HITLER E IL VATICANO. DAGLI ARCHIVI SEGRETI VATICANI LA VERA STORIA DEI RAPPORTI FRA IL NAZISMO E LA CHIESA
Autore: Peter Godman
Editore: Lindau
Collana: I Leoni
Pagine: 368
Formato: 14×21 cm
Anno: 2005
ISBN 88-7180-558-5
Prezzo (di copertina): 27,00 Euro
Da sempre la politica della Chiesa cattolica di fronte all’ascesa dei nazisti e al loro distruttivo dominio è un tema controverso. Pio XII è passato alla storia come «il Papa di Hitler», un antisemita connivente, che si rifiutò di condannare il nazismo in modo esplicito e mai esortò i cattolici a opporvisi. Eppure questi giudizi si fondavano su prove sommarie perché il Vaticano ha tenuto segrete fino a oggi le carte relative alle proprie attività interne in quegli anni cruciali, sottraendole all’esame degli storici. Solo nel febbraio del 2003 la Santa Sede ha aperto i suoi archivi. Peter Godman, studioso imparziale e a-cattolico, è stato uno dei primi a visionare quel materiale inedito. Il suo contenuto impone una revisione del giudizio sulla Chiesa romana di quell’epoca, un’istituzione «a più voci», tutt’altro che monolitica, in cui il legalismo ebbe la meglio sul senso morale della tragedia che si andava consumando. Intorno alla metà degli anni ’30 il Vaticano redasse alcune bozze di totale condanna del nazismo, bollato come eretico, ma quando Mussolini si avvicinò a Hitler, Pio XI limitò la sua esecrazione al solo bolscevismo e ripiegò sulla diplomazia. La Chiesa, insomma, fu portata fuori strada non tanto dal «Papa di Hitler», che non fece che proseguire la politica di Pio XI, quanto da un tragico errore di calcolo e da una relazione speciale con Mussolini che, con fosca ironia, arrivò persino a proporre la scomunica del Führer. Grazie alla riproduzione integrale dei documenti più importanti e all’analisi di numerose conversazioni tra Pio XI e i suoi cardinali, Hitler e il Vaticano è il più straordinario viaggio mai compiuto all’interno degli archivi segreti del Vaticano.
Peter Godman, dopo aver insegnato all’Università di Tubinga, oggi è docente di lingua e letteratura latina medievale all’Università «La Sapienza» di Roma. Nel 2004 ha pubblicato I segreti dell’Inquisizione (Baldini Castoldi Dalai).
RECENSIONI
Pier Mario Fasanotti, «Cultura di Panorama», 8 dicembre 2005 «Una guerra di nervi fu quella tra il vaticano e Adolf Hitler. Una certa storiografia ipotizza un Pio XII in stato di soggezione verso il führer, quindi inevitabile sottoscrittore della politica antisemita della Germania. Peter Godman, già docente all’Università di Tubinga e ora alla Sapienza di Roma, ha esaminato le carte segrete vaticane. Nel libro Hitler e il Vaticano ricostruisce la posizione della Chiesa, per nulla monolitica, semmai altalenante nelle prese di posizione dinanzi al diavolo tedesco. La linea seguita da Pacelli fu «la saggezza»: per evitare la guerra contro la Chiesa e i cristiani in Europa, per allontanare il rischio di pericolose spaccature tra gli italiani. […] La cautela non portò a una condanna di Hitler, né alla sua scomunica. Ma dietro le quinte Pio XII muoveva le pedine diplomatiche, smentendo una certa «codardia pubblica». Godman ci fa sapere che la condanna era già stata preparata dal Sant’Uffizio alla fine del ’36 (al soglio c’era Pio XI). Ma non uscì da Roma.»
Emilio Gentile, «Il Sole 24Ore», 5 marzo 2006 «Dopo le clamorose polemiche sui silenzi di Pio XII di fronte ai crimini di Hitler, si sta aprendo una via nuova nello studio e nell’interpretazione dei rapporti tra il Vaticano e il nazismo. Il nuovo approccio parte dalla realistica considerazione che il Vaticano e il regime nazista non erano blocchi monolitici, con un solo pensiero, una sola direzione, una sola volontà, come fa notare Peter Godman. […] Il rumore intorno ai silenzi di Pio XII ha lasciato un po’ in ombra la figura del predecessore. […] Un aspetto che anche gli studi recenti trascurano, è il complesso e tormentato rapporto di Pio XI verso il fascismo e il nazismo come religioni politiche. Infatti, quel che più allarmava Pio XI, in questi regimi, non era la soppressione delle libertà civili e politiche, […] bensì la pretesa del fascismo e del nazismo di rivendicare una propria sacralità. […] La bandiera al posto del crocifisso, gli eroi nazionali al posto dei santi, il capo politico e militare al posto del capo religioso, le parate al posto delle processioni. […] Come deve considerare la Chiesa cattolica tutto ciò? […] Gli studiosi che si sono occupati dei rapporti fra il Vaticano e il nazismo hanno finora ignorato […] il problema della religione politica. […] La validità di questo approccio […] è confermata dal recente studio di Godman. Dalla ricostruzione di Godman risulta che i lavori preparatori per un’enciclica contro il nazionalismo, il razzismo e il totalitarismo ì, furono effettivamente avviati dal Sant’Uffizio nel 1935, proseguirono nel 1936 e furono in parte utilizzati nell’enciclica del 1937 […] che senza nominare il nazismo condannava il razzismo e la persecuzione religiosa in Germania. L’enciclica contro il totalitarismo razzista, nazionalista e comunista era pronta nel 1938, ma il papa esitò a pubblicarla, finché lo colse la morte il 10 febbraio 1939. L’enciclica, intitolata Humani generis unitas, rimase inedita e sconosciuta, fino alla sua recente scoperta e pubblicazione. […] L’atteggiamento del Vaticano verso il totalitarismo […] sempre oscillante fra politica concordataria e propositi di condanna ha provocato interpretazioni contrastanti sui due pontefici. Godman rifiuta di contrapporre Pio XI “aquila valorosa” e Pio XII “colomba della pace”. […] Godman ritiene che “uno struzzo con la testa nella sabbia sarebbe stato più calzante” come simbolo dei due papi. […] Ma, forse, sarebbe più appropriato parlare di “illusione concordataria”, l’illusione cioè che il concordato [fosse] il miglior antidoto per rendere inefficace il veleno totalitario. […] Mentre, in senso contrario, era vivo in entrambi i pèontefici, la consapevolezza che un’esplicita condanna […] avrebbe […] forse scatenato una nuova guerra di religione.»