VITAE LAMPADA TRADUNT, per cui l’intera frase si legge così: “Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, i quali quasi fossero corridori (messi, tedofori) trasmettono (passano, consegnano) la lampada della Vita”.
Noi, quindi, Liberi Muratori, abbiamo la facoltà di trasmettere attraverso l’iniziazione un’influenza spirituale che va oltre la speculazione, che è metaumana: passiamo il Fuoco.
Alla base, a destra (lato della Luce) un ramo di ACACIA, che allude al fatto che la Libera Muratoria possiede un metodo “naturale” ed “universale” verso l’immortalità.
Il testamento di Hiram insegna che bisogna “saper”” morire per rivivere nell’immortalità (TAU e bara).
Il SOLE: in Egitto è l’occhio di Ra, come nell’Islam è l’occhio di Allah, o tra i Greci è l’occhio di Zeus e così via. Il Sole vede tutto perciò sa tutto. Ha quindi il potere di “unire”. È il principio attivo, maschile, assimilato allo Spirito; mentre la Terra dove poggia (da dove “sorge”?) la Sfinge (e la piramide) è principio passivo, femminile e “materia”. Mentre la Luna subisce uno smembramento (fase calante) per arrivare alla sua occultazione di tre giorni al mese, il Sole non ha bisogno di morire per scendere agli inferi: può raggiungere l’oceano (l’Acqua) ed attraversarlo senza dissolversi: per questo la morte del Sole implica necessariamente il concetto della sua resurrezione e non è concepita come morte vera e propria.
Il Sole è il corrispondente cosmico della forza maschile e presiede alle facoltà attive che vanno risvegliate (pensiero, saggezza, volontà, intelligenza), mentre la Luna è la corrispondente delle forze femminili che vanno “purificate”, cioè utilizzate allo stato puro, sgrezzato, eliminando le scorie che le rendono “inutilizzabili ai fini della realizzazione” (immaginazione, sentimento, percezione).
L’androgino ha l’intuizione.
Il dominio solare è il Logos.
La PIRAMIDE: la base quadrata corrisponde alla Terra, al nostro corpo opaco. Il vertice è il punto di partenza e di arrivo di tutte le cose, è il “centro mistico”. Ad unire il vertice con la base, è la faccia triangolare, simbolo del fuoco, della manifestazione divina, del ternario creatore.
La piramide esprime la totalità dell’opera creativa e creatrice, polarizzata in tre aspetti essenziali.
Nel simbolismo egizio, era immaginata nell’atto di uscire dalle acque primordiali e rappresentava (= rappresenta) l’immagine dell’universo della manifestazione, che scaturisce da ciò che si è manifestato.
Le sue gallerie, come delle vene, erano utilizzate per i riti di iniziazione. Questo fatto è messo in rilievo nel disegno, dove le pietre che la compongono sono fortemente evidenziate: la pietra impiegata è “squadrata”, materia lavorata, risultato dell’azione creatrice su di sé, lavoro di evoluzione spirituale che ci compete e che ogni Libero Muratore deve compiere per conquistare le condizioni essenziali. E, dunque, OPERATIVA, avendo inoltre – la pietra squadrata – lo stesso concetto di conquista dell’ordine della dialettica alchemica del fisso e del volatile.
La piramide ha una PORTA aperta, buia, cavernosa, utero di ri-nascita, simbolo femminile che sta sempre in relazione con l’altare (l’Ara), come la circonferenza sta al centro. Ogni porta implica una SOGLIA, simbolo di trascendenza e di transizione, unione e separazione dei due mondi: il profano ed il sacro. Di fronte alla Porta, la Sfinge è quasi il “guardiano della soglia”, con funzione di avvertimento, protezione, controllo della qualificazione, “copritore esterno”.
Un elemento (del quale parlerò più oltre) inciso sul suo corpo sta ad indicare che solo a colui che avrà OPERATO una prima purificazione iniziatica sarà permesso entrare nella piramide, ci è accedere alle possibilità creatrici verso il metaumano.
Due COLONNE sono ai lati della piramide: in senso cosmico sono l’eterna stabilità: il loro vuoto, l’entrata all’eternità (chiarita con grande precisione ed ulteriormente dalla piramide, che in questo senso dichiara la necessità di un metodo iniziatico per raggiungere lo scopo). Sono il principio maschile, affermativo ed evolutivo; ed il principio femminile, passivo ed involutivo. Sono i due motori del corpo il motore “alto” del cervello ed il motore “basso” del sesso. E “ciò che sta in alto”, con quel che segue. Indicano inoltre l’idea del bene e del male (come l’albero della vita e l’albero della morte).
Massonicamente, sono anche la Forza (di fare) e la Saggezza (di calibrare con attenzione gli interventi su di sé). Altra indicazione operativa.
La SFINGE CONTIENE LA DICHIARAZIONE ESPLICITA CHELA MASSONERIA E’ OPERATIVA: sul corpo della Sfinge, infatti, è incisa la “Luna rovesciata, rettificata”.
La Luna è il simbolo alchemico corrispondente al massonico “Acqua”: è l’elemento nel quale si fissano le immagini, le abitudini, i condizionamenti, i vizi, i capricci, le manie, le ossessioni, la molteplicità caotica del terrestre. È qui che domina l'”io”, e che impedisce, con i filtri incancreniti di tutto ciò che non è nostra essenza, la visione del Sole, della stella fiammeggiante, del sé.
È qui che domina l’avere che esclude l’essere. È qui che l’azione della sgrezzatura della pietra, della purificazione il V∴ I∴ T∴ R∴ I∴ O∴ L∴ del gabinetto di Riflessione deve concentrarsi! La Luna è elemento riflettente il terrestre come l’acqua è elemento liquido e sgusciante: ecco perché noi riteniamo “reale” quello che invece è solo “apparenza”; pensiamo “solido” quello che invece è solo “immagine”. Ed allora riteniamo vero quello che invece non lo è.
Questa è la prima (e forse la più grande) resistenza che incontriamo nella vita iniziatica, resistenza che dobbiamo affrontare quotidianamente con un lavoro tenace, non glorioso, non affascinante, ma sempre più eroico (da Eros, “Amore”). Questo è l’ostacolo generale e particolare che impedisce di poter pervenire alla iniziazione reale, che potrà cominciare nel preciso punto dello sviluppo nel quale il Libero Muratore prende realmente coscienza della finalità che contiene in sé.
Dovrà “rettificare la Luna” (o pulire l’Acqua, o sgrezzare la pietra, che è lo stesso) per vedere ciò che viene oscurato, per comprendere le possibilità superiori della verità metaumana.
Deve sottomettere la Luna, pervenire al suo controllo, dominarla, tenerla capovolta sotto il suo dominio, sotto i suoi piedi (ricordiamoci dell’immagine allegorica di Maria che tiene il serpente e la “Luna capovolta” sotto il suo piede, immagine del femminile che, a quel punto della purezza, non dedica più le sue possibilità alla “creazione del mortale” – come Eva – ma alla creazione del “divino”).
La Luna capovolta è la chiarissima dichiarazione che la via iniziatica seguita dalla Massoneria e una Via strettamente OPERATIVA, nel senso attivo del fare su di sé, e non solo speculativa, della riflessione e delle dissertazioni.
La Luna rettificata, pulita, dominata, deve poi essere portata a completo sviluppo, finché nella sua “pienezza pura” essa si possa sovrapporre, con un atto di coscienza volitiva, al Sole; impedendo al Fuoco di bruciare chi lo guarda, e nel contempo rendendo possibile l’unione degli opposti, quella Congiunzione Creatrice della quale parlerò più oltre.
È la Via della creazione del pensiero creatore; è la via verso il Sole al quale guarda la Sfinge, verso il G∴ A∴ D∴ U∴ come lo guarda il Libero Muratore attivo, sgrezzatore della sua personale pietra.
Dagli “ATTI” del 1° Symposium di Studi Massonici della Regione Venezia Euganea, Giugno 1989.
Ho detto.
Luizio Capraro Or\ di Venezia, . E \ V\