Esonet

    Qui cominciano le costituzioni dell’arte
    Della geometria secondo Euclide.

    Chiunque saprà bene leggere e vedere
    Potrà trovarle scritte nell’antico libro
    Di grandi signori ed anche di signore
    Che ebbero molti figli insieme, con certezza.
    E non avevano rendite per mantenerli.
    Né in città, né in campagna, né in boschi recinti;
    Essi presero insieme una decisione
    Di stabilire per la salvezza di questi fanciulli
    Come essi potessero meglio sopportare la vita
    Senza grandi malattie, affanni e lotte
    E, principalmente, per la moltitudine dei figli
    Che sarebbe venuta dopo la fine loro.
    Essi li mandarono presso grandi maestri
    Che insegnassero loro a bene operare.
    E preghiamo loro, per amor di nostro Signore
    Che sia dato ai nostri figli qualche lavoro
    Che permetta loro di vivere
    Bene e onestamente, in piena sicurezza.
    In quel tempo, mediante buona geometria
    Questa onesta arte di buona muratoria
    Fu stabilita e fatta in questo modo:
    Coll’imitare questi maestri, insieme
    Alle preghiere di questi signori essi dimostrarono la geometria.
    E dettero il nome di massoneria
    All’arte più onesta di tutte.
    Questi figli di signori si misero d’impegno
    Per imparare da lui [Euclide, n.d.r.] l’arte della geometria
    Che egli praticava con zelo.
    Per le preghiere dei padri e delle madri
    Egli li ammise a questa onesta arte.
    Egli era il più grande erudito ed era onesto
    E superava lo zelo dei suoi compagni
    Poiché in quell’arte egli oltrepassava gli altri
    E avrebbe conseguito più prestigio.
    Il nome di questo grande saggio fu Euclide,
    Il suo nome spande piena e ampia meraviglia.
    Inoltre, questo grande maestro ordinava
    A chi era più in alto in questa scala
    Che insegnasse a chi era meno dotato
    A essere perfetto in quella onesta arte.
    E così ciascuno insegnava all’altro
    E si amavano l’un l’altro come fratello e sorella.
    Inoltre egli ordinò che
    Lo si chiamasse Maestro,
    In modo che chi fosse il più degno
    Fosse chiamato così.
    Ma i muratori non si dovevano chiamare l’un l’altro,
    Nell’arte e fra di loro,
    Né soggetto, né servo, ma caro fratello.
    Anche se uno non era perfetto come l’altro
    Doveva ciascuno chiamare l’altro compagno
    Perché essi erano di buona nascita.
    In questo modo, mediante la buona conoscenza della geometria
    Ebbe origine l’arte della massoneria.
    Il maestro Euclide in questo modo fondò
    Quest’arte di geometria in terra d’Egitto.
    In Egitto egli ampiamente insegnò,
    E in diverse terre da ogni parte,
    Molti anni dopo ho saputo,
    Prima che l’arte venisse in questo paese.
    Quest’arte venne in Inghilterra, come vi dico,
    Al tempo del buon re Atelstano.
    Egli fece sia sale che loggiati
    E alti templi di grande prestigio
    Per compiacersi sia di giorno che di notte
    E onorare il suo Dio con tutte le sue forze.
    Questo buon signore amò grandemente quest’arte
    E si propose di consolidarla da ogni lato
    Perché aveva trovato vari difetti in essa.
    Egli mandò a dire in tutto il paese,
    A tutti i Massoni dell’arte,
    Di andare da lui immediatamente
    Per correggere tutti questi errori
    Col buon consiglio, se poteva essere dato.
    Fece fare allora una assemblea
    Di vari signori, secondo il loro stato:
    Duchi, conti e anche baroni,
    Cavalieri, gentiluomini e molti altri
    E i maggiori cittadini di quella città;
    Essi erano tutti là secondo il loro grado.
    Quelli erano là secondo i propri mezzi
    Per stabilire la condizione di questi Massoni.
    Là essi cercavano col loro intelletto
    Come poterli governare.
    Quindici articoli essi cercarono
    E quindici punti essi elaborarono.

    Qui comincia il primo articolo

    Il primo articolo di tale geometria:
    Il maestro massone deve essere pienamente sicuro
    Risoluto, fidato e sincero.
    Di questo egli non si pentirà mai.
    E paghi i suoi compagni secondo il costo
    Del mantenimento, voi lo sapete bene,
    E paghi loro il giusto secondo coscienza,
    Ciò che possono meritare.
    E non assuma più uomini
    Di quanti possa adoperare
    E non si lasci corrompere, né per amore né per paura
    Da qualsiasi altra parte,
    Da signore o da compagno, chiunque sia:
    Da costoro non accettare alcun compenso.
    E, come un giudice, sta’ agli impegni
    E allora farai il giusto per entrambi.
    Fa questo sinceramente dovunque tu vada
    E il tuo merito, il tuo profitto sarà migliore.

    Secondo articolo

    Il secondo articolo di buona massoneria
    Deve udirsi specialmente qui:
    Che ogni maestro, che sia un massone,
    Deve essere alla corporazione generale,
    Naturalmente, se è stato informato
    Dove sarà tenuta questa assemblea.
    A tale assemblea deve andare
    Salvo che non abbia una ragionevole giustificazione.
    Altrimenti egli vuole offendere la corporazione
    0 vuole comportarsi con falsità,
    Oppure è gravemente ammalato
    Da non poter andare in mezzo a loro.
    Questa è una giustificazione valida
    Per quella assemblea, senza frottole.

    Terzo articolo

    Il terzo articolo dice in verità
    Che il maestro non assume apprendista
    Senza aver l’assicurazione che si fermi
    Sette anni con lui, così vi dico,
    Per insegnargli la sua arte, quello che serve.
    In minor tempo quegli non potrà imparare
    A beneficio del suo signore né suo proprio,
    Come potete sapere a buona ragione.

    Quarto articolo

    Il quarto articolo deve essere quello
    Che il maestro deve tenere per sé.
    Che egli non deve tener schiavo l’apprendista
    Né trattarlo con avarizia
    Poiché il signore al quale è legato
    Può cercare l’apprendista dovunque egli vada.
    Se è stato preso nella loggia,
    Egli può farvi molto danno
    E in tal caso può accadere
    Che faccia danno a qualcuno o a tutti.
    Perciò tutti i Massoni che sono là
    Stiano insieme in piena fratellanza.
    Se una tale persona fosse nell’arte
    Possono capitare vari inconvenienti;
    Per miglior agio quindi, onestamente,
    Assumi un apprendista di condizione elevata.
    Dai tempi antichi si trova scritto
    Che l’apprendista deve essere di nobile stato;
    E così talvolta il sangue di grandi signori
    Apprese tale geometria, il che è molto bene.

    Quinto articolo

    Il quinto articolo è molto giusto.
    Posto che l’apprendista sia di nascita legittima,
    Il maestro non accoglierà a nessun prezzo
    Un apprendista che sia deforme:
    Ciò significa, come puoi udire,
    Che avrà le sue membra tutte intere;
    Per l’arte sarebbe grande scorno
    Prendere uno zoppo e uno storpio.
    Perciò un uomo imperfetto, di tale razza,
    Porterebbe poco di buono all’arte.
    Così ciascuno di voi deve sapere
    Che l’arte vuole avere un uomo forte;
    Un uomo mutilato non ha forza,
    Dovete saperlo fin d’ora.

    Sesto articolo

    Il sesto articolo non va tralasciato:
    Che il maestro non rechi pregiudizio al signore,
    Nel prendere da questi, per il suo apprendista,
    Anche quanto è in ogni caso dovuto ai compagni.
    A quelli che sono nell’arte già perfetti
    Questo non deve essere, anche se parrebbe di sì.
    Anche se vi fossero buone ragioni
    Che percepisse il salario come i suoi compagni,
    Questo stesso articolo, in tal caso,
    Giudica che l’apprendista
    Prenda meno dei compagni che sono perfetti.
    In vari casi può occorrere
    Che il maestro possa istruire l’apprendista
    Onde il suo salario possa aumentare presto
    E, prima che il termine giunga a compiersi,
    Il suo salario possa venire migliorato.

    Settimo articolo

    Il settimo articolo che è qui ora
    Dirà chiaramente a voi tutti
    Che nessun maestro, per favore o per timore,
    Può rubare ad alcuno abito o cibo.
    Né dare rifugio ad alcun ladro
    Né a chi abbia ucciso un uomo,
    Né a chi abbia cattiva fama,
    Per timore di esporre l’arte al biasimo.

    Ottavo articolo

    Vi mostra così l’ottavo articolo
    Che il maestro può far bene così:
    Se ha qualche operaio
    Che non sia perfetto come bisogna,
    Egli può cambiarlo sollecitamente
    E prendere al suo posto un uomo migliore.
    Un tale uomo, per negligenza,
    Potrebbe nuocere alla riputazione dell’arte.

    Nono articolo

    Il nono articolo mostra appieno
    Che il maestro dev’essere saggio e forte.
    Che non può intraprendere alcun lavoro
    Se non è in grado di farlo e condurlo a termine.
    E che esso sia anche utile ai signori
    E alla sua arte, dovunque vada,
    E che le fondamenta siano ben preparate
    Perché non si fenda e non crolli.

    Decimo articolo

    Bisogna conoscere il decimo articolo,
    Nell’arte, in alto e in basso.
    Che non ci sia maestro che soppianti l’altro
    Ma stiano insieme come fratello e sorella.
    In questa zelante arte, tutti e ciascuno,
    Chi vuole essere un maestro massone
    Non soppianti nessun altro.
    Che avendogli sottratto un lavoro,
    Il suo dolore è così forte
    Che non pesa meno di dieci libbre,
    Se non è trovato colpevole
    Di aver con mano per primo toccato il lavoro.
    Per nessuno in massoneria
    Si soppianterà, di certo, un altro.
    Ma se il lavoro è fatto in modo
    Che possa a sua volta rovinare,
    Allora un massone può chiedere tale lavoro
    Ai signori, per tutelare il loro interesse.
    A meno che non capiti un tale caso,
    Nessun Massone vi si deve immischiare.
    Veramente colui che comincia le fondamenta,
    Se è un massone buono e integro,
    Ha di certo nella sua mente
    Come portare a buon fine il lavoro.

    Undicesimo articolo

    L’articolo undicesimo, io ti dico
    Che è insieme leale e franco
    Poiché insegna, con la sua forza,
    Che nessun massone deve lavorare di notte
    Se non sia a conoscenza
    Che ciò sia a vantaggio del lavoro.

    Dodicesimo articolo

    Il dodicesimo articolo è di alta probità:
    Ogni massone, dovunque sia,
    Non deve corrompere i suoi compagni di lavoro.
    Se vuol salvare la propria onestà
    Li comanderà con parole oneste,
    Con l’ingegno che Dio gli ha dato.
    Invece devi migliorarlo come puoi
    Fra voi insieme senza contesa.

    Tredicesimo articolo

    Il tredicesimo articolo, così Dio mi salvi,
    È che se il maestro ha un apprendista
    Cui egli ha insegnato tutto
    E gli ha spiegato gradualmente i vari punti
    Così che questo sia capace di conoscere l’arte,
    Dovunque possa andare sotto il sole.

    Quattordicesimo articolo

    Il quattordicesimo articolo, a buona ragione
    Mostra al maestro quel che deve fare:
    Egli non deve accogliere un apprendista
    Se non prendendo varie cautele
    Che quegli possa, nel suo termine,
    Apprendere da lui le diverse parti.

    Quindicesimo articolo

    Il quindicesimo articolo pone un termine
    Ed è un amico per il maestro
    Per insegnargli che con nessuno
    Egli si può condurre scorrettamente,
    Né mantenere i suoi compagni nel loro peccato,
    Per alcun interesse che gli potesse venire.
    Non accetterà di fare falso giuramento
    Per tema della salvezza della sua anima.
    Se no, esporrebbe l’arte alla vergogna
    E se stesso al biasimo.

    Altre Costituzioni

    A questa assemblea furono stabiliti dei punti,
    Dai grandi signori ed anche dai maestri,
    Che chiunque volesse apprendere quest’arte e appartenervi
    Doveva amare Dio e la santa chiesa
    Ed anche il maestro col quale sta,
    Dovunque egli vada, in campagna o nel bosco.
    E devi amare anche i tuoi compagni
    Poiché questo la tua arte desidera da te.

    Punto secondo

    Il secondo punto è, come vi dico,
    Che il massone lavori durante la sua giornata
    Veramente, per quanto sa e può
    In modo da meritare il suo riposo per la festa
    Ed operi seriamente nel suo lavoro
    Onde meriti la sua mercede.

    Punto terzo

    Il terzo punto deve essere ben conosciuto
    Fra gli apprendisti rispettivamente:
    Che il consiglio del maestro deve accettare e tenere,
    E quello dei compagni, con buon proposito.
    Non dirà a nessuno i segreti della camera,
    Né qualsiasi cosa essi facciano nella loggia.
    Qualunque cosa tu ascolti o veda fare
    Non devi dirla a nessuno, dovunque andrai.
    Il consiglio del vestibolo e quello del loggiato
    Vi renderà, per questo, grande onore.
    Il contrario vi porterebbe al biasimo
    Ed arrecherebbe grande vergogna all’arte.

    Punto quarto

    Il quarto punto ci insegna anche
    Che nessuno deve essere falso verso la sua arte.
    Non deve perseverare nell’errore
    Contro l’arte, ma evitarlo.
    Non farà egli pregiudizio
    Al suo maestro né ai suoi compagni.
    E sebbene l’apprendista sia posto al di sotto
    Anch’egli deve ave e a stessa legge.

    Punto quinto

    Il quinto punto, innegabilmente è
    Che quando il massone prende la paga
    Stabilita dal suo maestro,
    Egli deve prenderla docilmente.
    Tuttavia il maestro può, per fondata ragione,
    Avvertirlo formalmente prima di mezzogiorno
    Se non intende occuparlo più oltre
    Come ha fatto fin qui.
    Contro tale ordine non può contendere
    Se (il maestro) pensa di avere migliore successo.

    Punto sesto

    Il sesto punto deve essere fatto conoscere
    Sia in alto che in basso.
    Nel caso dovessero accadere
    Fra i massoni, alcuni o tutti,
    Per invidia od odio implacabile,
    Che nascano spesso grandi contese,
    Allora il massone è obbligato, se possibile,
    A, destinare un certo giorno per la composizione.
    Ma essi non procederanno a tale rito
    Finché la giornata lavorativa non sarà trascorsa.
    Durante un giorno festivo potrete facilmente
    Trovare il tempo per la composizione.
    Se fosse fatto durante la giornata di lavoro
    Il lavoro sarebbe dilazionato per tale questione.
    Assegna loro, quindi, un tale termine
    Cosicché vivano bene nella legge di Dio,

    Punto settimo

    Il settimo punto può bene significare
    Che Dio ci ricompenserà per una vita buona.
    A questo scopo descrive chiaramente
    Che non dovrai giacere con la moglie del tuo maestro
    Né con quella del tuo compagno, in nessun modo,
    Altrimenti l’arte ti disprezzerà;
    Né con la concubina del tuo compagno,
    Come tu non vorresti che egli facesse con la tua.
    La pena per questo sia severa:
    Che rimanga apprendista per sette anni interi,
    Se incorre in un caso di questi.
    Quegli allora deve essere punito;
    Molti guai potrebbero avere principio
    Da un tal peccato mortale.

    Punto ottavo

    Il punto ottavo, si può essere certi,
    Se hai preso ogni cura
    Di essere sincero verso il tuo maestro
    Per questo punto non sarai dispiaciuto.
    Devi essere un sincero mediatore
    Fra il tuo maestro e i tuoi compagni liberi;
    Fa lealmente tutto ciò che puoi
    Ad ambo le parti e ciò è molto bene.

    Punto nono

    Il nono punto ci chiama
    Ad essere attendenti del nostro alloggio.
    Se vi trovate in camera insieme,
    Ciascuno deve servire l’altro con cortesia.
    Rende i compagni cortesi, come voi dovete sapere
    Fare tutti l’attendente [‘steward’] a turno,
    Settimana dopo settimana. Senza dubbio,
    L’attendente conviene farlo a turno;
    Amabilmente servirsi l’un l’altro
    Come si pensa per fratello e sorella.
    Nessuno dovrà lasciare l’onere a un altro
    Per rendersi libero senza corrispettivo
    Ma ognuno sarà ugualmente libero.
    Di tale corrispettivo, così deve essere,
    Fai attenzione di pagare sempre bene ogni uomo
    Dal quale tu abbia comprato dei viveri:
    Che nessuna accusa sia possibile fare a te
    Né ai tuoi compagni di ogni grado
    Ogni uomo o donna, chiunque sia,
    Pagalo bene e giusto, per quello che offre.
    Di questo ricevi per il tuo compagno valida ricevuta
    Per il pagamento che gli hai fatto,
    Per timore che ciò provochi rimprovero dei compagni,
    E a te stesso parti di grande biasimo.
    Quanto a lui, deve fare buoni rendiconti,
    Delle merci che egli ha preso.
    Di quello dei tuoi compagni che hai consumato
    Dove, come e a qual fine.
    Tali conti devi venirli a fare
    Ogni volta che i tuoi compagni lo richiedano.

    Punto decimo

    Il decimo punto presenta la buona vita
    Il vivere senza affanno e contesa.
    Perciò se il massone vive in modo ingiusto
    Ed è falso nel lavoro, certamente
    Per tali false abitudini
    Può diffamare ingiustamente i propri compagni.
    Mediante frequenti false accuse
    Può far sì che l’arte ne abbia biasimo.
    Se egli farà tale villania all’arte
    Certamente non gioverà poi a se stesso
    Né lo si manterrà nella sua vita malvagia
    Temendo che si metta a diffamare e contrastare.
    Pertanto, non dovete ritardare,
    Ma dovete costringerlo
    A presentarsi dove crederete.
    Dove tu desideri, forte o piano.
    Lo richiamerai alla prossima assemblea
    A presentarsi davanti ai suoi compagni
    E se non vorrà comparire davanti a loro
    Deve giurare di rinunziare all’arte,
    Poi sarà punito secondo la legge
    Che fu fondata in giorni lontani.

    Punto undicesimo

    L’undicesimo punto è della buona discrezione
    Come potete sapere con buona ragione.
    Un massone che conosce bene quest’arte
    E veda il suo compagno alzare una pietra
    E posarla in pericolo di rovinare
    Dovrà correggerlo, se Può,
    E poi insegnargli a fissarla
    In modo che l’opera commissionata non rovini.
    Devi però insegnargli gentilmente a perfezionarsi,
    Con parole buone, che Dio ci ha dato;
    Per il suo amore che sta in alto
    Il tuo amore lo nutra con dolci parole.

    Punto dodicesimo

    Il dodicesimo punto è di grande sovranità:
    Laddove sarà tenuta l’assemblea,
    Là si troveranno i maestri ed anche i compagni
    E molti altri grandi signori.
    Vi sarà lo sceriffo di quel paese
    Ed anche il sindaco del posto;
    Ci saranno cavalieri e gentiluomini
    Ed altri notabili, come potrai vedere.
    I decreti che essi faranno
    Li manterranno tutti insieme
    Verso ciascun uomo, chiunque egli sia,
    Che appartenga all’arte buona e libera.
    Se egli entrerà in contrasto con essa
    Sarà preso in loro custodia.

    Punto tredicesimo

    Il tredicesimo punto ci è molto caro.
    Egli farà giuramento di non essere ladro
    Né di aiutare alcuno nelle sue male arti.
    Per qualsiasi cosa che egli abbia rubata
    E tu ne abbia notizia o colpa,
    Né per la sua roba né per la sua famiglia.

    Punto quattordicesimo

    Il quattordicesimo punto contiene una buona legge
    Per chi sia in soggezione.
    Egli deve prestare un sincero giuramento
    Al suo maestro e ai suoi compagni che sono lì.
    Egli deve essere risoluto ed anche sincero
    A tutte queste ordinanze, dovunque egli vada;
    E al suo sovrano signore il re,
    Di essere sincero verso di lui soprattutto.
    E a tutti questi punti detti prima
    È obbligato a prestare giuramento.
    E tutti devono pronunciare lo stesso obbligo
    Dei massoni, piaccia loro o meno,
    A tutti questi punti detti prima
    Che sono stati ordinati da un buon maestro.
    Ed essi indagheranno, ciascuno
    Dalla propria parte, meglio che potranno.
    Se qualcuno può essere trovato colpevole
    In qualche punto particolare.
    E, se lo è, sia cercato
    E sia portato davanti all’assemblea.

    Punto quindicesimo

    Il quindicesimo punto è di ottima istruzione
    Per coloro che là hanno giurato.
    Tale decreto fu posto all’assemblea
    Dai citati grandi signori e maestri,
    Per quelli che sono disobbedienti, con certezza,
    Contro il decreto esistente
    Di questi articoli che furono fatti là
    Dai grandi signori e massoni insieme.
    E se sarà pubblicamente provato
    Davanti all’assemblea, all’istante,
    E non faranno ammenda della loro colpa,
    Allora dovranno abbandonare l’arte
    E così la corporazione dei massoni li rifiuterà
    E promette solennemente di non assumerli più.
    A meno che essi non facciano ammenda,
    Non potranno più essere ammessi all’arte.
    E se non faranno così
    Lo sceriffo verrà da loro
    E porterà i loro corpi in buie prigioni,
    Per le violazioni che essi hanno compiuto.
    E porrà i loro beni e la loro vita
    Nelle mani del re, dovunque,
    E li lasceranno stare là
    Fin che piaccia al sovrano nostro re di liberarli.

    Altro decreto dell’arte della geometria

    Essi ordinarono che si tenesse un’assemblea
    Ogni anno, laddove essi volevano,
    Per correggere i difetti che capitasse di scoprire
    Nella corporazione del paese.
    Veniva tenuta ogni uno o tre anni
    Sempre nel punto che preferivano;
    Tempo e luogo doveva essere indicato
    Perché avesse luogo il raduno.
    Tutti gli uomini dell’arte dovevano trovarsi là
    Con altri grandi signori, come dovete vedere,
    Per correggere gli errori di cui si doveva parlare,
    Se qualcuno di loro era stato scorretto.
    Là, tutti dovevano prestare giuramento,
    Tutti gli appartenenti a quest’arte,
    Di accettare ciascuno questi statuti
    Che furono ordinati dal re Atelstano.
    Questi statuti che ho qui fondato
    Voglio che siano mantenuti in tutto il mio paese
    In nome della mia regalità
    Che ho per mia dignità.
    Comando anche che ad ogni assemblea che terrete
    Veniate al vostro coraggioso, sovrano re,
    Supplicandolo della sua alta grazia
    Di stare con voi in ogni luogo
    Per confermare gli statuti di re Atelstano
    Che ha ordinato quest’arte per buona ragione.

    Arte dei Quattro Coronati

    Preghiamo ora l’altissimo Iddio
    E sua madre, la lucente Maria
    Affinché possiamo apprendere bene questi articoli
    E questi punti, tutti insieme
    Come fecero questi quattro santi martiri
    Che dettero grande onore a quest’arte,
    Che furono così buoni massoni come non ce ne saranno sulla terra.
    Essi furono anche incisori e scultori di immagini
    Perché erano artigiani dei migliori.
    L’imperatore aveva grande predilezione per loro;
    Egli desiderò che gli facessero una effigie
    Che fosse venerata per amor suo.
    Tali idoli dovevano in quel tempo
    Distogliere il popolo dalla legge di Cristo.
    Ma essi furono fermi nella legge di Cristo
    E a quest’arte, senza dubbio.
    Amavano Dio e tutti i suoi precetti
    E volevano sempre più servirlo.
    Uomini veri erano in quel tempo
    E vivevano felici nella legge di Dio,
    Essi non potevano concepire di fare degli idoli,
    Per qualsiasi ricompensa potessero ricevere,
    0 credere negli idoli invece che in Dio.
    Non avrebbero fatto questo, anche se egli si infuriava
    Perché non avrebbero abbandonato la vera fede
    E creduto alla sua falsa legge.
    Allora l’imperatore li fece prendere
    E mettere in una profonda prigione.
    La cosa più triste fu l’essere puniti in quel posto
    La cosa più gioiosa fu l’essere in grazia di Cristo.
    Allorché non vide altra via
    Li condannò a morte.
    Dal libro si può conoscere
    Nella leggenda dei santi
    Il nome dei quattro coronati.
    La loro festa, senza dubbio, sarà
    L’ottavo giorno dopo Ognissanti.
    Potete udire così come io ho letto
    Che molti anni dopo, per un grande dubbio
    Quando il diluvio di Noè fu completamente cessato
    Ebbe inizio la torre di Babilonia,
    Secondo un piano di lavoro di calce e pietra,
    Come ognuno poteva vederla allora
    Cosi lunga e larga era stata cominciata:
    Per sette miglia di altezza oscurava il sole.
    L’aveva fatta il re Nabucodonosor,
    Di grande solidità per amore degli uomini.
    In modo che se ancora fosse venuto un altro diluvio
    Non avrebbe sommerso l’opera;
    Per un così forte orgoglio, per tale vanteria,
    Tutta quell’opera fu cosi perduta.
    Un angelo colpì con la diversità delle favelle,
    Cosi l’uno non comprendeva ciò che diceva l’altro.
    Molti anni dopo, il grande dotto Euclide
    Insegnò l’arte della geometria, molto profondo e chiaro.
    Fece altrettanto con altri (soggetti) nello stesso tempo
    Di molte altre diverse arti.
    Per la suprema grazia di Cristo in cielo
    Cominciò con le sette scienze:
    La Grammatica è indubbiamente la prima scienza.
    La Dialettica la seconda, mi piace dirlo.
    La Retorica la terza, non si può negarlo.
    La Musica è la quarta, come vi dico.
    L’Astronomia è la quinta, a mio fiuto,
    L’Aritmetica la sesta, senza alcun dubbio.
    La Geometria, la settima, chiude l’elenco.
    Per la sua umiltà e cortesia
    La Grammatica in verità è la radice
    Per cui chiunque potrà apprendere dai libri.
    Ma l’arte la supera di grado
    Come sempre il frutto proviene dalla radice dell’albero.
    La Retorica misura con espressione ornata il ritmo
    E la Musica è un dolce canto,
    L’Astronomia enumera, mio caro fratello,
    L’Aritmetica fa vedere che una cosa è un’altra.
    La Geometria è la settima scienza
    Che può separare con certezza il falso dal vero.
    Queste sono le sette scienze.
    Chiunque le adoperi bene può avere il cielo.
    Ora, cari figli, con la vostra conoscenza
    Lasciate da parte la superbia e la cupidigia
    E curate la buona discrezione
    E la buona educazione, dovunque andiate.
    Ora, vi prego di badare bene
    A quanto sembrate abbisognare di più
    Ma dovreste conoscere molto di più
    Di quello che trovate scritto qui.
    Se la vostra conoscenza è insufficiente,
    Pregate Dio di farvela avere
    Poiché Cristo stesso ci insegna
    Che la Santa Chiesa è la casa di Dio
    Che non è fatta per nessun altro scopo
    Se non per pregarvi, come dice il Libro.
    Là dentro la gente si riunirà
    Per pregare e piangere i propri peccati.
    Bada di non venire tardi in chiesa
    A causa di scherzi lungo la via.
    Quando poi vai in chiesa
    Abbi in mente sempre di più
    Di onorare di e notte il signore Dio tuo,
    Con tutto il tuo intelletto e anche col tuo cuore.
    Quando vieni alla porta della Chiesa
    Prendi dell’acqua santa.
    Per ogni goccia che tu prenderai
    Estinguerai un peccato veniale, siine certo.
    Ma prima devi tirar giù il tuo cappuccio
    Per l’amore di Lui che è morto in croce.
    Quando entri in chiesa
    Offri il tuo cuore, subito, a Cristo.
    Quindi guarda la croce lassù.
    Poi piegati del tutto sulle ginocchia
    Quindi pregalo di poter operare
    Secondo la legge della santa chiesa,
    Per seguire i dieci comandamenti
    Che Dio ha dato a tutti gli uomini.
    E pregalo sottovoce
    Di tenerti lontano dai sette peccati
    Per cui tu possa, durante la vita,
    Preservarti dalle angosce e dalle lotte.
    Inoltre, Egli ti assicuri la grazia
    Di avere un posto nella beatitudine celeste.
    Nella santa chiesa non usare parole sciocche
    Proprie degli ignoranti, e parole sconce,
    E respingi ogni vanità
    Ma recita il pater noster e l’ave Maria.
    Guarda anche di non fare alcun rumore
    Ma rimani sempre in preghiera;
    Se non vuoi pregare,
    In nessun modo non impedirlo agli altri.
    Non sederti né stai in piedi in quel posto
    Ma inginocchiati per terra
    E, quando si leggerà il Vangelo,
    Alzati completamente lontano dalla parete
    E benedici tu stesso se lo sai fare,
    Quando comincerà il gloria tibi.
    E quando il Vangelo è compiuto
    Tu potrai inginocchiarti ancora,
    Giù su entrambi i ginocchi,
    Per il suo amore che ci fa tutti inchinare.
    E quando senti suonare le campane
    A quel santo sacramento
    Tu devi inginocchiarti, giovane o vecchio che tu sia
    E alza completamente entrambe le mani
    E quindi parla in questo modo
    Piamente e sommessamente, senza rumore:
    «Signore Gesù, sii tu benvenuto
    Come io ti vedo, in forma di pane.
    Ora, Gesù, nel tuo santo nome
    Difendimi dal peccato e dalla vergogna
    Concedimi l’assoluzione e la santa eucaristia
    Prima che esca di qui,
    E tanto pentimento dei miei peccati
    Che mai più, signore, io vi ricada.
    E, come tu sei nato dalla Vergine,
    Non permettere che io mi perda più
    Ma, quando andrò via di qui,
    Concedimi la infinita beatitudine.
    Amen! Amen! Così sia!
    Ora, dolce signora, prega per me».
    Simili parole potrai dire, od altre cose,
    Quando ti inginocchi al sacramento
    Desiderando il bene. Non risparmiare niente
    Per onorare colui che tutto ha operato.
    Un uomo può essere felice per il giorno
    Che almeno una volta può vedere Lui.
    È di così grande valore, senza dubbio,
    Che nessuno potrà dire la virtù di ciò.
    Ma quella vista dà tali frutti,
    Come dice giustamente S. Agostino,
    Che il giorno che vedrai il corpo di Dio
    Due o tre volte, senza dubbio
    Dovrai prestare obbedienza a quel signore.
    Fallo col tuo ginocchio destro
    In tal modo porterai rispetto a te stesso
    Così, togliti berretto o cappuccio
    Finché ti si dica di rimetterlo.
    Tutte le volte che parli con lui
    Amabilmente e con rispetto tieni alto il mento.
    Cosi, secondo il senso del libro,
    Potrai guardarlo bene in viso.
    Tieni tranquilli i piedi e le mani:
    Trattienti dal grattarti e dallo strascicare.
    Guardati pure dallo sputare e dal pulirti il naso.
    Per queste occorrenze personali
    Sii saggio e discreto.
    Devi aver gran cura di dominare le emozioni.
    Quando entri nel vestibolo
    In mezzo alla distinzione, la benevolenza e le cortesie,
    Non presumerti troppo in alto per alcun motivo,
    Né per la tua nascita, né per la tua abilità.
    Non sederti né appoggiarti.
    Questo è il modo saggio e pulito di condurti.
    E se non si allenterà il tuo sostegno
    Veramente la buona educazione preserverà la tua dignità,
    Se il padre e la madre si condurranno bene
    Il figlio non potrà che crescere bene.
    Nel vestibolo, in camera, dovunque si vada
    Le buone maniere fanno l’uomo.
    Guarda attentamente il prossimo grado
    Per trattare con riguardo ciascuno singolarmente.
    Non salutarli quando sono in gruppo,
    A meno che tu non li conosca.
    Quando ti siedi a mangiare,
    Fallo in modo piacevole e simpatico:
    Prima guarda che le tue mani siano pulite
    E che il tuo coltello sia affilato e aguzzo
    E taglia il tuo pane e il tuo cibo
    Nel modo conveniente in quel posto.
    Se siedi vicino a un uomo
    Più importante di te,
    Lascialo prendere la carne
    Prima di prenderla tu.
    Non prendere il boccone migliore
    Anche se lo vorresti;
    Tieni le mani composte ed evita
    Di pulirle insudiciando la tovaglia.
    Non pulirti il naso con quella
    Né stuzzicare i denti a tavola.
    Non chinar troppo il viso nella coppa
    Quando desideri di bere.
    Se gli occhi fossero troppo vicini all’acqua
    Questo non sarebbe cortese.
    Bada di non avere cibi in bocca,
    Quando stai per bere o per parlare.
    Quando vedi che qualcuno sta bevendo,
    Fai attenzione al discorso:
    Smetti subito di parlare
    Se egli beve vino o birra.
    Guarda pure di non disprezzare nessuno
    In qualsiasi grado lo veda salire.
    Non devi disprezzare nessuno
    Se vuoi rispettata la tua dignità:
    Per tali parole può risultare
    Di essere triste nel sentirti colpevole:
    Stringi la tua mano a pugno
    E fa di non dover dire «l’avessi saputo!».
    In sala, fra signore brillanti,
    Frena la lingua e impiega lo sguardo.
    Non ridere a crepapelle,
    Non scherzare con licenziosità,
    Non giocare se non con i tuoi pari,
    Non dire tutto ciò che ascolti,
    Non parlare dei fatti tuoi,
    Né per gusto né per interesse.
    Parlando bene puoi ottenere quello che vuoi,
    Come puoi distruggerti.
    Quando incontri un uomo rispettabile
    Togliti il cappello o il cappuccio,
    In chiesa, al mercato o in strada.
    Onoralo secondo il suo stato.
    Se cammini con uno più importante
    Di quanto lo sii tu,
    Tienti un po’ dietro di lui,
    Per non mancargli di riguardo.
    Quando egli parla, taci,
    Quando avrà finito parlerai tu.
    Sii efficace nei tuoi discorsi
    E considera bene ciò che dici.
    Ma non togliergli la parola
    Né al vino né alla birra.
    Allora Cristo nella sua grazia
    Ti darà spirito e spazio
    Per conoscere e leggere questo buon libro
    Onde guadagnarvi il cielo.
    Amen! Amen! Così sia!
    Diciamo così tutti con carità.

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