Una nuova tecnica, un team di scienziati provenienti da più discipline e il contributo di Google: i Rotoli del Mar Morto saranno presto fruibili anche in rete. I testi, che custodiscono alcune delle più antiche e preziose testimonianze della cultura ebraico – cristiana, saranno digitalizzati con un approccio e una tecnologia all’avanguardia che permetterà agli studiosi di andare ancora più a fondo nella loro decifrazione.
I Rotoli del Mar Morto – i più antichi testi biblici al mondo (e in assoluto i testi più antichi di sempre) – si preparano ad essere scannerizzati con un’attrezzatura speciale ad alta risoluzione per le immagini. L’obiettivo è quello di permetterne lo studio e la visione anche online, come annunciato martedì dall’Autorità per il Patrimonio Archeologico Israeliano (IAA) e dal motore di ricerca Google.
Scoperti nelle grotte vicino il Mar morto negli anni tra gli anni Quaranta e Cinquanta, i Rotoli, scritti in ebraico, aramaico e greco, hanno una datazione che oscilla tra il 150 a.C. e il 70 d.C. I reperti includono una copia di quasi ogni libro del Vecchio Testamento così come altri testi che non sono entrati a far parte della tradizione canonica, come il Vangelo di Giuda (risalente alla prima età cristiana).
La loro digitalizzazione – che sarà condotta da un team di ricercatori e sviluppatori di Google in Israele – era inizialmente concepita come parte di un’iniziativa dell’Autorità Nazionale Israeliana per facilitare la conservazione di centinaia di fragili papiri e frammenti di pergamena, e monitorare le loro condizioni minuziosamente,ma in maniera non invasiva.
Secondo la IAA, la tecnologia aiuterà anche gli studiosi a riscoprire scritti e lettere che sono scomparsi negli anni. “Dal momento che avremo le migliori immagini possibili”, spiega Pnina Shor, il project manager della IAA, “perchè non prenderle, non aggiungerci le traduzioni, le trascrizioni, i commenti e renderle fruibili per una consultazione on line?”.
Puzzle divino
Fotografia per gentile concessione della IAA
Questo frammento del Deutoronomio, uno dei testi che compongono la Bibbia e che include al suo interno una versione dei Dieci Comandamenti, è tra i 30.000 frammenti dei Rotoli del Mar Morto preparati per essere accuratamente riprodotti digitalmente, e resi fruibili per una consultazione online nel 2011.
I testi formano “Il puzzle definitivo” secondo Pnina Shor, il direttore per l’Autorità Israeliana predisposta alla loro salvaguardia. “Quando si sente la parola ‘rotolo”, si pensa a in grosso involto. Ma in realtà abbiamo centinaia e centinaia di frammenti di 2000 anni fa. Gran parte del lavoro dei ricercatori consiste nell’unire questi frammenti, fisicamente, ma anche filosoficamente e dal punto di visto logico”.
“Adesso fortunatamente riusciremo ad avere molte nuove interpretazioni da parte degli studiosi di tutto il mondo che non avrebbero avuto modo, altrimenti, di esaminare in dettaglio i Rotoli”, afferma Shor.
Dalla pergamena ai pixels
Fotografia per gentile concessione dell’IAA
Un tecnico, in Isreaele, digitalizza parte dei Rotoli del Mar Morto. “Abbiamo cominciato questo progetto come parte dei nostri sforzi di conservazione per preservare i Rotoli per le future generazioni” afferma Pnina Shor dell’Autorità per le Antichità Israeliane.
“Pochi anni fa, stavamo cercando tecnologie e modalità di lavoro che non producessero danni ai manoscritto… poi ci è stato suggerito di usare una tecnica chiamata ‘multispectral imaging’, inventato primariamente dagli scenziati della NASA per fini spaziali”.
Oltre l’occhio umano
Fotografia per gentile concessione dell’IAA
Il libro dei Salmi si tinge di viola durante una tomografia multispettrale. “Quando i Rotoli furono fotografati per la prima volta negli anni Cinquanta, le foto sono state scattate in infrarossi, una modalità di visione già al di fuori della portata dell’essere umano”, spiega Pnina Shor.
“Adesso con la tomografia multispettrale, possiamo andare molto di là ciò che l’occhio umano può vedere”, dice Shor. “Ci sono lunghezze d’onda che ci possono portare in un’area dove può essere più facile effettuare attività di decifrazione”.
Le mani sul passato
Fotografia di Baz Ratner, Reuters
Un ricercatore lavora sul frammento di Rotoli del Mar Morto nel laboratorio di un museo israeliano a Gerusalemme. Secondo l’IAA, le nuove immagini ad alta risoluzione elimineranno per gli studiosi la necessità di esaminare i frammenti originali del rotolo di persona, una volta che questi saranno messi a disposizione online.
Anche se Pnina Shor ammette che entrare direttamente a contatto con i rotoli è un’altra cosa: “Io vorrei sempre vedere la copia originale”, afferma Pnina Shor. “Lavorando a un testo, è ovvio che si preferisca vedere l’originale, ma alla fine queste immagini saranno molto più utili dei testi materiali”.