Appendice al Francken Manuscript | ||
Aronne
Aronne viene dall’ebraico e significa rischiarato, illuminato. Fratello di Mosè, lo assiste durante l’Esodo ma perde la sua fiducia nell’affare del Vitello d’oro. Come suo fratello, non entra nella Terra Promessa e muore sulla montagna di Hor. Primo Gran Sacerdote d’Israele, le sue funzioni sono descritte minuziosamente nel Levitico.
Si fa allusione ad Aronne nel IV, XIV e XX Grado.
Abadon
Pronuncia errata di Avadon (vedere questa parola).
Parola di Passo del XVII Grado, gli si risponde Jabulum.
Abda
Abda significa servitore, schiavo. Secondo I Re 4,6, Adonhiram sarebbe stato figlio di Abda. Nella misura in cui Adonhiram è capo degli operai, sotto David e poi sotto Salomone, si può vedere in questo Abda uno schiavo o un prigioniero affrancato e convertito.
Abda è citato nel V, VIII, XIV, e XXII Grado.
Abdamoh
Abdamoh, formato da ‘av’, padre, e da ‘damoh’, sembrare, essere a immagine, significa “simile al padre” o, per riprendere un soprannome molto usato nel compagnonaggio, “l’esempio di suo padre”.
Abdamon o Abdemon
Secondo Michel Saint-Gall, Abdamon sarebbe una deformazione di ‘Eved Amon’. Ma non si capisce che ci farebbe qui un seguace del dio egiziano…Noi pensiamo che si tratti piuttosto di una deformazione di Abdamoh, più adatto al contesto.
Abdamon é citato al XIII e al XIV Grado.
Abiram
Abiram dev’essere una deformazione di Abi Rimah, da abi o meglio ‘avi’, che vuol dire “mio padre” e da ‘rimah’, che significa putrefazione, parassita. E’ dunque possibile tradurlo con “mio padre é un parassita”.
Personaggio biblico, Abiram e suo fratello Datan, figli di Eliab, rigettarono l’autorità di Mosè e rifiutarono di seguirlo nel cammino verso Canaan. Essi affermarono che “il paese di latte e miele” non era la Terra Promessa ma l’Egitto e anche che “tutti sono consacrati”, ciò che implica la superiorità dell’assemblea del popolo sui suoi capi (Numeri 16,3 e 16,13). Su richiesta di Mosè, Datan, Abiram e tutta la loro parentela furono inghiottiti vivi nello Shéol (Numeri 16,33). Il ricordo di questo episodio, o quello del figlio primogenito di Hiel di Betel, morto senza dubbio vittima d’un sacrificio di fondazione al momento della ricostruzione di Gerico, può aver avuto un ruolo nella costruzione della Leggenda d’Hiram.
Abiram appare al IX e X Grado.
Abra
La traduzione tradizionale “re senza macchia”, che è d’ispirazione alchemica, non corrisponde assolutamente a questa parola. Vuillaume vuole vedervi una corruzione di ‘abra’, ch’egli traduce come “padre cattivo”… Nella misura in cui questa parola è associata ad Adonai, un tale significato, che puzzerebbe di eretico, non è affatto verosimile. Michel Saint-Gall inclinerebbe a vedervi una corruzione di ‘ever, che significa passato o “è passato”… Ma il verbo ‘avar’ molto vicino, possiede molti significati:passare (un fiume), traversare, prevenire, sparire, anche trasgredire (una legge, una alleanza).
Ma tutto ciò è forse inutilmente complicato. Abra interviene nel XXII Grado di Cavaliere del Sole, nel quale si riconosce l’ispirazione alchemica, nella risposta alla domanda Stibium e sotto la forma di Abra est. Poiché tutte queste parole appartengono al latino, stibium non è altro che la polvere di antimonio e abra designa una giovane serva o una favorita… L’insieme significa dunque: “la polvere d’antimonio è la giovane serva” (la favorita del re) ed il suo senso alchemico è allora molto chiaro, poiché l’antimonio può servire a purificare l’oro…
Achard o Yaqar
Potrebbe trattarsi, secondo Michel Saint-Gall, d’una corruzione di ‘akar, che significa sterile. Ciò sembra dubbio, come il riferimento ad Akhan, che violò il divieto per Gerico e fu lapidato (Giosuè 7,17-25).
Noi siamo propensi a vedere in Achard una corruzione di yaqar, che significa prezioso e che sembra accordarsi meglio con il contesto e che è uno dei numerosi Nomi Divini.
Achard viene pronunciato compiendo il secondo Segno dell’ VIII Grado.
Achizar
Achizar sembra derivare da Akhizar, formato da akh, fratello, e da zar, che vuol dire straniero. Letteralmente significherebbe dunque “mio fratello è straniero”. Questi era, secondo I Re 4,6, così come secondo il rituale di Francken, l’intendente della casa reale di Salomone. Vuillaume afferma che la torre nella quale furono imprigionati i due assassini non si chiamava affatto torre d’Akhizar ma torre ‘Ezer, che significa aiuto, soccorso. La Bibbia non descrive bastioni elevati a Gerusalemme da David, poi da Salomone. Tuttavia, in Neemia 3, la ricostruzione dei muraglioni e delle torri è largamente descritta. Sono allora nominate le torri di Hananéel (Cananeel), dei Forni, la torre sporgente del palazzo reale e la grande torre vicina al bastione di Ofel. Questa è molto interessante, per ciò che ci concerne, poiché, sulla sua area si è elevata la torre della prigione.
La torre di Achizar è menzionata al X ed al XIV Grado.
Adac
Parola sacra del XVI Grado, chiaramente una corruzione di Adar. Secondo il rituale, Adac designerebbe il ventitreesimo giorno dell’undicesimo mese, che è precisamente il mese di Adar.
Adam
Adam è, beninteso, il primo uomo ed una buona traduzione della parola è gleba, nato dalla gleba. Come tale, la sua natura prima, definita in Genesi 1,27,
Elohim creò l’uomo a sua immagine,
a immagine di Elohim, lo creò,
maschio e femmina, li creò.
è stato l’oggetto di molte speculazioni.
Michel Saint-Gall ricorda che le lettere di Adam sono le iniziali delle tre parole Adam, David e Mashikha, il Messia giudeo. Si trovano allora riuniti simbolicamente la Creazione, l’osservanza della Legge e la Redenzione. Alcuni hanno voluto mettere questa analisi all’origine dei tre passi d’Apprendista.
Oltre al XXII Grado dove il presidente lo rappresenta, è fatta allusione ad Adam al XIII e XXI Grado.
Adama
Adama appare nell’istruzione del XXIV Grado, Cavaliere Kadosh, come uno dei nomi portati dal Cavaliere dell’Aquila Nera. Adama significa terra, suolo, più precisamente l’argilla rossa da cui fu formato Adamo.
Adar
Adar designa l’undicesimo mese dell’anno religioso ebraico.
Secondo Michel Saint-Gall, questa parola verrebbe da quella del dio del fuoco dei Canaanensi.
Adon
Adon significa Signore. La sua traduzione greca è Kyrios, Kurios.
Lo si trova al XV Grado come Parola dei Grandi Eletti, ma, paradossalmente, non ne è domanda al XIV Grado! Infatti, ne è allora sostituito da Adonai solamente per facilitare il computo delle lettere…
Adonai
Adonai è il più usuale dei Nomi Sostitutivi utilizzati per vocalizzare l’impronunciabile Tetragramma hwhy. Per natura, la parola Adonai svolge un ruolo eminente nel Rito di Perfezione.
E’ una Parola Sacra al IV, XII e XXIII Grado, la Grande Parola dell’XI Grado, una delle Parole di Passo del XIII, la terza Parola Coperta del XIV Grado e termina il riconoscimento tra cavalieri kadoshim al XXIV Grado.
Adonhiram
Adonhiram o anche Adoniram è formata da Adon, che significa maestro, e da khiram, esso stesso formato da khai, che significa vivo, vivente e da ram, che vuol dire elevato. La traduzione ammessa è “Il Mio Dio è esaltato”. Infatti, si potrebbe renderne il senso perfettamente con “Dio è grande”.
Personaggio biblico, figlio di Abda, il suo nome è accorciato in alcune versioni bibliche o in alcuni passaggi del Talmud in Adoram. Capo della servitù sotto David (II Samuele 20,24) poi sotto Salomone (I Re 4,6 e 5, 28). Inviato in missione da Roboamo, poco dopo l’innalzamento al trono di questi, morì lapidato dal popolo in rivolta (I Re 12,18 e II Cronache 10,18).
La confusione di questo personaggio con quello d’Hiram Abif nella Massoneria Adonhiramita risale verosimilmente ad una cattiva interpretazione di Adon Hiram, che significa “Maestro Hiram”.
Adonhiram detiene un ruolo importante nella Leggenda di Hiram e lo si ritrova al IV, V, VII, VIII, XIV e XXII Grado.
Aggéo o Hagai
Aggéo, in ebraico Haggai, che significa (nato un giorno) di festa, è uno dei dodici ispirati. Officiò nel 520 a. C., sotto Dario I. Esortò Zurubbabel a ricostruire il Tempio.
Citato con altri profeti al XIV Grado, il suo nome serve da risposta alla Parola d’Ordine del giovedì del XXV Grado.
Akyrop
Akyrop potrebbe essere una corruzione di Akhitov, incontrata anche a proposito di Tito. Ma, anche qui, il significato “Fratello di bontà” non è assolutamente adatto. Sembra meglio cercare partendo da akh, che vuol dire fratello, e da ratakh, che significa ribollire (di collera) o da rafeh, che significadebole, vile. Si avrebbe così sia “mio fratello ribollisce di collera” sia “mio fratello è un vile”, che ambedue qualificherebbero convenientemente il primo assassino d’Hiram al momento del suo crimine o al tempo della sua esecuzione nella caverna.
Usato congiuntamente con Abiram (o Abyram) per designare il primo assassinio al IX Grado, diviene Jubullum Akyrop al X, è ugualmente citato all’XI, XIV, XXIII e XXIV Grado.
Albra est
Parola di passo del XXIII Grado, Cavaliere dell’Aquila o del Sole, data in risposta alla domanda Stibium. Secondo il rituale, significherebbe “re senza macchia e pieno di gloria”. Nel RSAA, lo si ritrova al XXVIII Grado, in risposta, questa volta, alla domanda Adonai.Vuillaume e Michel Saint-Gall s’accordano allora nel vedervi una deformazione, il primo di Abra, il secondo di Avra.
Nel quadro del Rito di Perfezione, conviene ricordarsi che non si tratta solo di Albra ma delle due parole Albra est. La situazione è tanto più differente quanto il carattere alchemico del XXIII Grado è più pronunciato. Perché non può riferirsi al latino, e vedere qui una corruzione di Alba est, che si potrebbe tradurre con “è una perla”? Il riferimento ad Albus (bianco) permette di comprendere meglio il senso dato dal rituale.
Alexandre
Il nome del conquistatore appare come uno delleParole d’ordine di Riunione dei Principi del Real Segreto, dato alla domanda il mercoledì e ricevente la risposta Sophonias. In greco, Alexandros, Alexandros, significa “che protegge gli uomini”; figlio di Filippo di Macedonia, re di Macedonia dal 326 al 323 a. C., la sua conquista dell’impero persiano è rapidamente evocata in I Maccabei.
La sua associazione a Sophonia, in ebraico Tsephanyah, che significa “Yah protegge”, non è senza dubbio fortuita: Alessandro, sotto forma di domanda, significa “chi protegge gli uomini”? e Sophonia fornisce la risposta “Yah li protegge”.
Alleluia
Alleluia è una delle Parole di Passo del XIX Grado. Deriva dall’ebraico halleouya, che significa, all’imperativo, “lodato sia Yah, lodato sia Dio”.
Alfa e Omega
Come gli ebrei e molti altri popoli antichi, i greci utilizzavano le loro lettere per rappresentare i numeri. Il valore numerico di a era 1, quello di w era 800. I greci utilizzavano anche due lettere fenicie[1], la waw e la koph, per rappresentare i numeri 6 e 90 come anche sampi, per rappresentare il numero 900.
Simbolicamente le due lettere estreme strettamente greche sono dunque l’alfa e l’omega. I traduttori della Bibbia hanno dunque utilizzato la formula l’alfa e l’omega per rendere l’espressione ebraica “riunire l’aleph ed il taw” e possiede lo stesso significato. Questa espressione è impiegata da San Giovanni (Apocalisse I,8):
Io sono l’aleph ed il taw, dice il Signore Dio,
Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente.
riprendendo il pensiero d’Isaia:
Io sono il primo e io l’ultimo; fuori di me non vi sono dei.
(Isaia 44,6) espresso anche in altri versetti.
Alquebert
Michel Saint-Gall vi vede una corruzione di El Guibbor, ossia “Dio potente”. Ma si può anche pensare che si tratta d’una deformazione di El Qanah, uno dei trenta prodi di David. Sorvegliante degli operai della Tribù di Manasse, secondo il rituale dell’XI Grado.
Amen
Amen non è altro che la parola ebrea (…) La si traduce sovente con “così sia!” il cui senso è leggermente differente. Notiamo che amen significa anche fede, certezza, fedeltà, verità.
Anania
Questo nome si trova sul gioiello del XXII Grado di Cavaliere dell’Arco Reale. Si tratta della forma grecizzata di Khananyah, che significa “Yah ha perdonato”, nome di molti personaggi biblici. Quello che interessa noi potrebbe essere il secondo figlio di Zurubbabel, che segue per altro sul gioiello.
Apare et Lege, Dice aut Tace
Questo motto latino apre il XXIV Grado, Cavaliere Kadosh. Letteralmente: “apri e leggi, esprimi o taci”. Esso merita riflessione…
Artaserse
Artaserse deriva dall’iraniano Artahshasa, che significa “colui che ha Arta (l’Ordine del mondo personificato) per regno”, attraverso l’ebraico Artahshasta, poi dal greco Artaxerxes.
Quello che ci riguarda, al XV ed al XX Grado, è Artaserse I Lunga-Mano, re di Persia dal 465 al 423 a. C., successore di Serse e sotto il regno del quale si situano, in generale, gli interventi di Esdra e Nehemia. Notiamo che, come suggerisce Michel Saint-Gall, il titolo di Ha-Tirshatha, portato da Nehemia, significa la riverenza o il timore ed è in effetti equivalente al nostro moderno “sua Eccellenza”…
Avadon
Avadon, significa distruzione, rovina. In partenza, è il nome poetico della dimora dei morti (Giobbe 26,6; Salmi 88,12). Nell’Apocalisse 9,11,è l’angelo dell’Abisso ed è precisato che il suo nome greco è Apollion, che, chiaramente, ricorda il dio Apollo.
Avercha
Corruzione di Evarkha, che significa “io ti loderò, io ti benedirò” e viene dal verbo berek: benedire, glorificare.
Avercha recolgit Adonai, klamed tellesake Sophy
Tale e quale, questa frase non vuol dire niente! Pertanto, vi si può riconoscere una corruzione del versetto 2 del SalmoXXXIV che si legge:
Evarkha eth Adonai bekhol-‘eth tamid tehilato bephi.
Ossia:
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Il rituale del XXIV Grado, nel quale si trova la forma corrotta del versetto, lo traduce però in maniera corretta.
Babilonia
Babilonia deriva dalla forma grecaBabilwn,Babylon, derivante essa stessa dall’ebraico Babel, formato a partire dall’antico akkadico Babilu, che significa “la Porta di Dio”. In ciò che ci riguarda, Babilonia interviene secondo due modi simbolici differenti. Nei Gradi dell’Esilio (XV e XVI), è il luogo della persecuzione ma anche dell’affrancamento. Si tratta qui del Secondo Tempio la cui importanza simbolica non sembra essere stata sviluppata, in Massoneria, che nel XVIII secolo.
Al XXI Grado (Cavaliere Prussiano), si tratta della costruzione della Torre di Babele da parte di Phaleg. Contrariamente alle apparenze, il simbolismo della Torre di Babele è molto antico in Massoneria poiché se ne fa menzione tanto nel Regius che nel Cooke.
Bagoel kol
Bagoel kol, che non è un’espressione biblica, può essere una corruzione di Bagoal kol, che deriva dal verbo gaal, la cui interpretazione non è semplice poiché Marchand Ennery indica, per tre pronunce leggermente differenti, i sensi opposti di liberare, redimere e di “essere rifiutato, essere reprobo”. Kol è apparentemente più semplice: significa “tutto”. Ma Kol può essere anche scritto in modo da significarevoce. L’iniziale non è che una lettera strumentale che significa “nel”.
E’ dunque possibile tradurre questa espressione in modi molto diversi: “tutto è redento” o, come propone Michel Saint-Gall, “nel Redentore è la voce”, o, in maniera totalmente opposta “tutto è rifiutato”, “la voce del Reprobo”. Queste incertezze sono assai frequenti e ci si può domandare se, tra i redattori dei quaderni, non figurasse qualche transfuga del giudaismo che si divertiva un po’ a spese dei loro fratelli…
Segnaliamo che Vuilleaume legge begoal-kol, partendo dal verbo ga’ol, che significa “rigettare, avere in abominio”. Egli traduce allora per “nell’abominio di tutti”.
Bagulkal
Estrema deformazione sia di Bagoel kol sia di Bo Hakol o ancora di Bego’al Kol. I rituali del IX e X Grado gli danno come significato “capo del Tabernacolo” mentre al XXIV, la risposta alla domanda Nichamaka Bulion è Bagulkal, Pharaskal.
E’ possibilissimo che ci troviamo in presenza d’una convergenza di corruzione. Capo del Tabernacolo potrebbe dirsi menahel min-hamishkan… Da parte nostra, pendiamo per una deformazione di Bagoel kol o di Bego’al kol nei rituali del IX e XIV Grado e per una deformazione di Bo Hakol in quello del XXIV Grado.
Banachad o Benachad
E’ evidentemente una corruzione. Sotto la forma Banachad, lo si trova come Parola di Passo del VI Grado ed è presentato come un nobile, capo d’una delle dodici Tribù. Sotto la forma Benachad, è il sorvegliante degli operai della Tribù di Issacar, secondo il rituale dell’XI Grado. Al XIV Grado ha lo stesso ruolo.
Benachad è verosimilmente una corruzione di Ben Hakar, che significa “figlio riconosciuto”. Si può vedere che questo nome deriva da Ben ‘Aqar, che si traduce “figlio sterile”, ma, in ragione del contesto, ciò sembra poco probabile.
Banaya o Benaya
Banaya, o Benaia, è una corruzione di Banayah, che significa “Dio costruisce”, figlio di Yehoyada’, il più illustre dei trenta preti di Davide, che Salomone nominò alla testa delle armate. In greco, il suo nome è tradotto Banaias, Banaia. Segnaliamo che Michel Saint-Gall vi vede piuttosto Benayah, che fa derivare da binah, che significa ragione, comprensione, e dunque traduce Benayah “Dio è intelligente”.
Il rituale del V Grado gli attribuisce, identificandolo a Zerbal, il ruolo di fratello introduttore.
Begaherad Stibium Hemuy
Questo miscuglio di ebraico corrotto e di latino è, in effetti, una corruzione della frase Beahavah akhalek ‘im he’ani, che significa “con amore, io dividerò con il povero”, e che quadra bene con la traduzione data dal rituale del XXIV Grado. Non si vede, veramente, che cosa possa avere a che fare qui l’antimonio (Stibium)!
Bego’al kol
In ebraico Bego’al kol viene da go’al, ripugnanza, avversione, abominazione, e da kol, che significa “tutto”. La lettera posta davanti al nome significa in, con, ecc., ossia esprime un superlativo. Vuillaume propone dunque di tradurre con “nel disgusto di tutto”. Ma si potrebbe così vedere “il più grande degli abomini”, ciò che s’accorderebbe assai bene con il contesto del IX Grado…
Ben Gabee o Bengaber
Infatti, si tratta di Ben Gheber, che si traduce “figlio del forte”, secondo I Re 4,13, intendente di Salomone sulle alture di Galaad. E’così che è citato nel X Grado.
Benchorim
Benchorim è una corruzione di Ben Khorim, Il suo significato, molto vicino a quello dello spagnolo hidalgo, è “figlio di nobile”, o ancora “uomo libero”, “uomo di qualità”.
Benchorim Achar Jakinai
E’ l’iscrizione incisa sul retro del triangolo portato dal Tre Volte Potente Maestro all’VIII Grado .E’ una corruzione di Ben khorim hakar Yakinai, che sembra ben essere, come suppone Michel Saint-Gall, una frase forgiata nel XVIII secolo. La sua traduzione potrebbe essere “vero figlio di nobile, Dio è fermo”.
Bendaca
Bendaca è una corruzione di Ben-Daqar, (Ben-Deker) intendente di Salomone a Makaz (IRe, 4,9). Deker significa bucare, pugnalare. Bendaca è citato al X Grado.
Bérith
Bérith significa alleanza, patto. Si tratta qui dell’Alleanza contratta da Abramo con Jahve sotto le querce di Mamré (Genesi 15, 18). Il suo contenuto[2] è dunque importante:
“Alla tua discendenza, Io do questa terra
dal fiume di Misraim al grande fiume, il fiume Perat[3]:
i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Hittiti,
i Perizziti, i Refaim, gli Amorrei, i Cananei,
i Gergesei, gli Evei e i Gebusei”.
Presa simbolicamente, questa Alleanza promette l’impero del mondo, purchè la Legge sia osservata.
Berthemer
Impossibile ritrovare la sua origine! Sorvegliante degli operai della tribù di Aser, secondo il rituale dell’XI Grado. Ma, secondo I Re 4,16, il capo della Tribù di Aser, sotto Salomone, eraBa’ana ben Khoushai.
Bezelee’l
Bezelee’l appare sul Gioiello e nelle Parole del XXII Grado, Cavaliere dell’Arco Reale, come anche tra i porta stendardi del XXV Grado. Si tratta verosimilmente d’una corruzione diBetsalel, che significa “nell’ombra di Dio”, figlio di Uri, figlio di Ur, della tribù di Giuda, “riempito in saggezza del soffio d’ Elohim”. Betsalel lavorò l’oro, l’argento ed il bronzo per il santuario del deserto, all’epoca di Mosè (Esodo 31, 2-6). In un certo senso, è il precursore d’Hiram.
Binah
Binah, che significa ragione, comprensione, è il nome della terza sephira. Binah figura, con Choemel e Tabinah, sulla Scala del XXIV Grado. Queste due ultime parole sono delle corruzioni, la prima di Guemoulah, ricompensa, remunerazione, e la seconda di Tevounah, che significa prudenza.
Bo hakol
Bo hakol, significa letteralmente “Tutto è in Lui”. E’ una locuzione assai frequente nelle preghiere.
Booz o Boaz
L’uno e l’altro sono delle corruzioni di Bo’az, che significa “in Lui è la forza”. Era, secondo I Re 7,21, il nome della colonna posta alla sinistra della porta del Tempio ed elevata da Hiram. Michel Saint-Gall scrive che la Bibbia dice che queste colonne erano di rame. Ma Chouraqui (I Re 7, 15-16) parla di bronzo… Bo’az è anche il nome d’un ricco proprietario di Betlemme, sposo di Rut la Moabita, da cui ebbe un figlio, Obed, padre di Ishai chiamato anche Iesse, esso stesso padre di David (Ruth 4,17). Luca farà di Bo’az l’antenato di Gesù (Luca 3, 2).
Sotto la forma Booz, il rituale del V Grado lo dà come maestro dei Compagni, così stimato dal re che questi dà il suo nome alla colonna di sinistra. Sotto la forma Boaz, figura nella lista delle Parole dei Cavalieri d’Oriente, al XV Grado, e designa una delle colonne del Tempio al XXIII Grado.
Bulion
Questa parola fa parte delle domande rituali del XXIV Grado. Ciò può essere una corruzione di Bealilim, formato dal plurale “gli idoli” e dalla lettera-strumento ב. E’ possibile tradurla come “contro gli idoli”.
Camael
Citato nella lista dei sette Cherubini, al XXIII Grado, Camael dev’essere una corruzione di Khamaliel, che significa “Dio risparmia”.
Cam
Cam è il secondo figlio di Noè (Genesi 10, 1), egli stesso padre di Koush, (Etiopia), da cui discenderanno gli Etiopi ed i Nubiani, di Misraim, (Egitto), padre degli Egizi, di Put, antenato degli Arabi e dei Libici, e di Canaan, antenato dei popoli di Canaan. Per non aver coperto la nudità di suo padre, fu sottomesso a Sem ed a Iafet, suoi fratelli (Genesi 9, 25)
E’ una delle tre Parole misteriose del XXI Grado, e una delle iniziali incise sul Gioiello del XXII.
Cherubino
Cherubino viene dall’ebraico kérouv. I cherubini sono, in origine e per i babilonesi, dei geni di forma metà umana e metà animale, destinati a vegliare alla porta dei templi e dei palazzi. Introdotti con l’angeologia nel Giudaismo al tempo dell’Esilio, sono in numero di sette: Gabriele, Camaliele, Michele Uriele Raffaele, Zafiele e Zachiele. Inizialmente i kérouvim servivano da decorazione all’Arca dell’Alleanza (Genesi 25, 17-20). E’ in questo senso che viene fatta allusione a loro nel IV, XI e XV Grado.
In quanto esseri soprannaturali, intervengono tutti e sette sul Quadro del XVIII Grado. Ma è al XXIII Grado ch’essi svolgono il ruolo più importante, dando i loro nomi ad alcuni ufficiali della Loggia e ricevendo un’interpretazione simbolica in ciascuna delle Istruzioni.
Choemel
Choemel può essere una corruzione dikhomlah, che significa compassione, clemenza. Questa parola, associata a Binah ed a Tabinah, suggella il Settimo Giuramento e figura sull’ultima barra della Scala del XXI Grado. Ulteriormente, gli si sostituì la parola guemoul, che vuol dire ricompensa, beneficio. Vi è là più che una sfumatura…
Civy
Michel Saint-Gall sottolinea che Civy o Chivy potrebbe venire da shivi, la cui traduzione esatta è “siediti, donna!” e della quale non si vede molto come si applicherebbe qui… Propone allora di vedere in Civy una corruzione di ki. Claude Gagne[4], citando un erudito competente, ci ha segnalato che, nel linguaggio dei cammellieri, Civy corrisponde all’ordine d’inginocchiarsi e Ki a quello di alzarsi. E’, perlomeno, in accordo con il contesto. Ma non si vede come potrebbe esserci il collegamento tra i cammellieri ed i redattori dei quaderni, tanto più che queste parole si ritrovano nei rituali più antichi. Per noi le cose sono più semplici. La parola shevi, significa prigionia, prigioniero.
Civi è una delle Parole del VII Grado e interviene nell’iniziazione all’XI.
Cyrus
Cyrus deriva, per via greca Kuroz, dall’ebraico Korèsh, derivante a sua volta dal persiano Kouroush, che significa padre, pastore, nel senso in cui il re è il padre del suo popolo. Re di Persia nel 555 A. C., dei Medi nel 549 A. C., vincitore di Creso nel 546 A: C., Ciro entra a Babilonia nel 539 A. C. e, fin dal 538, prende in considerazione l’Editto del Ritorno.
Per l’intelligenza del suo ruolo nei rituali di Perfezione, è interessante ricordare Isaia 44, 28: Adonai…
che dice a Ciro: “Mio pastore!”, ed egli soddisferà tutti l miei desideri dicendo a Gerusalemme: “Sarai ricostruita”, ed al palazzo: Sarai riedificato”.
e Isaia 45,1: Così dice il Signore del suo eletto, di Ciro: “Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni…
Nel senso giudaico dell’ordine dei tempi, Ciro è uno degli strumenti del Signore e Isaia esprime tutta la simpatia, senza dubbio attiva, della comunità giudea nei suoi riguardi. Ciro svolge dunque un ruolo importante nei rituali di Perfezione. Appare di sfuggita nella leggenda del XIV Grado, ma è al XV Grado, Cavaliere d’Oriente, che assume tutta la sua importanza. Il presidente lo incarna ed è lui, benché strettamente parlando non sia un iniziato, che va ad instaurare Zurubbabel.
Il suo Editto di Ritorno ha un ruolo centrale nel XVI Grado, come giustificazione della Patente di Dario. Un richiamo di questo ruolo viene fatto al XX Grado, il suo nome figura sul Gioiello del XXII ed un’ultima allusione è compresa nel discorso del Gran Commendatore del XXIV Grado.
Daniele
Daniel è la forma francese e significa “Dio è giudice”. Giovane deportato alla corte di Nabucodonosor, Daniele vi riceve il nome di Baltazzar (Daniele 1,7) ed ha il merito di rispettare le regole della Kasherout. Durante un festino diBel-shar-uçur (Baldassàr), è lui ad interpretare la famosa iscrizione Mene, Tekel Peres, con “Misurato, Pesato, Diviso”.
Citato come uno dei profeti dell’Esilio al XIV Grado, il suo nome è la risposta a Dario per la Parola d’ordine del Lunedì al XXV. Il dialogo Dario? – Daniel significa dunque, “Colui che sostiene il bene? Dio è giudice”.
Dario
Dario, in greco Darioz ed in ebraicoDaryavesh, viene dal persiano Darayavahush, che significa “colui che sostiene il bene”. Successore di Cambise e re di Persia dal 521 al 486 a. C., è il vincitore di Maratona. Secondo Esdra 4, 5-24, è lui che autorizza gli Ebrei a ricostruire il Tempio.
Dario appare all’improvviso nel rituale del XV Grado, dove sembra confuso con Ciro. In seguito riappare nel XVI Grado, per accogliere la delegazione di Zurubbabel; al XX, dove il presidente rappresenta Ciro, Dario o Artaserse; figura sul Gioiello del XXII Grado; è citato nel discorso del XXIV ed anche nelle Parole d’ordine del XXV Grado.
Davide
David, in ebraico, significa “Beneamato (da Dio)”. Ultimo figlio di Jesse ilBetlemmita, unto da Samuele, uccide Golia e, dopomolte peripezie, succede a Saul. Divenuto re, organizza e rinforza Israele poi si propone di costruire il Tempio, e il profetaNatan l’avverte allora di ciò che il Signore gli ha ispirato (I Cronache 17,4):
Non tu! Tu non mi costruirai una casa per abitare.
Ma che al contrario (I Cronache 17, 10):
Il Signore costruirà una casa per te.
promettendogli gloria e potenza per la sua discendenza e precisando che il figlio di David (ICronache 17,12):
Lui mi costruirà una casa; io confermerò il suo trono in perennità.
David comprò in seguito il campo d’Ornan (I Cronache 21, 24) per seicentosicli d’oro, riunì operai, cavapietre e taglialegna, ammassò i materiali, ferro, bronzo, oro, mise da parte centomila talenti d’oro e un milione di talenti d’argento ed affidò il tutto a Salomone (I Cronache 22, 1-16).
E’ intanto che padre di Salomone e coautore dei progetti del Tempio che David appare nei rituali di Perfezione dei Gradi V, VII e X. Nei gradi XV e XVI, è fatta allusione solamente alla stirpe di David; al XIII e XIV Grado si tratta della promessa, concernente il Nome Ineffabile, fatta ad Enoc,Noè, Mosè e David.
Dorson
Deformato fino a sembrare britannico, Dorson deriva probabilmente da Dor, città di Canaan dipendente dall’amministrazione diBen-Abinadab, prefetto e genero di Salomone. Sorvegliante degli operai della Tribù di Zebulon, secondo il ritualedell’XI Grado.
Elchadai
Si tratta di una corruzione di ElShaddai, che significa “Dio Onnipotente”. Notiamo che (la somma delle lettere ebraiche) vale 314 e corrisponde al numero p tanto che (la somma delle lettere ebraiche) vale 345, che evocala Squadra, poi, per riduzione, 3. Per questa ragione, questo Nome Divino gioca un ruolo centrale nel simbolismo dei tagliatori di pietra e, secondo una tradizione orale del compagnonaggio, un Compagno Straniero, arrivando in un cantiere, domanda:
Chi comanda qui?
e, se si avvicinasse ad uno dei suoi fratelli, riceverebbe la risposta:
Lo Shadai!
Al XXV Grado, è la Parola di Passo attribuita ai Principi di Gerusalemme.
Eleham
Eleham è molto probabilmente una corruzione di Eli’am.
Elehenam
Altra corruzione, certamente volontaria, di Eli’am.
Eli’am
Eli’am significa “popolo di Dio”. La Bibbia cita più Eli’am e specialmente Eli’am Ben Ahitophèl, (Eliàm) uno dei preti di David (II Samuele 23, 34).
Sotto la forma Eleham, è la parola di Passo del X Grado e designa colui che, in compagnia di Zerbal, scopre i due ultimiassassinii nella carriera di Bendaca. E’ in questo senso che è citato al XIV Grado. Sotto la forma Eleheham, è presenteal XV Grado come una delle Parole dei Grandi Eletti. La deformazione è molto verosimilmente volontaria, per permettere un computo delle lettere.
Eliab
Deformazione minore di Eliav, che significa “Dio è mio Padre”. E’ uno dei fratelli di David secondo I Samuele 16, 6. E’ qui uno dei compagni di Zurubbabel al XX Grado.
Appare nell’Apertura al XXII Grado, e, al XXV, designa la Settima Tenda, campo degli Intendenti degli Edifici e dei Segretari Intimi. E’ anche il nome di uno dei portatori di bandiere.
Emerk
Esistono delle varianti: Emereke Emereh. Vuillaume pensa che converrebbe dire Amariah, che si può tradurre: “Dio ha detto”.Ma, anche tenendo conto di una trasmissione orale, la deformazione sembra troppo forte per essere verosimile. Mi sembra meglio riagganciarsi ad Emeth, che significa Verità.
E’ il nome portato dal Sublime Cavaliere Eletto (XI Grado).Ed è in questo senso che appare nel XII e XIV Grado.Nel XXV Grado è il nome di uno dei portatori di bandiere.
Emmanuele
Emmanuel deriva dall’ebraico ‘Imanou-El, che significa “Egli (Dio) è con noi”. Secondo Isaia 7,14 Acaz, re di Giuda dal 736 al 716 A. C., non avendo voluto tentare il Signore, riceve da Lui l’oracolo:
“Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Ella creerà il suo nome: ‘Imanou-El, El-con-noi.
Molto più tardi, il Vangelo (Matteo 1, 23) farà di questo oracolo l’annuncio di Gesù.
Emmanuele è la Parola di Passo del XVIII Grado ed una delle Parole sacre del XIX.
Emunah
Emunah è una corruzione di Emounah, che significa fedeltà, sincerità, lealtà.
Questa parola suggella il Quarto Giuramento e figura sulla Scala del XXIV Grado.
Enoch
Secondo Genesi 5, 1-11, Enoch, o meglioKhanokh, è figlio di Iared, figlio di Maalaleél, e padre diMetoushèlah, chiamato anche Matusalemme. Questi generò Lamech, padre di Noè.
Sottolineiamo che Enoch visse trecento sessantacinque anni, ossia, simbolicamente, un ciclo solare, e ch’egli non morì affatto ma fu rapito da Elohim (Genesi 5, 24). Khanokh significa dedica. Settimo patriarca antidiluviano, è, tradizionalmente, l’Iniziato ai misteri attorno al quale si è sviluppata un’abbondante letteratura di tipo apocalittico.
Se Enoch non è citato, al XII Grado, che in occasione della Promessa fatta di svelare un giorno il Nome Ineffabile, il suo Tempio sotterraneo ed il Pettorale d’oro che egli ha inciso divengono, al XIII Grado, degli elementi essenzialiche accrescono molto fortemente la portata simbolica della Leggenda di Hiram. Questo tema del Tempio Primordiale resterà così importante nel seguito del Rito di Perfezione che se ne troverà menzione nei Gradi XIV, XV, XXI, XXIII e XXIV.
SecondoGérard Prinsen[1], il personaggio di Enoch non sarebbe apparso nei rituali Scozzesi che dopo il 1750, fornendo così una preziosa indicazione cronologica.
Esdra
Esdra viene dal greco Esdraz, a sua volta derivante dall’ebraico ‘Ezra. In aramaico significa “(Dio è) aiuto”. Il significato ebraico è lo stesso. Più Esdra sono citati nella Bibbia. Quelli che ci interessano sono:
- ‘Ezra, discendente di Aronne attraverso Sadoq e scriba versato nella Legge di Mosè, che fu segretario per gli affari giudei alla corte di Artaserse;
- ‘Ezra, prete rientrato dall’esilio con Zurubbabel (Nehemia 12,1);
- ‘Ezra, prete suonatore di tromba al momento della dedicazione del bastione (Nehemia 12,33).
Profeta, prete e scriba, discendente di Aronne tramiteSadoq, segretario agli affari giudaici alla corte di Artaserse, viene a Gerusalemme, forse nel 458 A. C., latore di una lettera del re. E’ allora che restaura il culto, interdice e annulla i matrimoni misti, procede alla lettura solenne della Legge e celebra la festa delle tende. E’questo Esdra che si ritrova, Grande Oratore o Ministro di Stato, al XV e XVI Grado. Nehemia 12, 1 segnalaun altro Esdra, prete rientrato dall’Esilio conZurubbabel. E’ forse lo stesso citatoal XX Grado.
Infine, la tenda dei Massoni simbolici e dei volontari, marcata S, del campodel XXV Grado porta il nome di Esdra.
‘Eved Amon
‘Eved Amon, significa letteralmente schiavodi Amon. Tali e quali, queste parole non appaiono nel Rito di Perfezione ma sarebbero, secondoMichel Saint-Gall, all’origine di Abdamon oAbdemon.
Ezechiar
Ezechiar deve essere una corruzione, via Ezechias, diKhizqiyahou, che significa “la mia forza è Yah”. Figliodi Achaz, fu il terzo re di Giuda (716-687 A. C.). Trattato molto bene dalla Bibbia, fece portare l’acqua a Gerusalemme, ricopiare o comporre il libro dei Proverbi (Proverbi 25,1) e soprattutto intraprese una riforma religiosa. Riuscì ad eludere la minaccia assira pagando un tributo.
Al XXV Grado, il suo nome serve come domanda nella Parola d’Ordine del sabato.
Ezechiele
Ezechiele viene daYekhezqel, e significa “Dio è forte” o “Dio rende forte!”. Prete di Gerusalemme, fu senza dubbio portato in Babilonia al tempo della prima deportazione nel 598 A. C. Inizia la sua predicazione profetica nel 593 e diviene “un guerriero della casa d’Israele”, incaricato di fustigare i peccatori.. Dopo la distruzione del Tempio, nel 587, diviene il profeta della salvezza. Le sue visioni, la sua spiritualità, il suo misticismo hanno rinnovato la vita religiosa giudaica e costituiscono le radici profonde (la Torah d’Ezechiele) della Cabala.
Al XXV Grado, il suo nome è la risposta alla domanda Cipro? della Parola d’Ordine della domenica.
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Nabuzaradan
Nabuzaradan è un corruzione di Nevouzaradan, che viene dall’accadicoNabuzeriddin, significante “Nabu dona una posterità”. Comandante della guardia di Nabucodonosor, Nevouzaradan entra a Gerusalemme a fine luglio del 587 a. C., saccheggia il Tempio, distrugge la città, deporta la popolazione, lasciando tuttavia sotto l’autorità del “collaboratore” Guedalyahou, la gente comune del popolo. La sua ferocia gli varrà il soprannome di grande boia (II Re 25, 20).
Questi fatti sono ricordati sia al XIV Grado sia al XV, e sono i prodotti delle sue rapine che Ciro rende allora a Zurubbabel. E’ nominato al XVI Grado.
Nazaret
Nazaret è un villaggio della Galilea, ad una trentina di chilometri a sud-ovest del mare di Kinneret, che fu anche chiamato lago di Tiberiade. Secondo i Vangeli di Matteo e Luca, Gesù vi visse prima d’intraprendere il suo ministero.
Nazaret, o più esattamente la sua iniziale N, gioca un ruolo importante nel rituale del XVIII Grado.
Nebucadnezar
Nebucadnezar, in ebraico Nevoukadnetser, deriva dall’accadico Nabukudurriuçur, che significa “Nabu, protegge il figlio”. Re di Babilonia, il cui nome è stato grecizzato in Nabucodonosor, regnò dal 605 al 562 a. C.. Il suo lunghissimo regno fu un’alternanza di successi e di disfatte verso l’Egitto e fu segnato dall’assedio di Tiro, che durò tredici anni (587 -574), e dalla distruzione di Gerusalemme (587) e del regno di Giuda. E’ proprio come distruttore del Tempio di Salomone che Nebucadnezar è citato al XIV, XV, XX, XXIII e XXIV Grado.
La scelta di questo nome, invece del più comune Nabucodonosor, indica chiaramente l’uso, da parte dei redattori del quaderno, di una Bibbia diversa dalle edizioni derivate dai Settanta, verosimilmente da un testo ebreo. Notiamo che la tradizione giudaica parla di Nevoukhadrèsar (II Re 25, 1).
Nec plus Ultra
Questo motto latino, che significa “Niente aldilà” e che marca un termine assoluto, serve da sottotitolo al XIV Grado, qualificato come “Nec Plus Ultra della Massoneria”, e si ritrova iscritto sulla sommità della Scala Misteriosa. Ma serve anche da sottotitolo al XXV Grado…
Conviene raffrontare questa formula con un’altra, che s’incontra al XXI e XXIII Grado, e che è “Chiave della Massoneria”. Visibilmente, gli autori del Rito di Perfezione hanno esitato tanto su ciò che doveva essere l’ultimo Grado, quanto sul senso che intendevano dare alla Massoneria. Questa qualificazione di Nec plus ultra si trova anche in certi rituali Rosa+Croce.
Necum
Deformazione di Neqamah, che significa vendetta.
Al IX Grado è la Parola di Passo ed uno degli elementi del Secondo Segno. E’ anche una delle Parole di Passo del XXIV Grado.
Neder
La parola ebraica neder significa voto ma anche promettere. Può esserci qui un’allusione al voto di Giacobbe (Genesi 28, 20):
Se Dio sarà con me, se mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo…
Associato a Bérith ed a Shelemuth nel Toccamento del VI Grado come nel Primo Segno del XIV, Neder figura, al XV Grado, tra le Parole dei Grandi Eletti.
Nehemias, Nehemyah o Néhémia.
Nehemias è la forma greca di Nekhmiah, che significa “Conforto di Yah” che noi abbiamo reso con Néhémia. Più personaggi biblici portano questo nome. Il più importante tra essi è il figlio di Khakalyah, ed eroe del libro che porta il suo nome. Coppiere alla corte di Artaserse, compì due missioni a Gerusalemme. La prima ebbe luogo tra il 445 e il 433 a. C. e Néhémia è allora nominato governatore di Giuda. Riedifica i bastioni della città, riorganizza la vita civile e vigila sul ripopolamento di Gerusalemme. La seconda ebbe luogo un po’ prima del 424. Néhémia agì allora come riformatore religioso, imponendo il rispetto del sabato e sciogliendo i matrimoni misti.
E’ proprio questo Nehemia che , al XV ed al XVI Grado, occupa il posto di Gran Guardasigilli.
Un altro Nehemia è menzionato in Esdra 2, 2 tra i primi ad essere ritornati a Gerusalemme. E’ quello che figura nell’enumerazione del XX Grado. Infine, la terza tenda, marcata L, del XXV Grado porta il nome di Nehemia.
Nemrod
Nemrod viene dall’ebraico Nimrod. Secondo Genesi 10, 8-12, era pronipote di Noè. E’ insieme un eroe cacciatore e re costruttore delle città di Babilonia, Ninive, Uruch…
Rapidamente citato al XXI Grado, come se si trattasse di un rimorso degli autori del rituale, Nemrod figura praticamente in tutti gli antichi manoscritti della Libera – Muratoria operativa inglese, più spesso come iniziatore della Torre di Babele.
Nichamaka Bulion
Nichamaka è manifestamente una corruzione sia di neqamah, che significa vendetta, sia di nikah, che vuol dire afflitto,abbattuto, seguito da makah, che significa ferita, piaga (nel senso delle piaghe d’Egitto), strage, disfatta. Nei due casi, non sono che delle parole accostate senza costruzione grammaticale. Nella prima ipotesi si potrebbe comprendere “vendetta (per la) strage”, che ritroveremmo sia nel caso dell’assassinio di Hiram, sia , nel contesto del XXIV Grado, per l’esecuzione dei Templari e di Jaques de Molay. Nel secondo, avremmo “afflitto (per la) strage”…
Ciò che non semplifica le cose è che, nella domanda del XXIV Grado, l’interrogante aggiunge a Nichamaka la parola Bulion. Lì c’è, anche, una corruzione. Bisogna vedervi belyi, equivalente alla congiunzione “senza che” dove si riconosce la parola che significa corruzione, distruzione? Può essere anche una corruzione di bealilim, formata dal plurale “gli idoli”, e dalla lettera-strumentoב. E’ possibile tradurla con “contro gli idoli”.
Diverse interpretazioni sono, dunque, possibili. Si può, per esempio, vedere in Nichamaka Bulion la risoluzione di fare “vendetta degli idoli”. La risposta rituale Bagulkal, Pharaskal, corruzione di bagoel kol (“tutto è riscattato” o “tutto è rigettato”), parash kol (“tutto è rivelato” o “tutto è spiegato”) può rendere seducente l’interpretazione “vendetta contro gli idoli!”. Ma ciò non è che pura speculazione… Infatti, tutto dipende dal senso che si vuol dare al XXIV Grado.
Nikah
La parola ebraica niqah significa essere puro, purificarsi.
Associata a Necum per il Secondo Segno del IX Grado, indicata come Parola di Passo importante per il rituale del XIV Grado, Nikah è anche una di queste Parole al XXIV Grado.
Nikelots
Si può vedere in Nikelots una corruzione di nekel, che significacomplotto o di niqelout, che significa villania, bassezza.
E’ la Parola di Passo, al XXIV Grado, che si dà in risposta all’interrogazioneJeckson. Notiamo che il rituale non propone alcuna traduzione.
Noachita
Noachita significa “della discendenza di Noè”, cioè di Noakh, che significa riposo. E’interessante constatare che la tradizione yavista[11] fa (Genesi 5, 29) di Noè un discendente di Caino, attraverso Lamek, mentre la tradizione sacerdotale (Genesi 5, 28) lo collega a Seth, sempre attraverso Lamek. Le due tradizioni ne fanno l’eroe del Diluvio e gli attribuiscono tre figli, Sem, Cam e Iafet. I manoscritti massonici antichi, per esempio la Gran Loggia n° 1 (datata 1583), si riallacciano alla tradizione yavista.
Il XXI Grado del Rito di Perfezione si riallaccia a Noè ed alla leggenda della Torre di Babele.
O Leb Barabac
O Leb Barabac è un buon esempio dell’estrema deformazione subita dalle parole ebraiche. O Leb è molto semplicemente ahev, e non è altro che l’imperativo ama! del verbo amare. Barabac è incomprensibile ma altri quaderni contemporanei portano Kerabah, che è evidentemente una corruzione verbale di qirevah, che significa prossimità, parentela. In totale, si ottiene una parafrasi in cattivo ebraico della mitzwah: “ama il tuo prossimo come te stesso”.
O Lebur Eloe
O Lebur Eloe è una corruzione di ahev Eloah, che significa “ama Dio”.
Pathmos
Pathmos o Patmos, dal greco Παθμο, è una piccola isola dell’arcipelago delle Sporadi, ad ovest dell’antica Mileto. Secondo la tradizione, l’apostolo Giovanni, esiliato, compose la sua Apocalissi in una grotta di Patmo. Il dialogo:
D: Chi siete?
R: Uno di Patmo
D: Da dove venite?
R: Da Patmo
che conclude l’istruzione del XVII Grado, conferma l’ispirazione giovannita di questo rituale.
Pérignan
Pérignan pone un doppio enigma. Dapprima la sua origine, che non sembra ebraica ma latina, poichè questo nome deriverebbe da peregrinus che significa straniero. Bisogna vedervi un ricordo della leggenda compagnonica secondo la quale gli operai prestati da Hiram di Tiro sarebbero all’origine dei Compagnons stranieri, tagliatori di pietre, detti anche i lupi, e denominatisi Figli di Salomone? Il quaderno del XIV Grado chiama tagliatore di pietra, lavorante alla cava di Guibelim, nome nel quale si riconosce senza difficoltà Guebal, l’antica Biblos. In ringraziamento, Salomone avrebbe fatto di lui un operaio del Tempio e avrebbe cambiato il suo nome in Guibelim. Ma questo nome è molto vicino a quello dell’eroe della leggenda dell’Arco Reale…
Phaleg
Phaleg viene dal greco Фαλεγ, a sua volta derivante dall’ebraico Pèlèg, che si traduce spesso con divisione. Il Pèlèg biblico non è affatto l’architetto della Torre di Babele.
Riveste tuttavia questo ruolo al XXI Grado al quale dà la sua Parola di Passo e la sua bellissima leggenda. Si noterà che la costruzione della Torre di Babele fa indiscutibilmente parte del più antico corredo leggendario della Massoneria. Phaleg dà anche il suo nome alla Quinta Tenda, che marca il campo degli Eletti dei Nove, degli Eletti dei Quindici e dei Cavalieri Illustri al XXV Grado.
Phalehi
Citato, al XX Grado, tra i Grandi Maestri compagni di Zurubbabel, Phalehi potrebbe essere una corruzione di Pèlèg.
Pharaskal
Pharaskal è una corruzione di parash kol, che deve tradursi con “tutto è rivelato” o “tutto è spiegato”.
Al XXIV Grado, è l’ultima parte della risposta alla domanda Nichamaka Bulion. Al XXV Grado, dove il quaderno lo traduce con “riuniti per compiere” (!), è la risposta alla Parola di Passo Polcat.
Polcat
Polcat è sicuramente una corruzione… Il quaderno del XXV Grado lo traduce con separato ma questo stesso quaderno pretende vedere in Pharaskal “riuniti per compiere… S può vedere in ‘cat’ una deformazionedi kat, che vuol dire gruppo, partito, fazione, o qat, che significa piccolo, minimo. Resta allora la prima sillaba… Si può tentare con peleh, che si traduce con miracolo o con paleh, che significa separare, consacrare. Sarebbe dunque possibile interpretare Polcat con “consacrare un gruppo (una setta)”, in accordo accettabile con la risposta Pharaskal.
Rabucim
E’ ammesso spesso che questo Rabucim, o il suo equivalente Rabucin, non sarebbe che uno sbaglio del copista. I Tegolatori, dopo Vuillaume, gli preferiscono Rab-Banain, che traducono con maestro architetto. Il problema è che sembra che la parola architetto non abbia niente a vedere con banain, che, sotto la forma vicina bineyan, designa un operaio di edificio. Potrebbe trattarsi di una corruzione di Rab Hassid, interpretabile come “maestro di carità” e ci rinvierebbe alla Kabbala.
Comunque, Rabucim è la Parola di Passo del XII Grado e confermata come tale al XIV.
Rafodom o Raf Odon
Siamo qui in presenza di una corruzione volontaria (il numero delle lettere!) diRaphofon, che la tradizione vuole significhi “vero massone”. Secondo Michel Saint-Gall, Raphodom sarebbe esso stesso una corruzione di Rephidim.
Secondo il quaderno del XV Grado, Raphodom fa parte delle Parole dei Cavalieri d’Oriente di cui è la Grande Parola e che traduce con Venerabile Maestro… E’ ugualmente citato nella Chiusura del XX Grado.
Rephidim
Rephidim, chiaramente un plurale che si traduce con “luoghi di riposo” e nel quale Michel Saint-Gall vede il luogo dell’ultimo accampamento degli Israeliti prima di penetrare nella Terra Promessa. E’ evidentemente molto seducente poichè, essendo il luogo arido, Mosè vi ruppe una roccia per far sgorgare l’acqua. In seguito Mosè chiamò il luogo “Massa e Meriba” (Prova e Contestazione)… Per comprenderne tutto il significato simbolico, conviene rifarsi allo Zohar II, 65:
“Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim.” (Esodo 17, 8)
Rabbi Shimeon dice: “questo episodio dipende dal mistero di Khokhmah (Saggezza). Questa guerra è il risultato di una grave decisione di Din (Giustizia e Rigore). Essa è stata dichiarata nel mondo Superiore e nel mondo Inferiore.[12]
Romvil
Romvil significherebbe, secondo Vuillaume, “idiota esaltato”. Tuttavia è anche possibile farlo derivare da rimah, che significa parassita, e da valad che significa fanciullo, embrione. Saremmo, di nuovo, in presenza di un nome insultante, qualcosa come “embrione di parassita”, un po’ l’equivalente di Abiram….
Sabaél
Sabaél è il nome di un angelo tolto da una angeologia tardiva come quella del Libro di Enoc.
Al XXIV Grado, questa parola marca la Sesta Tenda di Kadosh ed il riferimento ad un kérouv è qui senza diritto. E’ molto verosimile che si tratti di una corruzione di sovel o sevel, che significa, fardello, dolore, sofferenza. Segnaliamo che Vuillaume ha voluto leggere sabal, che significa facchino… Vi è qua più che una sfumatura!
Salix Nonis Tengu
Questo gruppo di tre parole compare al XXV Grado sia per l’Apertura, sia per la Chiusura. Il rituale ne da due spiegazioni. La prima si presenta sotto forma di un oracolo o di una profezia, assai imprecisa nella sua forma sintattica, e la seconda afferma che queste tre parole significano la “Riunione dei Saggi Fratelli che erano fino allora separati”. Le nove prime lettere corrispondono alle tende che marcano i campi dei differenti Gradi. Queste tende portano ugualmente dei nomi, ma non sembra esserci una semplice corrispondenza tra questi nomi e le lettere. Le cinque ultime designano gli orifiamma.
Tradizionalmente, si interpreta Salix Nonis Tengu come l’anagramma di Lux Inens Agit Nos, che significa, letteralmente, “la Luce interiore ci fa agire” e, tradizionalmente “la Luce che è in noi ci guida”.
Salomone
Salomone è la forma ellenizzata di Shelomo, che significa pacifico, quieto, in pace. I re d’Israele adottavano un soprannome che mostrava una specie di volontà politica. Esprimeva anche la sua volontà di pace, all’interno come verso l’esterno. Nato a Gerusalemme nel 970 a. C., figlio di David e di Betsabea, la sposa di Uria l’Hittita, Salomone, malgrado le legittime pretese del suo fratellastro Adonia e grazie agli intrighi di sua madre e del profeta Natan, succede a suo padre. Consacrato alla sorgente di Ghicon da Zadok, che sarà il primo sacerdote del Tempio, e da Natan, il re si sbarazza rapidamente degli oppositori facendo mettere a morte successivamente Adonia, Joab, sostenitore di quest’ultimo, e Simèi, il solo pretendente possibile della dinastia di Saul. Salomone si assicura la pace interna con una riorganizzazione amministrativa che sovrappone delle prefetture alle Dodici Tribù. Mantiene la pace esterna con un matrimonio politico con la figlia del Faraone Psusenna II e con una politica di alleanza e di scambi commerciali con la Fenicia (Hiram di Tiro), l’Arabia (la regina di Saba), la Cilicia. Nel quarto anno del suo regno intraprende la costruzione del Tempio, poi si fa costruire un Palazzo. Verso la fine della sua vita, invischiato negli intrighi del suo numerosissimo harem, inclina alla tolleranza religiosa e lascia installare dei santuari idolatri. Accusato d’aver abbandonato Adonai, si scontra con l’opposizione del profeta Achia di Silo ed è condannato da Dio (I Re 11, 11-13). Muore nel 931 a. C.
Salomone è presente, chiaramente, in tutti i Gradi dell’Antica Massoneria (sino al XIV) ma è anche citato spesso in seguito. Infatti, manca solo nei quaderni dei Gradi XVII, XVIII, XIX, e XXV.
Samaria e i Samaritani
Samaria, in ebraico Shomron, deriva da shamor, che significa guardare, vegliare. Secondo I Re 16, 24, Omri, re d’Israele, compra , per due talenti d’argento, il monte Someron da un certo Semer e vi costruisce una città che diventa Samaria e la capitale del regno del nord. Nel 724 a.C. gli Assiri di Salmanassar V mettono sotto assedio Samaria, che cade nel 721. Gli abitanti vengono deportati in Assiria e rimpiazzati con coloni d’origine mesopotamica. Gli antichi samaritani erano dunque una popolazione mista, formata da elementi discendenti dalle Tribù del nord (Efraim e Manasse) e dai discendenti dei coloni stranieri. Benchè convertiti, quest’ultimi non furono mai del tutto accettati e II Re 17 li indicano con gary-aryoth, che si può tradurre con “gli ariani convertiti”. Anche ai tempi di Gesù, l’ostilità dei Giudei verso “il popolo stupido che dimora a Sichem” restava vivo.
E’ nel senso di regno d’Israele che è fatta allusione alla Samaria al XIV Grado. Ma il XV e XVI Grado riportano abbondantemente il conflitto tra i Giudei rientrati dall’esilio ed i loro “cattivi fratelli di Samaria”.
Satrabuzanes
Satrabuzanes pone evidentemente un problema: è, al XV Grado, il nome portato dal Gran Generale. E’ dunque, sembra, un persiano… Segnaliamo tuttavia che, se ci si rifà ad Esdra 1, 8-11, Shèshbatsar fu incaricato di organizzare il primo convoglio di rimpatriati e pose la prima pietra del Tempio. Non sarebbe impossibile dunque che Satrabuzanes sia una corruzione di Shèshbatsar. Segnaliamo tuttavia che la Bibbia bilingue del Gran Rabbino Zadoc Khan identifica quest’ultimo con Zurubbabel.
Tuttavia, se ci si ricorda che sono Dario e Ciro che hanno organizzato l’impero persiano in satrapie, un’altra etimologia diviene possibile. Satrapo, in persiano antico, si dice khshathrapava, che ha dato in ebraico Akhashedarepan, ed in greco σατραπη. Tale potrebbe essere l’origine della prima frazione Satra. La seconda parte, buzanes, potrebbe derivare da bouz, che significa sprezzo, sdegno. Avremmo allora a che fare con un nome fabbricato con tanti pezzi dai redattori e che ha il senso generale di “il satrapo sprezzante”.
Scharlabac
Scharlabac è una corruzione di shor lavan, che significa bue bianco. Il bue è simbolo di bontà, di calma, di potenza nel lavoro e, soprattutto, è bianco, l’animale del sacrificio.
Queste parole contrassegnano il Secondo Giuramento del Kadosh e figurano sulla seconda sbarra della Scala Misteriosa.
Schibboleth o Shiboleth
Schibboleth (Scibolet) significa spiga. Durante i combattimenti tra Galaad ed Efraim questa parola servì da testo per scoprire gli Efraimiti, che riuscivano a dire solo sibolèt e, riconosciuti, erano immediatamente trucidati. (Giudici 12, 6)
E’ una Parola di Passo citata tra le Parole dei Grandi Eletti al XV Grado, impiegata in diversi Gradi e notoriamente ripetuta tre volte al XIV Grado. Si trova anche la forma Schibboleth, impiegata come Parola di Passo al XIII Grado.
Sedecias o Zedekiah
Si tratta di Sedecìa, o Matanya, in ebraico Tsideqahou, cioè “Yah mia giustizia”, ultimo re di Giuda.
Sotto la forma di Zedekhiah, è citato nelle liste reali del XIV Grado. Come Sedecìa, è menzionato al XV Grado. Questa variazione è l’indice di un cambiamento di redattori dei quaderni di Perfezione.
Selemouth o Zelemonth, Shelemuth
Selemouth o Zelemonth sono corruzioni di shelemuth, che significa perfezione. Questa parola deriva da shalem, che significa essere perfezionato, essere in pace, ed è vicina a shullem, che significa essere pagato, essere ricompensato. Il senso globale di shelemuth, nel nostro contesto, unisce Perfezione e Salario, nel senso massonico del termine.
Si trova la forma Selemouth al VI Grado. Nel XIV è usata la forma Zelemonth. Nell’uno e nell’altro caso, questa parola è associata a Bérith ed a Neder. La forma corretta Shelemuth è utilizzata al XV Grado.
Senara
Sennaar è un corruzione di Shin’ar, luogo dove secondo Genesi 11, 2 fu edificata la Torre di Babele.
Shem
Shem in ebraico, che noi abbiamo reso con Sem, significa nome. Primo figlio di Noè, è l’antico eponimo dei Semiti.
Shem fa parte delle Parole Misteriose del XXI Grado e figura sul Gioiello del XXII.
Sophonias o Sophonia
Sophonia (Zofonia) è una corruzione del greco Sofoniaè, a sua volta derivante dall’ebraico Tsephanyah, che significa “Yah protegge”. Più personaggi biblici portano questo nome, in particolare:
Zofonia, figlio di Maaséya, seconda sacerdote del Tempio, catturato da Nabuzardàn nel 587, inviato al re di Babilonia, a Ribla, e messo a morte da questi, secondo II Re 25, 18-20; responsabile della polizia del Tempio, rifiutò d’imprigionare Irmeyahou (Geremia);
Tsephanyah (Sofonia), figlio di Kushi, contemporaneo di Geremia, e figura nel numero dei Dodici Ispirati.
E’ il primo ad essere citato al XIV Grado, ed il nome del secondo costituisce la risposta alla Parola d’ordine del mercoledì al XXV Grado.
Starbuzanai
Tutto il XV Grado s’ispira, molto liberamente, dai libri di Esdra e di Neemia. I capi ebrei sono Sheshbatsar, Zeroubabel ed Ezra. Gli avversari sono Bishalam,Mitridate, Tabeél, Rehoum e Shimshai. Sono questi ultimi che ottengono da Artashasta (Artaserse) la sospensione dei lavori, che fecero rispettare con la forza. Con l’intervento del pascià Tatnai, e dopo inchiesta, Dariavèsh (Dario), ordina di lasciare in pace gli Ebrei ed anche di aiutarli a ricostruire il Tempio. E’ difficile, senza tutto ciò, ritrovare questo famoso Starbuzanai… Una ricerca, nel Libro di Ester, dei persecutori degli Ebrei, non ha dato niente di più… La soluzione è assai geniale: i colleghi di Tatnai, il “prefetto del fiume”, governatore all’ovest dell’Eufrate, sono Shetar e Boznai. Ma la Vulgata riunì questi due nomi in uno solo Setar–Bozenai (la Bibbia di Gerusalemme dice Shetar-Boznai)… finalmente, non sono anche dei nomi propri: shoter, rf}ov, significa ufficiale, magistrato e bouz vuol dire disprezzare, disdegnare. Aggiungendo alla radice verbale un noun ed uno iod, si ottiene l’affisso possessivo della prima persona al singolare… Allora, e se non si trattasse che del solo Tatnai, “l’ufficiale sprezzante”? Si ritroverebbe il significato di Satrabuzanes!
Resta che al XV Grado Starbuzanai designa l’Eufrate… Ma, in ebraico, Eufrate si dice Perat…L’Eufrate è presentato come uno dei quattro fiumi del Paradiso ma anche come il limite orientale del dominio di Salomone (I Re 5, 1), inclusi i regni tributari. L’episodio del combattimento sulle rive dello Starbuzanai non è riportato nella Bibbia, è senza dubbio vano voler situare questo fiume. Infatti, tutto questo passaggio si riallaccia alla stessa tradizione che è in corso nel Compagnonaggio sull’argomento delle lettere L D P (Libertà di Passaggio).
Stellato Sedet Solo
Al XXIII Grado è una delle spiegazioni proposte per le tre S. L’altra è Santità, Scienza, Sapienza. Letteralmente ciò significa “siede su un suolo stellato”, ma può essere tradotto più poeticamente con “siede su un pavimento di stelle”. In alcuni rituali posteriori si trova Stellato sedet solio, che significa “siede su un trono stellato”.
Sterkin
Sterkin non ha una traduzione chiara. Potrebbe essere un doppione di Stolkin. Notiamo che lo si ritrova in alcuni quaderni, contemporanei del Rito di Perfezione, del IX e X Grado.
Stibium
Stibium è il nome latino dell’elemento antimonio Sb. Esiste allo stato naturale, puro o mischiato ad arsenico. L’antimonio è conosciuto dalla più remota antichità, ed è stato ritrovato un vaso caldeo, datato 4000 a. C., in antimonio puro. Il suo solfuro, la stibina, è stato utilizzato come fard. Ma, servendo l’antimonio a purificare l’oro, gli alchimisti, e specialmente Basilio Valentino, gli attribuirono gli stessi effetti sul corpo umano. La sua utilizzazione nella medicina interna incontrò così numerosi incidenti mortali che la facoltà di medicina di Parigi ne interdisse l’uso nel XVII secolo… Tuttavia, alcuni dei suoi derivati sono stati ancora recentemente impiegati per lottare contro certi parassiti interni ed hanno trasmesso alla farmacia dei termini desueti e curiosi quali kermès minéral (ossi-solfuro naturale d’antimonio) o l’emetico (tartaro stibiato).
Stolkin
Stolkin non ha una traduzione conosciuta e soprattutto non “acqua corrente” come afferma Vuillaume. Michel Saint-Gall nota che la sua struttura è semitica ma non si tratta di un nome biblico…
Dal nostro punto di vista, conviene cercare dal lato della radice, alla quale corrisponde un verbo che significa tacersi, rispettare il silenzio. L’introduzione del suffisso in, plurale maschile in aramaico, condurrebbe allora alla pronuncia stokin, che significherebbe “Manteniamo il silenzio, tacciamo il segreto”. Stolkin non sarebbe dunque altro che una corruzione di Stokin, che ritroviamo come nome del Maestro che ritrovò il corpo diHiram nel manoscritto di Grande Scozzese di Bordeaux. Un altro indizio a favore della nostra ipotesi può essere trovato nel quaderno di Primo Eletto, o Eletto dei Nove, della Massoneria Adonhiramita. L’eroe ne è Nistokin che si può tradurre con “colui che tace”.
Stolkin è, con Joabert e Guibelum, uno dei tre eroi ai quali l’adepto è chiamato ad identificarsi da un capo all’altro dell’Antica Massoneria. E’ lui che ritrova il corpo di Hiram Abif, ed è rappresentato come l’unico Sorvegliante della Loggia di V Grado; dà il suo nome ad una delle Parole del VII, dove la sua iniziale figura nel monogramma massonico; è citato all’VIII Grado. Ugualmente è rappresentato come l’Ispettore ed unico Sorvegliante del IX Grado; fornisce la Parola di Passo dell’XI Grado, dove figura nella lista dei Dodici Maestri Eletti, nonchè come Ispettore della Tribù di Beniamino. Stolkin è ancora il Grande Ispettore del XIII Grado e accompagna Joabert e Guibelum nelle rovine dell’antico Tempio di Enoc. Al XIV Grado, Stolkin viene rappresentato come il Gran Maestro delle Cerimonie e i suoi vari interventi nella leggenda di Hiram sono abbondantemente ricordati.
Silfo
Un Silfo è, nella mitologia gallo-germanica, uno spirito dell’aria.Ariel, nel la Tempesta di Shakespeare, è un silfo. Ma si trova anche che Ariel è il nome di uno degli idoli dei Moabiti….
Al XXIII Grado, gli ufficiali della Loggia sono detti essere dei kérouvim (Cherubini) che, secondo la Kabala, devono la loro nascita alla prima Séphira, Keter, la Corona. Nati in altre séphirot, in ordine discendente, vengono i serafini, gli ‘ophanim, gli ‘er’lim, gli Elohim, i Malakhim o Messaggeri, gli hashmalim, i bene Elohim, i Tarshihim, e, finalmente, gli Ishim, corrispondenti a Malkut, a somiglianza degli uomini. Per rispettare uno stretto quadro ebraicista, si sarebbe dovuto avere sia dei Serfini, sia degli Ishim…
‘t Sed halaad
‘t Sed halaad è una corruzione di tsad Sed khalilah, che significa “Scaccia il Demonio lontano da me!”. Queste parole suggellano il Primo Giuramento del Kadosh e sono incise sul primo gradino della Scala Misteriosa al Rito di Perfezione. In altri quaderni, contemporanei del nostro, fu rimpiazzato da Tsedakah, che significa Giustizia. E’ tutta un’altra ispirazione…
Tabinah
Tabinah è una corruzione di tevounah, che significa comprensione, intelligenza, ragione.
Al XXIV Grado questa parola suggella, con Choemel e Binah, il Settimo Giuramento del Kadosh.
Tabor
La collina di Tabor, in Galilea, a sud-ovest del lago di Tiberiade, fu, sempre, un alto luogo. Ma non si conoscono personaggi biblici con questo nome.
Sorvegliante degli operai della Tribù di Gad, secondo il rituale dell’XI Grado, Tabor fa parte dei Quindici secondo il quaderno del XIV Grado.
Tercy
Tercy può venire da tertsi, che significa, secondo Michel Sain-Gall, “la mia giustificazione”, a sua volta derivato dal verbo tirts, che significa “risolvere una difficoltà” o da hitsetadeq, che vuol dire spiegarsi, giustificarsi.
Sorvegliante degli operai della Tribù di Simeone, secondo il rituale di XI Grado, Tercy fa parte dei Nove secondo il quaderno del XIV Grado.
Thebet
Thebet è una corruzione di tevet, che è il decimo mese dell’anno religioso giudaico.
E’ la Parola di Passo del XVI Grado.
Tito
Vuillaume vuol vedere in Tito una corruzione di Akhitov, che egli traduce con “mio fratello è buono”. Ciò è , beninteso, possibile… Tito non è un nome biblico ma si trova menzionato negli scritti post biblico un Tito, compagno di San Paolo ed un Titius il cui nome in greco divenne Titos,Titos e Titios,Titio, e che trovano come equivalente latino Justus, il Giusto. Ciò corrisponderebbe abbastanza bene con il ruolo di Tito nella Leggenda. Un’altra pista sarebbe di partire da tite, che significa limo, fango e che ci rimanderebbe al mito del Golem.
Tito gioca un ruolo importante nei rituali dell’Antica Massoneria: al VII Grado, è rappresentato come il Tre Volte Potente e Illustre, all’VIII Grado come Primo Sorvegliante. Nominato tra i Nove, è l’Ispettore della Tribù di Neftali all’XI Grado e il suo ruolo è ricordato al XIV.
Tubalcain o Toubal-Cain
Toubal-Cain, figlio di Lamech (la forza, la saggezza) e di Zilla (l’ombra) discende direttamente da Caino. Secondo Michel Saint-Gall, Touval sarebbe una parola molto antica che significa fattore, fabbricante, mentre Cain verrebbe dal caldeo e significherebbe fabbro. Le cose non sono mai semplici, ma gli accostamenti, fatti da alcuni, a Vulcano sono qui senza fondamento. Comunque sia, Toubal-Cain (Tubalkàin) è definito da Genesi 4, 22 come “martellatore di tutto, artigiano del bronzo e del ferro”. E’, si ricordi, la vera professione di Hiram e non bisogna stupirsi di ritrovare Toubal-Cain in diversi Gradi.
Toubal-Cain è citato nei quaderni del XIV e XXI Grado.
Uriel
Uriel è una deformazione di lyrWa, Ouriel, che significa “Dio è la mia luce”. La Bibbia cita tre Uriel, ma quello che interessa noi è un kérouv (cherubino) che interviene al XXIII Grado.
Xerxes
Xerxes (Serse) deriva dal greco Xερxη, a sua volta trascrizione dell’ebraico Akhashvéroush, proveniente dal persiano Khshajasha, che significa guerriero. La sua trascrizione latina ha dato anche Assuero. Serse I, figlio di Dario I, re di Persia dal 486 al 465 a. C., è il vincitore di Salamina. E’ conosciuto nella Bibbia soprattutto per il Libro d’Ester.
Serse figura, per la sua iniziale, sul Gioiello del XXII Grado. Al XXV Grado il suo nome fornisce la prima parte della Parola d’ordine del martedì e compare nell’interpretazione di Salix Nonis Tengu.
Xinxee, Xinchut
Xinxee, Xinchut pongono un problema. Il Manoscritto di Bordeaux cita xinchu indicando che si tratta del “riposo dell’anima”, mentre il quaderno dell’XI Grado fa di Xinchut la “sede dell’anima”. E’ poco verosimile che ciò sia un’allusione alla corrente filosofica cinese neo-taoista Xuanxue…
Una soluzione potrebbe essere trovata nello Zohar. Esisterebbe nell’uomo un os imputrescibile, che si chiama luz, ed a partire dal quale il corpo si rigenererà alla fine dei tempi.. Ora, si può tradurre os imputrescibile con ‘etsem shéeyno, non suscettibile di rendere oralmente qualcosa comeXinchou…
Comunque sia, Xinxee è una delle sette Parole del VII Grado e appare sotto la forma di Xinchut all’XI Grado.
Yahvé
Yahvé è la vocalizzazione usuale del Tetragramma. Normalmente non si pronuncia, ma gli si sostituisce Adonai.
Il Nome Ineffabile, che è, forse, Yahvé o che, secondo un’altra tradizione, è composto da settantadue lettere in quattro parole inizianti con queste iniziali, che restano inconoscibili, esisteranno numerosi nomi divini che emaneranno da Lui. Queste emanazioni derivate da Or qadmon, la Luce primordiale, associeranno Nomi Divini e sephirot. Tenuto conto dell’evidente influenza della Kabbala sui redattori dei differenti quaderni, alcune Parole dovranno interpretarsi tenendo conto di queste corrispondenze. Nella misura in cui, per questi redattori, il contenuto esoterico del Tetragramma poteva essere rappresentato dalle sephirot, è utile riportarle qui, associate ai Nomi Divini. Notiamo, tuttavia, che esistono delle variazioni e che deve esser fatta una scelta tra Din (Giudizio) e Guéburah (Potenza) o Pachad (Paura); tra Chesed (Grazia) e Ghedulah (Grandezza); tra Tiphereth (Maestà) e Rakhamim (Misericordia); tra Yésod (fondamento) e Tsaddiq (Giusto)…
E’ tradizione presentare queste corrispondenze sotto forma di Albero sefirotico e le relazioni tra i differenti termini dipendono così dalle loro relative posizioni.
L’Albero delle Sephirot
Ehyeh
Kéter (Corona)
Elohim Yah
Binah (Discernimento) Hokhmah (saggezza)
Elohim El
Din (Giudizio) Chesed (Grazia)
Elohim
Tiphereth (Maestà)
Elohim tsevaot Tsavaot
Hod (splendore) Netzach (durata)
Shaddai
Yésod (fondamento)
Adonai
Malkhut (regno)
Yaveron hamaim
Si tratta d’una corruzione di ya’avourou hamaim, che significa “le acque passeranno” o ancora “essi passeranno le acque”. Si può qui trovarvi due sensi, uno letterale, che rinvia al passaggio dell’Eufrate, e l’altro più esoterico, che implica una rinascita, una rottura totale con il precedente vissuto.
E’ la Parola di passo del XV Grado.
Yéhohaben
Yéhohaben significa letteralmente “figlio di Dio”. Questo nome non figura nella Bibbia. Lo si incontra qui sotto le forme corrotte di Joaben o Johaben.
Nell’Antica Massoneria è presente all’VIII Grado come postulante.
Yod, Yahvé, Adonai
Yod, Yahvé, e Adonai formano un ternario sacro corrispondente, per esempio, alle tre sephirot Chesed (Grazia), Tiphereth (Bellezza) eMalkuth (Regno) intese rispettivamente come la Torah non ancora sviluppata, che si trova nella mano di Dio, come la Torah scritta e come la Torah orale, secondo Rabbi Isaac il Cieco.
Zabriel
Zabriel è, al XXIII Grado, una corruzione, senza dubbio volontaria, di Gabriele, nome di uno dei kérouvim (Cherubini).
Zacharias
Zacharias è la trascrizione dal greco Zαkαρiα, a sua volta derivante dall’ebraico Zekhariah, che significa “Yah si è ricordato”, e di cui abbiamo fatto nostro Zaccaria. Numerosissimi personaggi biblici portano questo nome e più particolarmente il figlio di Bérékya, che fu uno dei Dodici Ispirati.
Al XXV Grado il suo nome è la risposta della Parola d’Ordine del venerdì.
Zanabazare
Zanabazare sarebbe difficilmente interpretabile se il quaderno del XX Grado non precisasse che si tratta là del nome di colui che posò la prima pietra al momento della ricostruzione del Tempio. E’ allora evidente che si tratta della corruzione di Shéshebatsar, derivante dal neobabilonese Sinabuçur, e che ha precisamente questo ruolo in Esdra 5, 16.
Zaphael
Zaphael, citato tra i Kérouvim del XXIII Grado, non può essere che una corruzione (volontaria?) di Rephaél (Raffaele), che significa “Dio ha guarito”. E’, nel libro di Tobia, il nome dell’angelo inviato per guarire Tobia e Sara.
Zaphxiel
Zaphxiel è una corruzione, senza dubbio volontaria, di Tsaphiel, che significa “contemplazione di Dio”
E’ uno dei Cherubini del XXIII Grado.
Zébulon
Zebulon è una corruzione di Zevouloun, derivante da zévoul che significa dimora. Ma alcuni pensano che derivi da zaved, che significa dono, omaggio. L’interpretazione tradizionale è allora “Dio mi ha fatto dono”. Lo Zévoulon biblico è uno dei figli di Giacobbe eLia. Fratello d’Issacar, vive di mare come lui e porta grande rispetto al monte Tabor.
Zébulon è citato, come Tribù, all’XI e XIV Grado.
Zerbal
Zerbal è, tradizionalmente, il nome del capitano delle guardie di Salomone. Ma non ha traduzione nè origine ben chiara. Non è un nome biblico e, secondo I Re 4, capo della milizia è un certo Benayhou Ben Yehoyada’. Si può, ben inteso, riferirlo a zevoul, che significa dimora, e a rosh, che significa testa, primo. L’insieme ci condurrebbe a “primo della casa”, un po’ nel senso primitivo di maggiordomo. Notiamo che il nostro testo include la menzione “o Banaya” Siamo allora rimandati a Benayahou, che vuol dire “Dio costruisce”, e che era il figlio di Yehoyada’, il più illustre dei trenta preti di David che Salomone nominò a capo delle armate. In greco il suo nome è tradotto Banaias (Banaia),Bαnαiαs. Sarebbe allora seducente tradurre Zerbal con “primo della casa (militare)”. Ma allora l’origine potrebbe essere qualcosa come “Banayah, il primo nel Palazzo”. Un’altra soluzione potrebbe essere considerata: nel quaderno del X Grado, Banayah è la risposta a alla domanda Zerbal. Si tratterebbe allora di una domanda “chi è il maggiordomo?” e d’una risposta “Banaya”. Per incomprensione le due parole sarebbero in seguito divenute dei nomi propri. Non sarebbe questo il solo esempio del fenomeno , anche nella Bibbia stessa.
Zerbal, o Banaya, è presente al V Grado, dove è rappresentato dal Fratello Introduttore; al VI, dove il suo nome è la risposta alla Parola di Passo Joabert; al IX Grado, dove è presentato come il Capitano delle Guardie; al X Grado, dove il suo nome è la prima Parola Sacra e dove scopre i due ultimi assassini; all’XI, dove figura tra i Quindici ed è indicato come Ispettore della Tribù di Ruben; e al XIV, dove il suo ruolo è ricordato per intero.
Zizon
Zizon, sebbene presente in tutti i rituali antichi, può essere una corruzione di ziza, ed è tradotto, nei dizionari moderni, con salto, prominenza.. Ma Marchand Ennery indica: “ciò che si muta, animale; splendore. Niente a vedere dunque con la balaustrata indicata dal rituale. Pertanto, il greco balaustria significa “gonfiato come il fiore di melagrana prima del suo sboccio”, secondo Bailly. Da parte nostra propendiamo a vedere in Zizon una deformazione di zohar, che significa gloria, splendore, e soprattutto un’allusione al Trattato kabbalistico.
Parola di Passo del IV Grado, Zizon è ricordato al XXIII Grado.
Zurubbabel
Zurobabel, certamente… Ma il termine impiegato dal Manoscritto è più vicino all’ebraico Zerubbabèl, che significa “semenza di Babilonia”, ciò che ricorda molto semplicemente il luogo della sua nascita… Lo Zurubbabel biblico è uno dei principali eroi dei libri d’Esdra, Nehemia e Zaccaria.
Zurubbabel è uno dei personaggi chiave della Massoneria Rinnovata. Il candidato lo rappresenta ai Gradi XV, XVI e XX. Presiede il Consiglio del XVI Grado e la sua iniziale figura sul Gioiello del XXII. La sua leggenda è ricordata al XXIV Grado e dà il suo nome, al XXV Grado, alla Seconda Tenda che marca il campo dei Cavalieri d’Oriente.
[1] Infatti, i greci adattarono a loro uso l’alfabeto fenicio.
[2] Secondo la traduzione di Chouraqui.
[3] Misraim è l’Egitto e Perat l’Eufrate.
[4] Comunicazione personale.
[5] Popolazione preisraelita della Cisgiordania.
[6] Gli abitanti dell’antica Edom, tra il Mar Morto ed il golfo di Aqaba, furono chiamati Idumenei all’epoca ellenistica. Li si diceva discendere da Esaù il rosso, fratello gemello di Giacobbe.
[7] Nicolas de Bonneville, Mèmeté des quatre voeux de la Compagnie de Saint Ignace et des quatre grades de la maçonnerie de Saint –Jean, Londra 1788, p.73.
[8] Traduzione Chouraqui.
[9] Cioè capo della Tribù di Giuda.
[10] Comunicazione personale.
[11] Lo studio dei testi biblici, e in particolare del Pentateuco, ha permesso di distinguere delle fonti yaviste (J) (la cui origine dovrebbe essere cercata nel regno di Giuda), eloiste (E) (provenienti dal regno nordico d’Israele), sacerdotale (P) e di tradizione deuteronomista (D).
[12] Tutto questo passo è stato preso da Haim Zafrani, Kabbala, via mistica e magia, Maisonneuve&Larose, Paris (1986), p. 94.